mercoledì, giugno 28, 2006

l'aria non si esaurirà

Questi ultimi giorni sono stati pieni di eventi e di persone nuove o ritrovate dopo un po’ di tempo.
La mostra della piccola editoria a Santa Sofia è stato un terreno privilegiato per questi incontri, da dove in questi giorni sono partita per ritrovarmi più vicina a me stessa. E naturalmente i libri hanno fatto da sottofondo a questi momenti, ma perché per me sono un po’ come le mollichine di pane di Pollicino (era lui?), le lascio cadere dietro di me per non perdere la strada e poi mi ritrovo a seguirle perché sicuramente mi porteranno da qualche parte. E cosi è stato. Spesso mi capita di conoscere persone nuove, ma raramente mi capita di apprezzarle e di scorgere in loro un qualcosa che mi riporta a me. E quando questo capita allora per un attimo torno a me stessa e ne sono felice, fosse anche solo per quella sensazione di casa che mi invade quando incontro anime simili.
E poi adoro le coincidenze, adoro le mie diverse vite che si incrociano, cosi come l’altra sera all’Università, ad uno strano festival nazional-popolare organizzato dalla facoltà di Ingegneria (lo so, è come sparare sulla croce rossa…), dove però c’è stato anche posto per un’anima inquieta e la sua chitarra. Ed è dolce stare seduti ad ascoltare qualcosa che risuona da qualche parte in un angolo della tua mente ed è per questo che riconosci le parole che vibrano nell’aria e che suonano simili a quelle che la tua anima canta. E Damien Rice di nuovo nel lettore a riempire il silenzio.

lunedì, giugno 26, 2006

oggi

Una goccia di sangue
tra i rovi,
diafana
come il grembo
di giugno.

Sylvia Plath

domenica, giugno 25, 2006

fuochi nella notte (parte 3)

Parlano piano al sole le ombre stanche di rumorose rabbie e infinite menzogne
Lunghe di sterminati fili in lunga fila sorde ai tonfi di corpi che vengono abbattuti
Tra poco arrossa il cielo della sera sospeso tra azzurri spazi gelidi e lande desolate
Quietami i pensieri e le mani e in questa veglia pacificami il cuore
Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare
S'alzano sotto cieli spenti i canti di chi è nato alla terra ora di volontà focose speranze
E da energie costretto e si muove alla danza, danza, danza, danza, danza, danza, danza
Festa stanotte di misere tribù sparse impotenti, di nuclei solitari che è raro di vedere insieme ancora
E s'alzano i canti e si muove la danza
E s'alzano i canti e si muove la danza, danza, danza, danza, danza
Muoiono i preti rinsecchiti e vecchi e muoiono i pastori senza mandrie
Spaventati i guerrieri, persi alla meta i viaggiatori
La saggezza è impazzita, non sa l'intelligenza
La ragione è nel torto, conscia l'ingenuità
Ma non tacciono i canti e si muove la danza
Quietami i pensieri e il canto e in questa veglia pacificami il cuore
Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
E non tacciono i canti e si muove la danza
E non tacciono i canti e si muove la danza
Danza, danza, danza, danza, danza, danza, danza, danza...
(Così vanno le cose, così devono andare...)

consorzio suonatori indipendenti

sabato, giugno 24, 2006

fuochi nella notte (parte 2)

