ed è forte quello che ho dentro distante dalla mediocrità, ho inseguito il rumore assordante per non sentirla...
lunedì, settembre 25, 2006
sabato, settembre 23, 2006
posso essere felice
Come se potessi non essere fragile …ma posso essere felice…
Stasera, mentre tornavo a casa mi è rivenuta in mente questa canzone o forse è stato il mio subconscio a spararmela dritta dritta nella testa o forse dovrei dire nel cuore.
Ci sono giornate che sono perfette, piene di emozioni che ti svegliano all’improvviso e allo stesso tempo ti danno la pace. Oggi credo che per me sia stata una di quelle giornate. In accademia il tempo è passato leggero e il pomeriggio l’ho passato in una insenatura dalle parti di Cetara. Era da tanto che non parlavo di altri mondi e oggi ne ho finalmente riparlato con qualcuno. E’ stato emozionante ed allo stesso tempo pericoloso. A volte ho paura di toccare qualcuno troppo da vicino per il pericolo di potergli fare male. Non penso a me o almeno non consapevolmente. Forse penso a chi mi ha toccato troppo da vicino negli ultimi anni e mi ha fatto male. Ho paura di toccare chi vedo puro e cosi inconsapevole di fronte alla vita, di fronte a ciò che gli succede intorno, probabilmente senza neanche rendersi conto di quello che prova in certi momenti.
Eppure, anche io dieci anni fa dovevo essere cosi. Inconsapevole, dico. Pura credo di esserlo ancora, me ne rendo conto in giornate come questa, quando in bicicletta percorro la strada che dal Teatro Verdi mi porta a casa mia e in quei pochi minuti una gioia innocente mi pervade il cuore e mi disegna un sorriso sulla bocca.
Sono le tre di notte. Domani mattina devo portare la mia amica spagnola a Paestum eppure non ho sonno, nonostante le diecimila ore di sonno che ho perso in questi ultimi due mesi. Stasera tornando da Cetara, Salerno mi sembrava una città nuova, un posto che non avevo mai visto.
E un’oretta fa, tornando da largo campo ho visto anche te, quasi a chiudere il cerchio. Avrei voluto abbracciarti, dirti che ero felice e che non mi importava se questa felicità sarebbe durata per poco. E so che ti avrebbe fatto piacere sentirmelo dire. Possiamo ridere e scherzare ancora, raccontarci tante cose e stare anche bene, riuscire addirittura a trasmetterci il nostro affetto, ma non possiamo o forse non sappiamo più abbracciarci come facevamo un tempo. Non ho mai più abbracciato nessuno con la stessa gioia e con la stessa intensità. Quanto mi mancano quegli abbracci. Dentro di me lontanissimi e vicinissimi, quasi attaccati al cuore. Per sempre, su quelle linee parallele che non si incontreranno mai e che allo stesso tempo cammineranno sempre accanto. Bonne nuit.
Stasera, mentre tornavo a casa mi è rivenuta in mente questa canzone o forse è stato il mio subconscio a spararmela dritta dritta nella testa o forse dovrei dire nel cuore.
Ci sono giornate che sono perfette, piene di emozioni che ti svegliano all’improvviso e allo stesso tempo ti danno la pace. Oggi credo che per me sia stata una di quelle giornate. In accademia il tempo è passato leggero e il pomeriggio l’ho passato in una insenatura dalle parti di Cetara. Era da tanto che non parlavo di altri mondi e oggi ne ho finalmente riparlato con qualcuno. E’ stato emozionante ed allo stesso tempo pericoloso. A volte ho paura di toccare qualcuno troppo da vicino per il pericolo di potergli fare male. Non penso a me o almeno non consapevolmente. Forse penso a chi mi ha toccato troppo da vicino negli ultimi anni e mi ha fatto male. Ho paura di toccare chi vedo puro e cosi inconsapevole di fronte alla vita, di fronte a ciò che gli succede intorno, probabilmente senza neanche rendersi conto di quello che prova in certi momenti.
Eppure, anche io dieci anni fa dovevo essere cosi. Inconsapevole, dico. Pura credo di esserlo ancora, me ne rendo conto in giornate come questa, quando in bicicletta percorro la strada che dal Teatro Verdi mi porta a casa mia e in quei pochi minuti una gioia innocente mi pervade il cuore e mi disegna un sorriso sulla bocca.
Sono le tre di notte. Domani mattina devo portare la mia amica spagnola a Paestum eppure non ho sonno, nonostante le diecimila ore di sonno che ho perso in questi ultimi due mesi. Stasera tornando da Cetara, Salerno mi sembrava una città nuova, un posto che non avevo mai visto.
