sabato, novembre 26, 2011

umanità sconsolante

Oggi Dublino è una città cosi triste o forse è solo lo specchio dei miei stati d’animo, però so che un cielo azzurro e il sole sulla pelle mi ridarebbero il sorriso e ritornerei  blu o forse rosa come a tratti mi sono sentita in questo ultimo mese.  Ho voglia di tornare a casa ma una parte di me ha voglia di rimanere in questa specie di limbo che mi ha avvolto in questi trenta giorni….  Quando si sta soli con se stessi  ci si ricorda delle cose più scontate, ci si ricorda ad esempio quanto è difficile trovare persone a cui ci si sente affini e con cui davvero si ha voglia di parlare e di incontrarsi. Mi chiedo a volte se essere più banali aiuterebbe a vivere meglio, se ascoltare musica pop renderebbe più lineari, se conoscere la gente e pensare di scoparsela darebbe più senso alla propria vita nel momento in cui la si vive, senza per forza tendere ad un altrove, senza per forza tendere ad un senso alto, diverso da quello che ti offre la fugacità delle cose nel  loro senso più negativo.

Perché la gente mi annoia? Perché rimango scandalizzata di fronte all’ignoranza delle persone e non concedo possibilità di appello? Perché mi do solo a chi mi entusiasma e mi arricchisce? In fondo a me piace cosi e so che non cambierei tutto questo, ma in questo mese, conoscendo tanta gente nuova mi sono ritrovata di fronte alle stesse domande di sempre e di fronte a certe domande anche le risposte si ripresentano più chiare, più forti e sfrontate ed io amo quelle risposte anche se ultimamente a volte mi feriscono perché sono piene di parole soffocate e legate a cui è stata negata la danza, ma le mie gambe sono il vero termometro del mio corpo e le sento ogni notte tremare ed agitarsi sotto la coltre di apparente calma che un giorno o l’altro verrà risucchiata di nuovo da questa energia inespressa ma piena di luce e di forza.

