giovedì, dicembre 30, 2010

Elementi naturali, elementi artificiali

Ieri sono stata al mare. C'è in questi giorni una luce cosi bella da toglierti il respiro. Una luce che donerebbe la vista anche ad un cieco. Dicembre mi piace proprio per queste giornate cosi luminose, aria fredda quanto basta, cieli tersi e tramonti pennellati di rosa. Ieri ho visto il tramonto passeggiando sulla spiaggia, con il sole che disegnava una linea di luce fino al bagnasciuga e quei colori rosa dappertutto, incendiavano l'orizzonte. L'aria era cosi limpida e pulita che di fronte al mare si aprivano nitidi i due bracci del golfo, si vedeva finanche Cetara sulla destra e oltre Agropoli sulla sinistra, forse Santa Maria o chissà. Salerno, più grande di tutte sembrava una regina seduta sul trono che tutto vigilava. Mi sono sentita fortunata e ancor di più quando chi era con me mi ha guardato e mi ha detto "ma come si fa a vivere senza mare?" . Non lo so, io non lo so come si possa vivere senza certi panorami e certe sensazioni, senza certi colori, certi profumi, certi suoni. Ho passeggiato sulla spiaggia raccogliendo conchiglie che terrò per me. Il rumore delle onde che battevano sulla battigia era una musica che ti liberava da ogni pensiero, da ogni dolore, da ogni offesa. Abbiamo lasciato le impronte dei nostri piedi sulla sabbia bagnata, come giganti, perchè ci si sente piccoli davanti al mare, ma anche grandi, grandi e fortunati. Poi la pineta alle nostre spalle ha cominciato a lasciare posto alla luce fioca che segue il tramonto e con quel rosa pieno di azzzurro negli occhi abbiamo salutato il mare, senza salutarlo, perchè il mare è dentro di noi, è dentro di me, è dentro di te e non potrà mai essere prosciugato da nessun cielo nero.

giovedì, dicembre 23, 2010

forse il nostro viaggio porta un pò più lontano....

Oggi ho fatto tutto come se tu stessi arrivando. Ho ripetuto gli stessi gesti automatici e le abitudini che nascono in me prima di un tuo ritorno.
Ho cambiato il letto perchè le lenzuola profumino di pulito quando ci appoggerai le guance, la tua bocca che sa di sale e le tue narici asmatiche. Mi sono depilata in modo scientifico, ho spalmato il mio corpo di crema, ho tagliato le unghie, lavato i capelli. Ho tolto la polvere dalla mia stanza perchè non si scateni la tua allergia e perchè non ho mai gli antistaminici nell'armadietto delle medicine quando ti servono. Ho controllato che fossero puliti i vestiti più belli che ho per poterli indossare al tuo cospetto. Appena sveglia ho messo un disco che ci piace tanto, a tutto volume, ed ora mi addormento ascoltandone un altro che ci unisce nel sonno. Mi sono guardata allo specchio e mi sono piaciuta. Mi sento profumata, pettinata, bella. Ora sono pronta per il viaggio, ora sono pronta per respingerti in mare, insieme a me.

si sparse dovunque l'odore dei disinfettanti...

Mi sono sempre considerata una persona pulita, pura, senza macchia.
Ho sempre avuto cura e rispetto dei sentimenti e di ciò che è più importante per il mio cuore. Ho sempre cercato di non disinfettare nulla(se non le ferite inferte dagli altri), ma di tenere i sentimenti in un posto al caldo, pulito, profumato. Per questo forse mi riempie di schifo il sapere che ci sono persone sporche, piene di macchie e senza nessun senso del pudore. E proteggimi dai lacrimogini, dalle canzoni inutili e proteggimi le sopracciglia dai manganelli...

sabato, dicembre 18, 2010

e i tuoi capelli che sono fili scoperti, che sono nastro isolante..

pensieri notturni

"e i tuoi capelli che sono fili scoperti che sono nastro isolante che sono fili scoperti .. "