Cinque anni dopo l’incidente mi rialzo e non mi sono fatta niente.
Del resto oggi è San Giovanni e i fuochi nella notte saranno alti come sempre. E come sempre sono in viaggio, non si può fuggire da certe condizioni, anche se ne diventi cosciente attraverso una canzone e poi forse lo dimentichi. Ma intanto viaggi e il ricordo dei fuochi nella notte ti resta nella memoria. Un baule pieno di gente direbbe qualcuno. Il mio non è grande e può contenere solo una persona. Quella persona però sono io e non tu. Stamattina ho riaperto quel baule e vi ho ritrovato tutto come cinque anni fa. Intatto e perfetto. La piazza, la gente, il chiosco, le birre, il mare, la dolcezza e la gioia dell’estate che avanzava e la nostra risata, leggera, quasi invisibile, che si è posata su di noi senza che noi ce ne accorgessimo. E’ tutto qui, davanti ai miei occhi. Ho deciso di non toccare nulla e di lasciare tutto ancora lì dentro. Non voglio far prendere polvere alle cose a cui ho tenuto, non voglio sporcare i miei gioielli.
Cinque anni dopo l’incidente mi rialzo e non mi sono fatta niente. Del resto, mi sono ricordata che quando una persona ha un incidente la cosa giusta da fare è non muoversi, perché si potrebbero compromettere le ossa o qualcosa del genere. Sono stata brava no? Non mi sono mossa per cinque anni e l’ho fatto perché volevo preservare le mie ossa. Che tutto il resto sia andato a pezzi non conta. Si può ricucire tutto e si può rimarginare e fare anche finta di aver avuto un problema congenito al cuore e di essersi sottoposti ad un’operazione appena nati. Del resto la gente che ne sa, non può guardare dentro alle cose e non può capire. Le ossa non possono ricucirsi ed è per questo che sono rimasta immobile, dentro di me. Le persone possono camminare quanto vogliono, sbattersi da un capo all’altro del mondo, ma è dentro che i piedi devono correre. Anche io ho discretamente viaggiato ma ho viaggiato senza esistere. Oggi, cinque anni dopo l’incidente mi rialzo e ricomincio ad esistere.

fuochi nella notte (parte 1)

Ricordo bene il suo sguardo.
Attraversa ancora la mia anima
come una scia di fuoco nella notte.
Ricordo bene il suo sguardo. Il resto…
sì, il resto è solo una parvenza di vita.

Ieri ho passeggiato per le strade come una qualsiasi persona.
Ho guardato le vetrine spensieratamente
e non ho incontrato amici con i quali parlare.
D'improvviso mi sono sentito triste, mortalmente triste, così triste che mi
è parso di non poter vivere un altro giorno ancora, e non perché potessi
morire o uccidermi, ma solo perché
sarebbe stato impossibile vivere il giorno dopo
e questo è tutto.

Fumo, sogno, adagiato sulla poltrona.
Mi duole vivere in una situazione di disagio.
Debbono esserci isole verso il sud delle cose
dove soffrire è qualcosa di più dolce,
dove vivere costa meno al pensiero,
e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al sole
e svegliarsi senza dover pensare a responsabilità sociali
né al giorno del mese o della settimana che è oggi.

Dò asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale,
che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero
canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove.

Fernando Pessoa

aiutami proteggimi nell'impalpabile

Cosi cantavano gli scisma un pò di tempo fa.
Cosi canto io stasera, anche se ricordo appena la voce di Sara Mazo, ma conosco la mia, quella che viene da dentro. Amo questi stati delle mente alterati, diviene tutto cosi vero, tutto cosi tremendamente possibile. Oggi ho conosciuto una persona incredibile, quando si dice l'intelligenza è tutto. Adoro l'intelligenza e tutti i mondi in cui essa ti porta. E poi stasera ancora la vita, che mi travolge e mi chiama ed io non so quali siano i movimenti più giusti. I sogni non si afferranno perchè finirebbero di essere sogni, ma il sogno di ritornare a me stessa forse si sta sfaldando e i contorni delle cose sono qui, di fronte a me, forse riesco ancora ad afferrarli. Forse riesco ancora ad afferarmi. Almeno so che posso provarci ancora......

simmetrie chilometri nella tua scia che muove morbida guidandomi verso di te simmetrie aiutami proteggimi nell’impalpabile guidandomi verso di te perché non mi manchi la tua verità simmetrie nel vento baciami sfiorandomi e quest’istante esplode nell’altissimo stagliandosi sopra di noi perché non mi manchi la tua verità simmetrie nel vento...