lunedì, novembre 21, 2011

last week in Dublin

Quando sono arrivata a Dublino avevo intenzione di restare sola con me stessa ed in massima parte sono riuscita nel mio intento.  Ma qualcuno ultimamente mi ha definito una pink moon e non posso che ritrovarmi in quella definizione perché  esprime bene la mia dualità, la mia parte scura, lunare appunto, e la mia parte rosa, quella solare, anche se il rosa è un colore che mi piace solo in alcuni momenti, ma mi piace da morire se penso al colore della pelle, la mia ma anche quella di qualcun altro. E soprattutto il rosa esprime la parte di me cosi delicata ed emozionale, quella che esplode all’improvviso quando il numero delle stelle nel mio cielo diventa cosi alto da oscurare la lucentezza della luna.
In questi giorni a Dublino sono molto rosa. Mi sento rosa, mi sento bella in questi giorni e questo mi succede ogni volta che mi sento libera. Mi chiedo se anche il cuore sente la sua libertà in questi momenti, anche se dentro la malinconia continua a scavare fino a che non arriva al fondo, se quel fondo si palesa. I vuoti dentro di me hanno forme varie e diverse, non sono semplici vuoti io credo, ma sono come il cratere di un vulcano solo in apparenza spento, come il Vesuvio se devo pensare a qualcosa a me caro. A quella sua sagoma cosi familiare, vista infinite volte viaggiando verso Napoli, quella curva cosi precisa nella mia mente, sempre lì, sempre pronta a ricordarti dove sei e chi sei.  Chissà che rapporto hanno i napoletani con il loro vulcano, non credo sia lo stesso rapporto di quello che i catanesi hanno con l’Etna, no non credo. Eppure anche in loro il fuoco brucia, ne sono sicura, l’ho visto, l’ho sentito, l’ho toccato con mano e mi sono anche scottata per dirla tutta, ma porto le cicatrici come si potrebbe indossare un abito che ci piace un sacco e che ci fa sentire più belli.
Stasera a Dublino fa freddo, ma è un freddo pulito, un freddo direi sincero. Dal finestrone della cucina dell’ostello, da dove scrivo, vedo le vetrate di una chiesa le cui campane suonano proprio di fronte la finestra della mia stanza, all’ultimo piano. Sulle grandi vetrate una scritta recita: GLORIOSAE MATRI ET DECORI CARMELI. E’ strano leggere una frase che traduco all’impronta e che invece probabilmente la maggioranza degli irlandesi che ci passano di fronte non ne capiscano il significato. Dovrebbero essere un po’ più umili questi irlandesi e cominciare ad imparare le lingue. Io mi sento fortunata ad essere nata in Italia e non cambierei la mia madrelingua con nessuna al mondo.
Stamattina sono uscita per la mia solita passeggiata.  Per andare nel mio solito negozio di dischi sono passata da Grafton street,  piena di luci di Natale e strapiena di gente. E’ una via pedonale piena di negozi, per lo più con capi di abbigliamento a dir poco pacchiani ed orribili e non capisco se le ragazze irlandesi pensano sia carnevale quando la sera scendono a bersi litri e litri di alcool. Ci sono cose decisamente più belle a Dublino che restano quasi vuote!
L’Irish Museum of Modern Art è un colpo al cuore. Quando ieri me lo sono trovata davanti dopo aver camminato più di un'ora a piedi per raggiungerlo mi sono sentita catapultata in un altro luogo, mancavano solo gli immensi prati davanti e il rumore musicale delle risate. Poi ho aperto la mia guida e ho letto che la costruzione di quest’edificio si ispirava all’Hotel des Invalides di Parigi, dalla cui vista James Butler, vicerè di Carlo III, rimase molto colpito durante un suo viaggio in Francia e una volta tornato in Irlanda ne commissionò a William Robinson una versione dublinese. A  volte vorrei non avere memoria.
Mi piacerebbe raccontare di tutte le persone che sto conoscendo qui. Di Juan che è cileno ma biondo come il sole ed ha un viso cosi pulito che a volte mi verrebbe voglia di abbracciarlo, di Arthur che è brasiliano e del Brasile ha quell’allegria pura e sincera, di Hector, di Pietro, di Carmine, di Daniel, dei pochi spagnoli simpatici che ho conosciuto, e di tutte le persone che ho incrociato. Ma sono quasi le otto di sera, la cucina si sta cominciando a riempire di gente ed è meglio che inizi a prepararmi qualcosa per non rimanere risucchiata dal vortice dei finti fornelli. E poi probabilmente tra poco arriva Juan, o Pietro, o Hector o Arthur e poi di sicuro si beve un bicchiere insieme.
Mi mancheranno. 