sabato, dicembre 11, 2010

Succursali di paradisi artificiali

Ieri, mentre andavo come ogni venerdi pomeriggio al corso di inglese all'Università, in macchina ascoltavo come mi capita da quasi un mese a questa parte, Le Luci della centrale elettrica e nello specifico quest'album dal nome provocatorio e disperato, Per ora noi la chiameremo felicità. Mi chiedo cosa si prova ad essere la ragazza di Vasco Brondi. Come ci si deve sentire a difendersi da tutti quegli attacchi di odio e amore. Come ci si deve sentire sporchi ad aver distrutto sogni cosi grandi e sentimenti cosi coraggiosi. Poi mi chiedo come mi sento io. Ci sono dischi che ti entrano dentro ancor prima che tu te ne accorga, all'apparenza distanti e incapibili ma poi lentamente si insinuano sotto la pelle e fin dentro le ossa, con tutte quelle frasi fintamente urlate, che ti entrano ogni giorno un pò di più nella testa, nei pensieri, ritrovandoti a ripetere frasi e a ricordare immagini che nemmeno credevi di ricordare. Poi sono arrivata all'università, ho tolto lo stereo, ho preso le mie borse ed il mio cellulare e ho continuato ad ascoltare I nostri corpi celesti con le cuffie sparate nelle orecchie. Il centro linguistico è raggiungibile in qualche minuto, ma quei pochi minuti mi servono per prepararmi al distacco da me stessa e a rientrare nel mondo. Sono in anticipo, un'amica mi chiama al cellulare e chiacchero, mentre Sascha passa nel corridoio con la sua solita faccia simpatica e mi dice Hi ed io gli rispondo How are you? I'm tired fa lui, ma ha sempre il sorriso sulla bocca e la sua stanchezza non pesa ne' a lui ne' agli altri. Poi mentre parlo ancora al cellulare, appoggiata ad un muro, passa Gerarda che e' lì anche lei per il corso di inglese, ma un livello superiore al mio. La vedo mentre arriva da lontano, che mi guarda con il suo solito sorriso pieno di dolcezza. Io, anche se dovrei entrare in classe, decido di andare con lei a prendere un caffè alle macchinette. Mentre ancora parlo al cellulare, lei prende la mia borsa coi libri. Chiudo la telefonata e ci avviamo verso le macchinette. Parliamo di musica, del nostro bellissimo concerto dei Giardini di Mirò un marzo di quasi quattro anni fa e mi ritrovo catapultata nella realtà, senza sconti, senza fiori da cogliere sul precipizio, ma solo con il sorriso di Gerarda che mi ricorda quanto e' bella l'amicizia e quanto e' bello il mio cuore pieno di occhi e pieno di luce.

giovedì, dicembre 02, 2010

Vorrei vedere voi...

Le ossa e le giunture cedono di schianto... ma i centri emozionali stanno bene, resistono a quel mondo che non sente e che non c'è.... non c'è... non...

domenica, novembre 21, 2010

senza voltarsi

Tu conti le ossa e mischi le ossa...

petali di rosa dura spiccano in volo sfrontati senza voltarsi...
mi lasciano nell'estasi del declino..

giovedì, novembre 18, 2010

L'anno luce

E di giorno ti parlavo da distanze siderali, mi bruciavo...
La strage. Repeat?

sabato, novembre 13, 2010

l a b i r i n t o

- e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi a sinistra
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque,
verso ovunque fino al crocevia,
dove convergono
per poi disperdersi le tue speranze,
errori, dolori, sforzi, propositi
e nuove speranze.

Una via dopo l'altra,
ma senza ritorno.

Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te
e laggiù, a mo' di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.

Puoi decidere dove essere o non essere,
saltare, saltare pur di non farsi sfuggire.

Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.

Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni, in fretta,
perchè nel tempo hai poco tempo,
da luogo a luogo fino a molti
ancora aperti, dove c'è gioia,
benchè il dolore sia pressochè
lì accanto e altrove, qua e là,
in un altro luogo
e ovunque felicità nell'infelicità
come parentesi dentro parentesi, e cosi sia
e d'improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
ma solo quello, perchè un altro non c'è.

Deve pur esserci un'uscita,
è più certo.

Ma tu non la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall'inizio
che ti insegue,
e il labirinto altro non è
se non la tua, finchè è possibile,
la tua, finchè è tua,
fuga, fuga.

W. Szymborska

sabato, ottobre 23, 2010

risposta

Perdonami se ti cerco così dentro di te.
Perdonami il dolore. È che da te voglio estrarre il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti e che io vedo, immerso nel tuo profondo.


P E D R O S A L I N A S

lunedì, ottobre 18, 2010

F U O R I T I R O

Ti guardo di nuovo negli occhi
nel labirinto che hai in testa.
Ho sentito cosa hai detto
e penso che la tua mente stia cedendo.

Ti ho seguito finchè ho potuto
qualche volta ho anche pensato di capire
e ora sono qui da sola
mentre tu voli fuori tiro
dicendomi che i tuoi frammenti di parole ubriache
li ha scritti la mia mano.

Chiedi solo una semplice carezza,
non è mica molto. Bè, dipende da dove la vuoi.

Non sai le volte che ho sperato che il cielo si arrendesse
e lasciasse le stelle libere di cadere rompersi precipitare
senza fermarsi mai
e ora dici che senti le voci della ragione
ridere di te
forse è vero,
forse dovrebbe.

Ora vuoi sapere
se posso rattoppare il tuo viso sanguinante
se posso ridarti un pò di grazia
se ho visto il tuo onore da qualche parte

se potessi prenderti tra le braccia e incollarti i pezzi
se potessi spezzare l'incantesimo
l'avrei fatto da tempo
se potessi tenerti insieme
se avessi il potere magico.

Se avessi il tocco che guarisce
forse potrei farti capire quanto
ho avuto bisogno di te.

