sabato, giugno 21, 2008

sabato, giugno 14, 2008

stati d'animo

La convalescenza, soprattutto se la trascorsa malattia riguardava il pensiero, è come un’allegria triste. C’è una specie di autunno nelle emozioni e nel pensiero; o meglio, qualcosa di certi principi di primavera che, anche se non cadono le foglie, somigliano, nell’aria e nel cielo, all’autunno.

La stanchezza è piacevole, e ciò fa un po’ male. Ci si sente leggermente appartati dalla vita, anche se dentro di essa, come sulla terrazza della casa del vivere. Si è contemplativi ma non si pensa, si provano sensazioni senza un’emozione definibile. La volontà riposa perché non ne abbiamo bisogno. E certi ricordi, certe speranze, certi indefiniti desideri salgono lentamente la china della coscienza come certi viandanti visti dall’alto del monte. Ricordi di cose futili, speranza di cose che non furono ( e che ci importa che non siano state), desideri che avevano la violenza della natura o di un’esplosione, o che non hanno mai potuto voler essere. Quando la giornata si sintonizza su queste sensazioni, come oggi, in questa giornata d’estate con nuvole e strisce d’azzurro con una lieve brezza perché non fa caldo, anzi fa quasi fresco, allora si accentua lo stato d’animo che ci fa pensare, sentire, vivere queste impressioni. Non che siano più chiari i ricordi, le speranze, i desideri che avevamo. Ma sentiamo di più, e la somma incerta di quelle cose pesa un po’, assurdamente sul nostro cuore.


C’è qualcosa di lontano in me, in questo momento. Sto sulla terrazza della vita ma non si tratta esattamente di questa vita. Mi trovo sopra la vita e dal mio punto di osservazione la osservo. Essa si estende sotto il mio sguardo, in terrazzi e declivi, come un paesaggio diverso, fino al fumo delle case bianche dei borghi della vallata. Chiudendo gli occhi continuo a vedere, proprio perché non guardo. Se li apro non vedo più niente, perché non vedevo.
Mi sento tutto una nostalgia vaga, non del passato o del futuro, ma una nostalgia del presente, anonima, prolissa e incompresa.

16.7.1932
Fernando Pessoa

venerdì, giugno 13, 2008

HAI PAURA DEL BUIO?

Io si. Ne ho sempre avuto paura. Di notte dormo con la luce accesa e riesco a spegnerla solo alle prime luci dell’alba.. ma solo quando dormo da sola. Quando qualcuno divide il sonno con me non ho paura. E’ una di quelle vecchie paure che mi porto dietro, insieme alla paura del gas e a quella di non saper mettere il rullino alla macchina fotografica.

Stasera dopo tanto tempo ho riascoltato un po’ di musica e mi è sembrato strano rimettere nel lettore gli afterhours.. come un vecchio gesto ancestrale, oserei dire. Ho saputo che quest’estate suoneranno al GiffoniFilmFestival e devo dire che la notizia mi ha dato una piccola scossa di felicità come non mi succedeva da tempo riguardo ai concerti (fatta eccezione per il concerto della divina - alias PjHarvey- a Roma durante questa primavera). Andrò a vederli certamente e sono contenta di poterli condividere per la prima volta con chi non li ha mai ascoltati… intanto le tracce scorrono… Pelle è sempre bellissima, riesce ancora a farmi tremare il cuore e voglio una pelle splendida mi dà ancora quel senso di pace e di vittoria interiore che provavo tanto tempo fa e non posso fare a meno di pensare anche al fatto che qualcuno ogni tanto mi dice ancora che io somiglio a quella canzone... quanti ricordi…. mi potrebbe scoppiare la testa se volessi farli scorrere tutti insieme….

Fuori è una placida serata di metà giugno.
E’ l’onomastico di mio fratello e della mia cuginetta.
Scrivo nella penombra, mentre aspetto una telefonata che non arriva. Al centro della stanza una valigia mezza aperta e mezza fatta. Lunedì vado a Milano per una settimana. E’ stato bello leggere la delusione sulle facce dei miei alunni quando stamattina gli ho comunicato che la settimana prossima non avrebbero fatto lezione con me. A certi alunni mi ci affeziono quasi, a volte…proprio come con le persone della mia vita. Una manciata e forse ancor di meno, invece, le amo.

Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto. Dà angoscia

il vivere di un consumato
amore. L’anima non cresce più.

Pasolini

lunedì, giugno 09, 2008

piccole felicita'

Stamattina ero un po' preoccupata perche' c'erano i nuovi arrivi... ed invece ho scoperto una classe che mi piace, ragazzine irlandesi scetatelle e simpatiche.. un messicano che ha girato mezzo mondo, una tedesca fidanzata a Salerno e che legge l'italiano con l'accento spagnolo e il solito israeliano con cui mi diletto a dire quelle 4 parole di arabo che so e lo faccio felice come un bambino! Ma la mia piu' grande gioia oggi e' stata la lezione individuale con la ragazza svedese di madre svedese e padre portoghese, ergo bilingue... inutile dire che la lezione e' casualmente slittata sul portoghese... speriamo che non mi scoprino :)

vado a casa, a mangiare... sono le 4.. che vitaccia...
ma a Dicembre forse riusciro' con questi soldi ad andare in Argentina e tutto questo mi fa felice...
un beijo a chi mi pensa.

giovedì, giugno 05, 2008

cambiamenti climatici

Da due giorni c'è un tempo cosi stupido..come diceva mia zia, non è sincero.
Il tempo non è sincero... questa espressione mi è sempre piaciuta tantissima e anche io a volte la uso. Da due giorni il tempo non è sincero... pioggia mista a sole fortissimo e nuvole nere stagliate su un cielo azzurro. Io ho da poco finito di lavorare e devo tornare qui alle cinque per il corso pomeridiano agli erasmus turchi. Martedi scorso, tra una preposizione e l'altra abbiamo parlato di Instabul.. e della costa dell'antica Grecia... chissà, prima o poi i miei occhi riusciranno ad afferrare tutta quella bellezza.