venerdì, novembre 11, 2011

Dublino

Non avevo nessuna idea di questa città prima di arrivare qui, se non qualche commento negativo da parte di dublinesi che ho conosciuto nei miei mesi a La Coruna. Eppure l’ho preferita a Londra perché mi metteva meno paura. Se avessi potuto scegliere sarei andata a New York ma non potevo ed allora la cara vecchia Europa mi accoglie nuovamente, lontana da casa. Mentre scrivo rifletto sul fatto che questo è il posto più a nord in cui sono stata, ma è decisamente molto più accogliente e limpido di città molto più meridionali ma molto più feroci, Milano sopra tutte. Oggi fa molto freddo, credo il primo giorno veramente freddo da quando sono arrivata, oramai più di una settimana anche se mi sembra molto di più. Nel cinema come sempre ho trovato il mio rifugio prediletto, fin da subito, il bellissimo Irish Film Institute è a meno di dieci minuti a piedi da dove vivo e questo mi dà un senso di libertà e di pienezza come solo la sala cinematografica sa darmi in alcuni momenti della mia vita e questo è uno di quei momenti. Non so come mi sento. Mi godo una ritrovata solitudine che dentro di me associo ad una ritrovata libertà, un sorta di affrancamento da me stessa verso me stessa. Ma lo stare sola fa cadere anche certe barriere ed allora tutta la malinconia del corpo e della mente mi investono e quando non riesco a controllarla mi riportano a chi mi manca e a chi vorrei stringere con le mie braccia, al mio viso, alle mie labbra, ai miei occhi, alle mie mani, alle mie gambe, al mio ventre, al mio cuore. Qui dal mio letto, da dove scrivo, dalla mia minuscola stanzetta, si sentono i gabbiani al mattino. Oggi
passeggiando ne ho visti a decine sul fiume, volteggiavano nell’aria, garrendo, felici probabilmente mentre un signore sul ponte gettava in aria cibo per loro. Mi hanno sempre affascinata queste persone che danno da mangiare agli animali, che siano gatti, cani, piccioni o gabbiani. Li trovo migliori degli altri, più liberi da un certo punto di vista.
Qui in ostello ho una camera minuscola, un lettino con una piccola finestra ed un lavandino. Sono al quarto piano e vedo i tetti delle case ed il cielo ogni mattina. Se chiudo gli occhi posso immaginare di essere a rua dos restauradores. Mi piace questo senso spartano nelle cose come nei sentimenti. L’essenzialità, guardare solo a ciò che è veramente importante, senza orpelli, senza appendici, senza convenevoli e convenzioni. L’essenziale è invisibile agli occhi diceva saggiamente la volpe.
Non ho fatto amicizia con nessuno negli spazi comuni e non credo i miei contatti sociali aumenteranno da qui a un mese. A volte mi spaventa questa mia doppia anima, cosi scura e
lucente insieme. Sono cosi poche le persone che trovo interessanti , ma so anche che intorno a me ce ne sono molte di più di quel che io pensi, però io credo nella naturalezza e nelle sensazioni e non conosco altre strade per arrivare nei luoghi segreti dell’anima.
Dublino mi sembra una città in cui varrebbe la pena di vivere per qualche tempo, conoscendo anime simili con cui dividere questo cielo spesso azzurro e sempre gonfio di pioggia. Ma poi tornare al sole, tornare al mare, tornare alla propria lingua e ai propri colori, credere ancora, crederci, stringere ciò che si ha di più caro e non dimenticarne mai l’importanza ed il valore.

venerdì, ottobre 21, 2011

si sta come d'autunno

Le prime piogge dell'autunno iniziano a farmi sentire freddo. Il sole riscalda ancora ed è cosi piacevole andarsene in giro in macchina durante le ore della tarda mattinata o del primo pomeriggio, è una cosa che mi è sempre piaciuta un sacco, quel calduccio che scalda la macchina, il finestrino mezzo aperto e la musica che riempie l'aria. Ci sono piccole gioie che si ripetono ed è cosi bello riscoprirle ogni volta, come un qualcosa che ti appartiene e di cui non sapresti fare a meno, come il rosa dei ciliegi, il bianco degli aranci e dei peri in fiore nel mese di marzo, il giallo delle mimose, il tramonto dietro le montagne sul golfo e quella curva cosi armonica nel suo zigzag delle montagne della costiera all'imbrunire. Dell'autunno amo il sole discreto ma ancora cosi penetrante, le tazze di tè del pomeriggio e il ritornare nelle sale cinematografiche. Ma ungarettianamente l'autunno aumenta la mia fragilità e sono anch'io una foglia aggrappata ad un albero e temo le folate di vento ma ogni mattina scopro la mia pelle e la dono al sole come stamattina ho donato il mio cuore e resto in attesa che tu lo riceva e che sappia leggere tutte le parole che non ti ho scritto.