S u z a n n e V e g a

martedì, ottobre 05, 2010

corpi

Ci sdraiammo sul pavimento, le spalle contro il giorno. Non avevo bisogno di più luce di quanta già non fosse nel suo tocco, le sue dita che scorrevano sulla mia pelle, risvegliando le terminazioni nervose. Con gli occhi chiusi cominciai un lungo viaggio lungo la sua spina dorsale, la strada acciottolata che mi condusse a una fenditura e a una vallata umida e poi a un pozzo profondo nel quale annegare.
Ci sono altri luoghi al mondo oltre a quelli che si scoprono sul corpo di un amante?

J.Winterson

giovedì, giugno 10, 2010

Giugno

Del mese di Giugno ho sempre amato perdermi tra le stradine di campagna con la mia macchina e scoprire i campi di grano falciati con le balle dappertutto, come in un quadro di van Gogh. Giugno è sempre stato un mese che ho amato tanto, ma da qualche anno non è più cosi prodigo di bellezza. A volte è stato mese di dolore, altre volte come quest'anno, è un mese più autunnale che estivo, dovendolo vivere nella punta estrema dell'Europa, affacciata sull'oceano certo, ma troppo spesso senza l'azzurro del cielo ed il giallo dei campi di grano.
Che voglia di scrivere ho stasera, come vorrei aprire la mia mente e farla rotolare per ore ed ore, far scivolare i pensieri e farli arrivare tra le mani di chi amo. Questa pioggia incessante de La Coruna mi uccide, mi toglie il sorriso, mi apre ardente nel cuore la ferita della malinconia, della mia terra, della mia gente, della mia lingua. E' ingiusto vivere separati da ciò che si ama, cosi come è ingiusto e triste guardare solo da lontano il nostro amore che a furia di gridare rimarrà soffocato. Perchè si permette alla paura di governare ciò che abbiamo di più bello? Io un tempo avrei spaccato le montagne pur di raggiungerti. Adesso sono in cima al precipizio,insieme a te, ed in ogni istante ti grido di cogliere quel fiore di stendhaliana memoria. Abbassati e coglilo prima che puoi, per l'amor di Dio. Non aver paura di cadere giù, ci sono io che ti tengo la mano, più forte che posso.

martedì, marzo 23, 2010

Addio a una vista

Non ce l’ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.

Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.

Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.

Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta- come se tu vivessi ancora-
bella come era.

Non ho rancore
Contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.

Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.

Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e tacere felici.

Suppongo perfino
che li unisca l’amore
e che lui stringa lei
con il suo braccio vivo.

Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.

Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.

Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro
ora nere.

Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza-
ci rinuncio.

Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

Wislawa Szymborska

venerdì, marzo 05, 2010

Vento in faccia

A volte la musica mi salva, proprio quando sto per buttarmi. Mi arriva da lontano, attraverso il vento che mi accompagna nelle mie passeggiate, mi scopre la faccia, mi sveglia, mi apre gli occhi fino a farli lacrimare. Il vento arriva dal mare, come tutte le cose belle. Dove c'è il mare c'è sempre una speranza da cavalcare, come un'onda. Mi chiedo perchè a volte sono cieca, proprio quando non dovrei esserlo e al contrario vedo troppo quando non vorrei vedere. Ma ho imparato che non tutto può avere una risposta e probabilmente sono anche stanca di cercare continuamente un senso.Voglio vivere per un pò nell'indefinito, nell'impalpabile, nel mondo onirico che sta nei miei sogni più coraggiosi. Il vento soffia in faccia e mi sveglia, è bello sentirlo addosso perchè mi riconduce a me stessa e traccia la via delle lacrime, dandogli la vita e la libertà di essere.

giovedì, gennaio 14, 2010

Amore e immedesimazione (capitolo 15)

Si dimenticano molte cose del proprio passato e le si caccia di proposito dalla mente: cioè si vuole che la nostra immagine, che irraggia dal passato verso di noi, ci inganni,lusinghi la nostra presunzione - noi lavoriamo continuamente all'inganno di noi stessi. E ora credete voi, che tanto parlate e decandate "l'obliar se stessi nell'amore", lo "sciogliersi dell'io nell'altra persona", che ciò sarebbe qualcosa di sostanzialmente diverso? Dunque si infrange lo specchio, ci si immagina in un'altra persona che si ammira, e si gode poi la nuova immagine del proprio io, anche se la si chiama col nome dell'altra persona - e tutto questo procedimento non sarebbe inganno di sè, non sarebbe egoismo, gente strana! Io penso che coloro che nascondono qualcosa di sè a se stessi e coloro che a se stessi si nasconodono come tutto, sono uguali in ciò a coloro che commettono un furto nella camera del tesoro della conoscenza: dal che risulta contro quale reato ci metta in guardia il detto "conosci te stesso" .

F. Nietzsche "Umano troppo umano"

Informazioni personali

La mia foto
Salerno, Italy
Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

Archivio blog