mercoledì, giugno 21, 2006

estate

Il giorno più lungo dell'anno sta finendo e mentre le ultime ore di questa giornata scorrono via, arriva sfolgorante l'estate, a pieno titolo. Oggi 21 giugno. Ho sempre amato gli equinozi e mi è sempre piaciuto dare un valore a quei quattro giorni ambasciatori. Amo i messaggi e raccoglierli è un pò come un compito dell'anima, come se aprissi una porta e lasciassi entrare la nuova stagione. E allora ho già steso il mio tappeto rosso a questo giugno rivelatore e comincio la mia corsa verso la dolcezza dei tramonti e la gioia di ogni nuova alba che potrò ammirare.

lunedì, giugno 19, 2006

i codici meccanografici

Ieri ho scoperto che il 5 luglio scadono le domande per le supplenze. Due anni fa vinsi la mia bella borsa di studio e me ne andai a Barcellona. Ma ora dove scappo? E in fondo non so neanche se ho più voglia di scappare. E quindi eccomi qui nuovamente di fronte al dilemma. Non sarò abilitata prima di due anni e fare domanda di supplenza a Salerno sarebbe come decidere di passare il resto della mia vita sotto i ponti. Torino è l'unica città dove ho dei veri riferimenti e dove, nonostante tutto, mi sentirei un pò a casa. Ma sto pensando anche alla Toscana, non lo so, so solamente che ho una gran confusione in testa. Ho scaricato i codici meccanografici di tutti i Licei, Magistrali e Istituti Tecnici torinesi, ma non so se troverò il coraggio di inserire quei trenta nomi in questo foglio a colonna che mi guarda in cagnesco. Fatemi un biglietto per Lisbona e fate della saudade la legge del mondo.

sabato, giugno 17, 2006

canto d'amore

Come potrei trattenerla in me,
la mia anima, che la tua non sfiori
come levarla, oltre te, ad altre cose?
Ah, potessi nasconderla in un angolo
perduto nella tenebra, un estraneo
rifugio silenzioso che non seguiti
a vibrare se vibri il tuo profondo.

Ma tutto quello che ci tocca, te
e me, insieme ci prende come un arco
che da due corde un suono solo rende.
su qual strumento siamo tesi, e quale
violinista ci tiene nella mano?

Rainer Maria Rilke

certe sere di giugno sono come specchi per l’anima...
e in fondo basta solo saper ascoltare.

venerdì, giugno 16, 2006

note sulla convivenza

Ho un sonno terribile.
Stamattina mi sono svegliata nientepocodimeno che alle otto.
Comincio ad odiare questo computer con cui convivo da oramai un mese 24 ore su 24. Ho fatto un tirocinio di 30 ore effettive e 3000 ore di compilazioni e relazioni. Mia madre dall'altra stanza maledice tutta la burocrazia che invece tocca a lei e non la invidio, però temo per il mio futuro. La scuola diventerà sempre peggio? O finalmente vincerà il sapere? Ai posteri l'ardua sentenza. Nel frattempo torno al mio modulo sulla fonetica che da una quindicina di giorni è attivo sul ridente sito dell'ITALS della Cà Foscari a cui ieri ho regalato altri sghei sotto forma di seconda (e ultima) rata. Devo elaborare e inventarmi l'impossibile tra interventi oltre tempo massimo e attività che dovrò inventare di sana pianta. Menomale che stasera a Salerno c'è Beppe Grillo. E poi un pò di luce giugno la regala sempre.

giovedì, giugno 15, 2006

licantropia

In qualche luogo i sogni diventeranno realtà.

C'è un lago solitario
illuminato dalla luna per me e per te
come nessuno per noi soli.

Lì la scura bianca vela spiegata
in un vago vento non sentito
guiderà la nostra vita-sonno
laddove le acque si fondono
in un lido di neri alberi,
dove boschi sconosciuti vanno incontro
al desiderio del lago di essere di più,
e rendono il sogno completo.