domenica, ottobre 16, 2011

i miei piani per il sabato sera

Ho visto due film di quasi due ore ciascuno stasera ma non ho ancora sonno. Che strano, a quest'ora normalmente dormo già da un pezzo, ma stasera no. Il prurito alle caviglie e ai piedi mi è ripreso e comincio a non sopportarlo più e l'acqua che mi ci metto sopra dopo aver grattato la pelle inizia a non lenire nemmeno più il bruciore. In questa settimana che sta per arrivare devo decidere se mandare o meno un pò del mio cuore in una busta e non è una decisione facile. Ci rifletterò ancora un pò anche se in cuor mio conosco già la risposta. Stasera mi sono ricordata che Claudia ha un blog e sono andata a ricercarlo sulla rete, un blog da un nome splendido che mi era sempre piaciuto. Giardini pensili. Non credo che lei sia mai stata a Babilonia, del resto quei giardini non esistono più da un pezzo, ma credo che il riferimento ad una delle sette meraviglie del mondo non sia casuale. In Claudia ritrovo quella maniera di pensare cosi incredibilmente leggera e allo stesso tempo cosi incredibilmente profonda. Non ci conosciamo bene e ci saremmo viste si e no una decine di volte nella nostra vita, (ho un flash back mentre scrivo, di lei che qualche anno fa mi chiama mentre io ero alla coop a Pastena a fare la spesa, e mi chiede di andare a Napoli ad un concerto insieme, senza sapere nemmeno che musica ascoltassi ma in qualche modo convinta che il concerto mi interessasse di sicuro) ma ci sono luoghi dove sappiamo incontrarci, luoghi sconosciuti anche a noi stesse probabilmente. Ora lei è in Olanda a fare ricerca. Una filosofa ha molto da cercare, forse ancor più di chi cerca ogni giorno. Ti immagino con la tua bicicletta che ogni giorno percorri i quattro chilometri che dal Belgio ti separano dall'Olanda. Le case in Belgio sono più economiche e a vivere sul confine ci sono anche dei lati positivi. La prossima volta andremo di nuovo al trianon insieme e parleremo ancora del nostro amore per Napoli, farai ancora cadere il muro di omertà su questo tuo grande amore perchè Salerno dovrebbe solo impallidire di fronte a certe cose. Mi hai lasciato di fronte a una tazza di caffè dicendomi "so che fai ottime selezioni" e non mi hai baciato quando ti ho dato il cd. Mi è piaciuto molto. Odio la gente che mi bacia quando faccio un regalo e difatti le persone a cui li faccio sono scelte perchè non mi baciano quasi mai. I baci sono cosi preziosi... i miei poi credo siano ancora più preziosi di altri perchè non si mostrano quasi mai e aspettano la carne per donarsi e labbra meravigliose in cui perdersi e con cui poter parlare senza parole, almeno per un pò.

giovedì, ottobre 13, 2011

Tu e Ingmar Bergman

"Credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato, questo è il tuo tormento, tu vuoi essere, non sembrare di essere, essere in ogni istante cosciente di te e vigile e nello stesso tempo ti rendi conto dell'abisso che separa ciò che sei per gli altri da ciò che sei per te stessa..provoca quasi un senso di vertigine il timore di vedersi scoperta vero? Di vedersi messa a nudo, smascherata, riportata ai suoi giusti limiti...."

Non mi hai mai detto che Bergman ti conoscesse, l'ho scoperto stasera, riguardando una scena di Persona. Impressionante come certe parole si possano cucire addosso ad un'altra di persona, che ovviamente non è la protagonista del film in questione.

Cosciente e vigile....

Il mio cuore è fuori moda in questo tuo sogno disperato.

Il mio cuore è straripante di semplicità e prati fioriti su cui poter correre e poter sentirne l'odore fino ad ubriacarsi di felicità.

lunedì, ottobre 10, 2011

la tua bocca

Ieri ti ho baciato sulle labbra. Ti ho baciato sulle labbra.
Intense, rosse. Un bacio così corto durato più di un lampo,
di un miracolo, più ancora.