E un’oretta fa, tornando da largo campo ho visto anche te, quasi a chiudere il cerchio. Avrei voluto abbracciarti, dirti che ero felice e che non mi importava se questa felicità sarebbe durata per poco. E so che ti avrebbe fatto piacere sentirmelo dire. Possiamo ridere e scherzare ancora, raccontarci tante cose e stare anche bene, riuscire addirittura a trasmetterci il nostro affetto, ma non possiamo o forse non sappiamo più abbracciarci come facevamo un tempo. Non ho mai più abbracciato nessuno con la stessa gioia e con la stessa intensità. Quanto mi mancano quegli abbracci. Dentro di me lontanissimi e vicinissimi, quasi attaccati al cuore. Per sempre, su quelle linee parallele che non si incontreranno mai e che allo stesso tempo cammineranno sempre accanto. Bonne nuit.
mercoledì, settembre 20, 2006
bocca di rosa
Con mio grande orgoglio oggi ho sottoposto i miei alunni di livello intermedio all'ascolto di bocca di rosa e al relativo tentativo di spiegarne il significato. Trovo davvero scandaloso che in tutto il mondo si conoscano Eros Ramazzotti e Laura Pausini e non lui ed i suoi messaggi. Fabrizio, io oggi ti ho fatto un pò di giustizia e ne sono contenta.
martedì, settembre 19, 2006
già settembre
Settembre mi fa venire in mente molte parole, molte immagini, sensazioni, persone vicine e lontane. Settembre segna il confine tra l’estate e l’autunno, ovvero due stagioni che amo per motivi esattamente opposti. A volte vorrei che i mesi, certe atmosfere, si potessero saggiare. Avvicinarci la punta della lingua come quando non si è sicuri di aver preso il barattolo del sale o dello zucchero, e sentirne cosi il sapore e poterlo fissare nella propria mente proprio come fosse un qualcosa di corporeo. In questi giorni pensavo che un settembre fa riprendevo la mia vita italiana dopo la parentesi catalana. Sono cambiate un bel po’ di cose dentro e fuori di me e allo stesso tempo molte cose sono rimaste uguali. Ho conosciuto delle persone nuove e molte nuove persone. Qualcuna l’ho messa da parte o almeno ci ho provato. Mi piace quando tutta la vita intorno si muove qualunque sia la direzione. Cinque anni fa avevo i capelli lunghi. Durante tutto questo tempo li ho tagliati o lasciati crescere senza un criterio preciso, ma solo seguendo i capricci del momento. Ho deciso che ora non li taglierò per un bel pò. Può sembrare una decisione futile, banale, insignificante, ma per me è il simbolo di un mio cambiamento, di uno stato d’animo più certo e meno precario. Circa due mesi fa ero in un bar libanese sulla rambla del Raval, in quel di Barcelona, con mia cugina Eloisa. Parlavamo di inquietudine, della sua presenza e della sua mancanza. E di questi due stati insieme. Sento che in questo ultimo anno la mia inquietudine si è trasformata, assumendo colori più morbidi e forse anche più dolci. Dovrei forse dire più maturi? Non lo so, so solamente che posso guardare avanti e non avere paura. Domani sicuramente cambierà, ma per oggi sono felice di poter afferrare questo arcobaleno dentro di me.
domenica, settembre 10, 2006
domenica, settembre 03, 2006
love is a suicide
[...]
now we drive the night, to the ironies of peace
You can't help deny forever
The tragedies reside in you
The secret sights hide in you
The lonely nights divide you in two
All my blisters now revealed
In the darkness of my dreams
In the spaces in between us
but no bodies ever knew
Nobodys
No bodies felt like you
Nobodys
Love is suicide
sabato, settembre 02, 2006
i will never be the same
all of this is yours
you can lose yourself here
your name bursts inside my mouth
I will never be the same
I will never be the same
for your love it leaves a stain in me...
armoniosamente la musica riempie la stanza in questa bellissima serata di inizio settembre.
Inga Liljestrom. Stasera ho rimesso il suo cd nel lettore perchè niente succede a caso. Ieri sera bevevo una birra a largo campo con una ragazza islandese che porta il suo stesso nome, parlando di Bjork, Emiliana Torrini e Sigur Ros. Invisibili fili ci legano.
Non c'è che dire, la traccia numero cinque è un piccolo gioiello.
you can lose yourself here
your name bursts inside my mouth
I will never be the same
I will never be the same
for your love it leaves a stain in me...
armoniosamente la musica riempie la stanza in questa bellissima serata di inizio settembre.
Inga Liljestrom. Stasera ho rimesso il suo cd nel lettore perchè niente succede a caso. Ieri sera bevevo una birra a largo campo con una ragazza islandese che porta il suo stesso nome, parlando di Bjork, Emiliana Torrini e Sigur Ros. Invisibili fili ci legano.
Non c'è che dire, la traccia numero cinque è un piccolo gioiello.
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- Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]
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