Ma oggi il tempo non è sincero.. ho bisogno di un pò di luce e di qualche risata, magari di un'altra cena a casa di Nico (con un libro di Pablo Neruda in mezzo ai piatti da poter sfogliare) o su qualunque terrazza che dia sulla notte stellata.


Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.

Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.

A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l'anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.

Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perchè mi investirà tutto l'amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?

E' caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.
Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.

[Pablo neruda]

domenica, giugno 01, 2008

questa notte una lucciola illumina la mia finestra....

Ci sono giorni in cui la mia voglia di scrivere è più forte di ogni cosa. Negli anni passati provavo spesso questa sensazione e molto spesso non riuscivo a non assecondarla ed allora scrivevo, scrivevo, scrivevo… scrivevo lettere, quaderni, scrivevo in consolist, scrivevo a me stessa, scrivevo poesie.. negli ultimi anni la mia voglia ed il mio bisogno di scrivere hanno fatto a pugni con le mie ferite e con il mio cuore stanco, con la delusione delle parole dimenticate.. è questa la spiegazione che do alla mia attuale inadeguatezza alla scrittura eppure nel momento stesso in cui lo dico o semplicemente lo penso, dentro di me so benissimo che non potrò mai sentirmi inadeguata di fronte alla scrittura..

Oggi ho visto il mare.. niente di particolare…da quando sono tornata a casa non passa giorno senza che io lo veda o lo senta….. ma oggi non sono stata la sola a poterlo guardare… e questo mi ha dato una piccola gioia… Genova, quanti ricordi e quanta musica, quante risate e quanti sogni. Devo ritornarci uno di questi anni e camminare in via del campo raccogliendo tutti i fiori della mia mente, sentirne l’odore e credere ancora che la bellezza non nasce dai diamanti….

Il 31 maggio di ogni anno strappo un giorno prima la pagina del calendario, cosi che giugno possa arrivare qualche ora prima. Ed è cosi che ieri sera ho fatto.. ma sono stata contenta di uscire fuori e di vedere ancora qualche lucciola nel buio… a me le lucciole fanno commuovere ed anche questo anno la prima lucciola mi ha fatto battere il cuore. C’è una persona a cui penso sempre quando vedo le lucciole, forse perché mi ricordo sempre di quanto gli piacciano o forse perché quelle lucine che danzano nel buio mi fanno pensare alla malinconia che ho di lui. Perché io Peppe non lo vedo da troppo tempo e non so neanche perché. Ed oggi giugno è qui. E’ un mese che ha un posto speciale nel mio cuore, perché mi ha sempre regalato emozioni, alcune tra le più belle della mia vita a cui ogni tanto ripenso, anche se quelle emozioni ora non esistono più da parecchio tempo ma fanno parte di me perché attraverso loro sono diventata quel che sono. Parlavo delle lucciole e delle emozioni…. se ci penso mi viene da piangere… le immagini raccolte nello scontrino di non so che… lo facevo tante volte anche io… fermare un pensiero estemporaneo in uno scontrino raccolto da una tasca… quella canzone mi faceva piangere, era meravigliosa...ogni sua frase mi entrava dentro come sangue nelle vene e mi apriva il cuore come un soffio di vento caldo.

Quando penso a quegli anni passati a sognare e a vivere attraverso le sue canzoni mi vengono i brividi… pensare a quella immensa forza che mi dava da prendere tutta l’Italia in una mano e girarmela come volevo… inseguendo volti, voci, cuori, sogni, paure…. Un sogno meravigliosamente folle che mi ha dato molto di più di quel che mi ha levato…. io e tanti altri siamo rimasti con la stessa pelle che portavamo addosso ma che pena pensare a chi quella pelle se l’è cambiata….

Ma il tempo ora non si è fermato ed io non sto aspettando nulla… una lucciola illumina ancora la mia finestra stanotte… ancor di più.. è entrata nella mia stanza ed è bellissimo godere di questo spettacolo al buio, nella mia stanza illuminata solo da quella piccola lucina e dallo schermo di questo computer… o forse si, sto aspettando.. ma più che qualcosa, sto aspettando qualcuno…un pezzo del mio cuore che vive troppo lontano da me… i’m waiting for an asteroid

Mi dà sollievo sapere che domani non dovrò andare al lavoro. E’ stata una settimana difficile che si è conclusa in modo terribile perché non può che dirsi terribile trovarsi da sola con un’amica a cui telefonano per dire che la mamma è morta…. sto ancora tremando e non ci dormo la notte, ma stasera cerco di trovare un po’ di pace, mi lascio trasportare dalla magia di giugno e dalle sue promesse, mi aggrappo a questa piccola luce sperando che mi porti verso una nuova alba…

e verso un cielo in bottiglia vorrei non guardare mai...


Ad altri toccherà avere
quanto ci toccherà perdere.
Altri potranno trovare
ciò che noi cercando
trovammo o non trovammo,
secondo la sorte che ci fu data.

Ma ciò che ad essi non tocca
è la magia che evoca
la Lontananza e ne fa storia.
E per questo la loro gloria
è la giusta aureola data
da una luce imprestata.

I colombi

[Fernando Pessoa]

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Salerno, Italy
Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

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