Il tempo dopo averti baciato
non valeva più nulla ormai, a nulla era valso prima.
Nel bacio il suo inizio e la sua fine.

Oggi sto baciando un bacio; sono solo con le mie labbra.
Le poso non sulla bocca, no, non più - dov'è fuggita? -
Le poso sul bacio che ieri ti ho dato,
sulle bocche unite dal bacio che hanno baciato.
E dura questo bacio più del silenzio, della luce
Perchè io non bacio ora nè una carne nè una bocca,
che scappa, che mi sfugge.
No.
Ti sto baciando più lontano.

"La voce a te dovuta"


Pedro Salinas

sabato, ottobre 08, 2011

citazione

E forse non è vero amore se dico che tu mi sei la cosa più cara; amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.

David Grossman

martedì, ottobre 04, 2011

meno uno!

Domani hai il tuo penultimo esame. Ti immagino davanti ai dipinti a ricordare i nomi dei pittori e tutto il resto. Ti immagino alla tua scrivania, il portacenere sulla sinistra e la tastiera del computer sulla destra. O forse sei a letto perchè ti fa male la schiena e studi con il libro sulle gambe. Vorrei chiamarti per dirti in bocca al lupo! Per dirti che tutto andrà bene e che riceverai i soliti complimenti per il tuo italiano. Ricordo ancora con una grande emozione Febbraio e il tour de force dei due esami in un giorno solo. Che bello dividere le emozioni, che bello condividere la paura prima e la gioia dopo. Vorrei chiamarti per dirti che domani mattina ti penserò, ma non lo farò. Vorrei svegliarmi domani, prendere il treno, venire finalmente nella tua bellissima università, cercare la tua aula d'esame, correrti incontro e abbracciarti, aggrapparmi ai tuoi capelli e portarti per mano tra la gente e festeggiare insieme la tua ritrovata piccola libertà... ma questi sono solo desideri ed i desideri non hanno voce ma solo occhi.

domenica, ottobre 02, 2011

Ottobre

Settembre è finalmente finito. Non ci sono mai andata d'accordo, non sono mai riuscita ad amarlo se non per la quiete di quel suo famoso mare che davvero è una tra le cose più belle del creato. Quest'anno a Settembre non ho visto i gabbiani sulla spiaggia, ma ho raccolto ancora conchiglie, le ultime di quest'estate cosi fredda e traboccante di inespresso. Settembre, finalmente te ne sei andato... avrei voglia di gridarlo a questo cielo stellato e a quest'aria leggermente fresca che entra dalla mia finestra, ma non grido nulla perchè non sono capace di cacciare nemmeno sottovoce i miei pensieri. Non ho mai saputo slegare i nodi e nemmeno farli per fortuna. Ma i nodi delle lacrime sono cosi imprevedibili e le unghie tagliate male delle mie dita non sanno come toccarli nè come scioglierli perchè le lacrime invisibili sono impalpabili e solo un occhio attento saprebbe riconoscerle e sentirle dietro la patina di normalità che indosso ogni mattina. Settembre vaffanculo, vorrei proprio dirglielo come se fosse una persona ma queste non sono cose per me, io non sono capace di fare male. E ora Ottobre è arrivato in tutto il suo splendore, mi ha riportato al mare e alla vista dell'infinito verso cui i miei occhi tendono quando sono sorretti dal cuore. Ottobre è il mese che porta l'autunno e per questo mi piace di più. Io amo l'autunno, amo ricoprirmi dopo la gioia della carne al sole e ridare quella carne solo nell'intimità di chi vorrà amare il mio corpo e la mia mente. Ottobre dammi la mano, non voltarmi le spalle, portami lunghe mani per sciogliere questi nodi invisibili e troppo pungenti, portami labbra per offrire la mia carne e portami occhi in cui possa riposare la mia mente e inondami di bellezza intelligente.