Lì ci nasconderemo e svaniremo,
tutti vanamente al confine della luna,
sentendo che ciò di cui siamo fatti
è stato qualche volta musicale.

Fernando Pessoa

martedì, giugno 13, 2006

morire, dormire, sognare forse

Finalmente giugno inizia a farsi sentire.
Finalmente inizia a regalare quel calore che t’invade la pelle e la riscalda, dandoti quella sensazione di piacere che solamente il sole può trasmettere. Ieri ho fatto una passeggiata con Angela. Siamo state alla lungomare, ci siamo sedute su una panchina mangiando un gelato e abbiamo chiacchierato. Di noi, del nostro futuro, della nostra voglia di andarcene e allo stesso tempo della nostra voglia, più grande, di non lasciare mai questo posto. Chissà, forse insegneremo davvero l’italiano agli stranieri. Qui e altrove. Magari Angela andrà in Giappone ed io in Argentina, ma sempre ritorneremo a questo sole e a questo mare. Non è un quadro di pittura romantica. E’ uno stato dell’anima, è una filosofia, è dna. E’ tutto il nostro mondo a cui non potremmo e non vorremmo mai rinunciare. Poi, è arrivata la sera. Il monomanu è un ottimo rifugio per i nostri momenti di quiete. Ho un balcone che affaccia su un mondo silenzioso. Incastonato tra due tetti si vede uno squarcio di cielo che regala il tramonto dolce di giugno. Riesco a catturarlo col mio sguardo mentre innaffio le piante e sento la pace nel cuore. Luciana e Daniele ci raggiungono e insieme guardiamo il primo tempo della partita dell’Italia mentre mangiamo con un piatto di pasta sulle gambe. Io, Angela e Luciana tifiamo Ghana. Daniele non ha alleati. Poi scendiamo giù e andiamo in un locale a vedere il secondo tempo della partita. Lì ci sono degli amici che ci aspettano e lì Daniele trova in Luca un suo fedele alleato. Ma Carmen sta dalla nostra parte. L’Italia vince 2-0. Finalmente si torna per la strada. A bere, a chiacchierare sui massimi sistemi cercando di zittire l’oratore. A raccontare le lezioni di filosofia sul rapporto tra l’io e l’altro. E quindi di Rimbaud e di Baudelaire. E i pensieri si attorcigliano nella mia testa e fanno la lotta. Non voglio spade nel cuore stasera. Chiedo congedo dai fiori del male e compro un'altra birra. E quindi di nuovo per la strada a morire, a dormire, a sognare forse.

To be or not to be?

sabato, giugno 10, 2006

la strategia del mare

Non so se nelle prime sere d’estate mi tormenta più il ricordo di te o il pensiero di ciò che verrà. O forse tutte e due, insieme. L’estate in fondo non è ancora arrivata, più che dal caldo incerto me ne accorgo dai profumi ancora lontani e da quella mancanza di aria di festa che ti invade il cuore, quando alle tre di notte sei seduto con qualcuno per terra ad un marciapiede a mangiare un gelato o sei su una spiaggia, attorno ad un falò o in silenzio ad ascoltare il rumore delle onde che battono sul bagnasciuga. Quanto mare abbiamo vissuto insieme. Io e te. Sempre e solo sotto un cielo stellato. E’ curioso a pensarci, ma non abbiamo mai visto il mare di giorno. Adoravo la notte, era il nostro spazio privilegiato, ore in cui potevamo dimenticare i nostri libri ed i nostri esami e tutto il mondo che viveva di giorno. Noi avevamo la notte. Su un belvedere che dava sulla costiera dalle parti di Vietri o su una determinata spiaggia. Oggi, qualche volta, passo ancora per quella porta segreta che dava l’accesso a quella determinata spiaggia di quel determinato lido, lo faccio solo per il gusto di farlo, per assaporare quel pizzico di malinconia che ti dà anche una strana felicità triste, per ripetere un gesto che mi portava in un mondo fantastico, quasi come fosse stata una favola. Non ci avevo mai pensato. Avevamo una porta segreta che dava accesso ad un mondo fantastico. Ora, quando ci passo, tutto è rimasto uguale, le cabine blu e la scala che ci portava sulla spiaggia. Probabilmente anche il mare è rimasto lo stesso e forse le sue onde di notte battono ancora sul bagnasciuga per qualcuno, ma non per noi.