mercoledì, settembre 28, 2011

domani

Domani è il giorno che potrebbe cambiare la mia vita nei prossimi mesi e che potrebbe ridarle quella linfa che da qualche mese ha perso, che potrebbe investirla di entusiasmo e di speranza... ma potrebbe anche toglierle tutto questo e schiaffeggiarla senza nessuna ragione plausibile, in maniera ingiusta, ancora una volta. Ho tanta paura per domani ma anche tanta speranza. So di non essere arrivata a questo giorno come avrei dovuto, potuto e voluto... ma faccio sforzi immani per stare dritta contro il sole senza abbassare gli occhi ma provo e riprovo perchè quello stesso sole che fa lacrimare quando lo si guarda fisso senza protezione è anche tutto ciò che voglio rimetterci dentro questi miei occhi cosi grandi e cosi pieni di sogni.

lunedì, settembre 26, 2011

letture

Come sei entrato nella mia vita? Com'è possibile che fossi cosi indifesa? E non sei nemmeno entrato dalla finestra o da un lucernaio. Sei riuscito a trovare una fessura attraverso la quale mi hai trafitto il cuore.

(Che tu sia per me il coltello,
David Grossman)

martedì, settembre 20, 2011

visioni

Jelly: "Ti amo. Ogni volta che ti dico ti amo indietreggi, ma è tuo il problema"

Sissy: "Se indietreggio quando mi dici che mi ami è un problema di tutte e due invece. La mia confusione diventa la tua confusione, gli studenti confondono gli insegnanti, i pazienti confondono gli psichiatri, gli amanti dal cuore confuso confondono gli amanti dal cuore deciso"

Sissy: "Ti amo Jelly"

mercoledì, settembre 14, 2011

desire [2]




Interno: Musée d'Orsay, pomeriggio di primavera


"Questa sei tu" (mi hai detto)

"E tu chi sei?" (ti dico io)

martedì, settembre 13, 2011

io

Mi fa male a volte scoprire che le persone che più mi sono vicine non mi conoscono davvero fino in fondo, proprio coloro che dovrebbero conoscermi di più, mio fratello, i miei genitori. Mi fa male rendermi conto che certe loro idee su di me non corrispondano al mio essere reale, che ad esempio non sappiano quanto amore ho dentro il cuore per chi sceglierei di avere accanto e quanto potrei adorare, con tutta la tenerezza del mondo, un amore o un figlio. O forse lo sanno ma è come se dovessero trovarsi di fronte al fatto compiuto, come se troppo spesso non riuscissero a leggere dietro la mia scorza, dietro la mia corazza. Tutto questo mi rendo conto che negli anni è aumentato perchè non ho condiviso il mio amore con loro, quello che ho avuto nel cuore in questi ultimi anni, quello che ho adesso, in questo momento mentre scrivo. A volte avrei voglia di aprire il cuore e di metterlo lì tagliato in due tra le loro mani, affinchè loro possano guardarlo e vederlo battere... lo vedrebbero battere cosi forte che si spaventerebbero o forse finalmente capirebbero tante cose che neanche immaginano o forse immaginano ma che vorrebbero diverse. Eppure sono sicura che capirebbero, sono sicura che poco alla volta arriverebbero a capirmi, a guardarmi nella mia parte più profonda e amarmi ancora di più di quel che fanno e che hanno sempre fatto. Finalmente vedrebbero il mio cuore e capirebbero quanto sono fragile, quanto amore mi scoppia nel petto e negli occhi, per loro, per chi amo e per chi amerò.

mercoledì, settembre 07, 2011

strade

Due giorni fa sono passata sotto casa tua ma non sapevo che stavo per passarci. Quando ho girato l'angolo di una strada da cui non ero mai venuta, mi si è fermato il cuore. Io conoscevo la piazza, i giardini e la fermata della metropolitana e per questo non ho trovato le briciole che avevo lasciato per non dimenticare la strada che mi conduceva a te. Erano circa le sei del pomeriggio e quel tunnel dopo casa tua era cosi buio che mi sembrava davvero una grotta in cui sarei potuta scomparire. Ho ancora lo sguardo attaccato alla tua finestra, a quella veneziana abbassata dietro cui ti immaginavo alla tua scrivania con qualche dipinto da studiare o con quell'espressione di rassegnazione con cui apri i libri che non vorresti più aprire. Avrei voluto alzare quella veneziana solo con la forza dei battiti del mio cuore ma ero dall'altro lato della strada ed avevo paura e forse per questo non ci sono riuscita, forse per questo non hai sentito i miei occhi che chiamavano il tuo nome.

domenica, settembre 04, 2011

d e s i r e



Il desiderio prima del soffio forse sei TU.




sabato, settembre 03, 2011

mi ascolti?

Non sempre la passione è grazia.

P.P.Pasolini


lunedì, agosto 29, 2011

ciao Mario

In questa giornata di fine agosto, in cui l'aria si è un pò rinfrescata ed il caldo è ancora cosi piacevole, arriva la notizia della morte di una delle persone più generose di questo mondo e di questa vita. Solo la mia zietta aveva un'anima più generosa di lui. All'improvviso Mario se n'è andato, uno dei migliori amici di mio padre e della nostra famiglia. Ogni volta che mi vedeva mi chiedeva cosa facessi per diventare sempre più bella, ogni volta mi diceva che avrebbe voluto avere trent'anni in meno per invitarmi ad uscire. Quanto bene hai fatto alla gente, quanto bene hai fatto a noi. Le lacrime non scorrono perchè sono attonite, anch'esse. Grazie del tuo cuore e della tua simpatia. Non ti dimenticheremo, non potremo dimenticarti.

mercoledì, agosto 24, 2011

agosto

"ed il tuo viso che non mi dà particolari per capire è un gigantesco buio di cera..."

..quante parole soffocate in questo agosto che toglie il respiro.

martedì, luglio 19, 2011

appunti sparsi

Ci sono desideri che hanno occhi avidi di afferrare l'esterno, mondi che vivono in superficie e rasentano l'acqua, senza mai immergersi e ci sono desideri che hanno tatto, olfatto, gusto e che vogliono discendere, arrivare dove tutto è emozione e penetrarla, fare di quei mondi interiori la nostra stanza privilegiata, il nostro eldorado, il nostro esperanto, il nostro prato fiorito. La mia casa per te, i tuoi occhi in cui specchiarmi, le tue labbra a proteggermi, la mia pelle ad accarezzarti i pensieri ruvidi e le tue mani a racchiudere tutto questo come in uno scrigno.

(aprile 2011)

sabato, luglio 16, 2011

immagini

Vorrei amare il tuo candore, cosi puro, più abbagliante ancora sotto il sole dell'estate, cosi limpido anche da lontano, anche attraverso le lacrime.

giovedì, luglio 14, 2011

tramonto dalla finestra della mia stanza

"... Lousie, la tua nudità era troppo per me, che non avevo ancora imparato l'estensione delle tue dita.
Come potevo dominare quel territorio?
Si sentiva così Colombo quando vide le Americhe?
Io non sognavo di possedere te! volevo che tu possedessi me ..."


JW

martedì, luglio 12, 2011

desiderio

La terza possibilità è rifiutare la passione, col buon senso con cui si rifiuterebbe di tenere un leopardo in casa, anche se sembra docile. Puoi ragionevolmente sostenere che è semplice dargli da mangiare e che il tuo giardino è grande abbastanza, ma dentro di te sai che un leopardo non è mai sazio di quanto riceve. Non c'è mai abbastanza cibo, il giardino non è mai abbastanza grande per il tuo amore. Così dici di no, e poi scopri che la tua casa è abitata dal fantasma di un leopardo.