venerdì, giugno 09, 2006

il viaggio dentro la testa

Stanotte ho sognato Carlos. Era un po’ di tempo che non mi capitava di pensarlo. Sarà che ieri ho avuto la fortuna di ascoltare la lingua dell’anima e stanotte ho potuto abbandonarmi al suo fascino.
Ieri ho conosciuto Claudia e ho ascoltato la sua storia. Da Capo Verde a Lisbona per studiare e da Lisbona a Salerno per amore. Strani percorsi di vita che si incrociano e si scambiano segnali. Tra qualche giorno sarà un anno esatto dalla mia settimana di vita nella città dell’anima e un anno esatto dall’essermi trovata al suo cospetto. Lisboa. Pessoa. Rua dos Douradores. Desassossego. Bernando Soares. L’inquietudine che si è fatta anima. Cesaria Evora è un bel risveglio stamattina. L’ho preferita ad Amalia Rodriguez. Per Claudia, per omaggiare il suo coraggio e la sua vita. Capo Verde ha il suono di Cesaria Evora. Il portoghese ha il suono dell’anima. Io viaggio nella stessa direzione.

“Dal mio quarto piano sull’infinito, nella plausibile intimità della sera che sopraggiunge, a una finestra che dà sull’inizio delle stelle, i miei sogni si muovono con l’accordo di un ritmo, con una distanza verso viaggi a paesi ignoti, o ipotetici, o semplicemente impossibili”.

giovedì, giugno 08, 2006

amo gli stati più disperati....

Stamattina mio padre ha bussato alla porta della mia stanza e mi ha dolcemente detto: Manuela ma dormi ancora? Sono quasi le undici! Cavolo…. sono solamente le 11 ho pensato… però oramai il danno era fatto e una volta che apro gli occhi non riesco più ad addormentami.
Quindi sono scesa dal letto col piede giusto (anche se non ho mai capito quale sia) e sono andata in cucina a farmi il caffé prima di iniziare qualsiasi altra attività fisica o mentale. Con la tazzina piena ho iniziato a leggere il giornale nella cronaca di Salerno e ho scoperto che tra stasera e domani ci sono dei fenomenali concerti sparsi per la città, naturalmente tutto sponsorizzato (se ci credi) dai due sfidanti alla poltrona di sindaco. Stasera concerto di dolcenera. Spero non ci sia lo spirito di De Andrè tra la folla. Intanto ascolto un simpatico cd che ho creato per un amico conosciuto da poco: inizio le mie storie sempre regalando una mirata compilation alla persona in questione. L’ultima l’ho ideata cinque anni fa. Secondo una teoria che qualcuno (chissà chi) una volta mi ha spiegato, ci si innamora ogni quattro anni… io già ho sforato di uno. Però probabilmente ciò è dipeso dal fatto che il passaggio dal secondo al terzo stadio è quello più difficile o almeno mi piace pensare che sia cosi. Soprattutto: ma il passaggio dal secondo al terzo stadio è veramente avvenuto? Avevo dimenticato quanto mi piacesse questa canzone degli Estra: soffochi?

mercoledì, giugno 07, 2006

frammento numero 68

Voglio l'estate.
Voglio giugno, il mio mese perfetto.
Voglio guardare dalla finestra della mia stanza le stelle
.

martedì, giugno 06, 2006

appare la bellezza

mai assillante nè oziosa...austera e di sostanza sferzante.
E ricominci a sognare.

Informazioni personali

La mia foto
Salerno, Italy
Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

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