[Jeanette Winterson]

lunedì, luglio 11, 2011

pe(r) t e

E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare

[Anaïs Nin]

sabato, luglio 02, 2011

c i t a z i o n i


" Da quel momento sono entrata in un mare pieno di correnti contrarie: dovevo amare per conoscerti ma dovevo conoscerti per amare e tutte e due le cose erano fatte con diligenza e allegria. Mi sono impegnata in quest'impresa come un San Giorgio sul suo cavallo alato e sono partita con elmo corazza spada bandiera per entrate nel mondo degli amori femminili. Tu eri la marina splendente che mi trovavo davanti nel momento giusto per fare un bagno purificatore. Eri generosa e fervida. [....]Da quel momento avremmo vissuto vicine parlando insieme leggendo insieme camminando insieme mangiando insieme ". 

]lettere a Marina - Dacia Maraini [

martedì, giugno 28, 2011

...ma devo molto di più a quelli che amo

Devo molto a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo, ne´ riesce a toglierlo.

Non li aspetto dalla porta alla finestra.

Paziente quasi come un orologio solare,
capisco ciò che l'amore non capisce,
perdono ciò che l'amore non perdonerebbe mai.

Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi che si trovano in ogni atlante.

E' merito loro se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

"Non devo loro nulla"
- direbbe l'amore su questa questione aperta. 

[Wislawa Szymborska]

giovedì, giugno 23, 2011

perchè farsi vincere dai mostri? perchè avere paura?

I've never said you'll have to
be afraid
of the cookie monster
beside your bed

It's not the real
The real one's in your head
Beyond control
The true one cuts you dead

It's a real fight
It's a war

When destruction takes over
There is no escape
Every shot on target
Perpetrator knows how to strike

I've never said you'll have to
be afraid
of the cookie monster
beside your bed

It's not the real
The real one's in your head
Beyond control
The true one cuts you dead

It's a real fight
It's a war

When destruction takes over
There is no escape
Every shot on target
Perpetrator knows how to strike

martedì, maggio 10, 2011

simmetrie

Ho voglia di scrivere e del mio ossigeno che mi arriva da te.
Ma stasera non ho pazienza e tutto resterà chiuso tra le pieghe delle mie mani.
Ti aspetto, anche se non lo dico, ma mi sembra talmente chiaro.
Sto imparando a dire "mi manchi" nelle altre lingue che non conosco.
Su un foglio prendo nota di tutte le cose che vorrei dirti durante il giorno, altrimenti poi me ne dimentico e andrebbero perse, cose stupide, tipo che in spagnolo per dire che una persona è poco intelligente si dice che le manca l'estate.. le falta el verano.. anche a me manca l'estate ma non credo di essere mai stata stupida.

domenica, gennaio 02, 2011

piume e ossa (ovvero buoni propositi per il nuovo anno)

Vieni con me, hai detto
e io l'ho fatto
credevo di poter reggere
la tua tristezza
credevo di poterla contenere tutta
non potevo immaginare
i tuoi oceani
cosi amari
l'assasinio
la caduta
la carneficina
di piume e ossa.

Sedevo immobile
nella luce delle cinque
il sole è entrato dalla fessura
il pavimento davanti alla tua stanza
era tutto schegge
e, ancora,
qualcuna rimane
nella pelle
nella carne
incide forme
di diamante
di aghi
fino all'osso.

Dovevo sapere
dovevo capire
posso sopportare tutto
ma imparerò
ad essere libera.

Ti ho amato
più di quanto potrai mai capire
anche con le finestre rotte
con il sangue che
ti scorreva sul pugno
anche
se era la mia vita
la mia verità
la mia speranza
la mia finestra perduta.

E ora
se credi che
tornerò a casa
ascolta prima il mio segreto:
dormo con una spada accanto alla mano
ogni notte
affilata dai sogni
del tuo corpo
il tuo assassinio
il tuo sangue
che scorre
sulla mia strada.

[Suzanne Vega from Solitudine Standing]

Informazioni personali

La mia foto
Salerno, Italy
Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

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