domenica, dicembre 31, 2006

volver

La penultima sera dell'anno l'ho passata in un capannone adibito a sala prove, in cui non tornavo da tanto, tantissimo tempo. Quei posti in un cui c'è la classica sala piena di scatole di uova e una piccola cucina dove si sta insieme per mangiare e bere l'aglianico di turno. Siamo una decina, qualcuno arriva prima , qualcuno dopo. Ogni tanto dico qualche parola in spagnolo al fratello di Helena, ma non ho voglia di parlare spagnolo stasera.... preferisco ascoltare Mimmo che parla con i suoi meravigliosi termini dialettali o Francesco che cerca di spiegare la differenza tra agnello, capretto, capra, agnellino.. Francisco mi chiede come si chiamano in spagnolo, ma cerco di spiegargli che non ho chiare nemmeno in italiano le differenze tra i vari animali! E allora via con i versi... Francesco riproduce i vari beee e non so che altro mentre gli altri mangiano, magari non tutti insieme, perchè tanto la carne che stiamo arrostendo fuori ha bisogno di tempo per cuocere tutta. E mentre qualcuno mangia, qualcun'altro al piano di sopra canta, Anto e il suo rock misto al blues o Pietro con il suo punk fai date. Altri suonano, cosi, solamente per divertirsi, improvvisando pezzi che non si suonava più insieme chissà da quanto tempo. Francesco e Sergio suonano il basso... Sergio dice che non ricorda più nulla, Francesco non ha lasciato la musica ed è più disinvolto.....e così la musica riempie tutto, le stanze fredde senza riscaldamento e noi stessi che però non sentiamo freddo. Mentre il mio cellulare verso mezzanotte suona e qualcuno mi chiede dove sono. Io intanto invio una ricarica wind ad un amico che sta a Parigi e che è rimasto senza credito e poi ancora verso le tre il maestro mi chiama, non per parlare di letteratura russa, non più... improvvisa un pezzo di Nek che per fortuna ho già dimenticato e mi dice che lui deve fuggire dalla piazza perchè finire l'anno con il concerto di Nek potrebbe portare veramente sfiga... e mi chiede di ammazzarlo se, quando poi ci ritroveremo tutti dopo il concerto dei Negrita, lo trovassi cantando il suddetto pezzo di Nek.. E intanto i ragazzi nella sala continuano a suonare e a cantare, ora sono Emilio Sergio e Mimmo che insieme cantano pezzi della loro adolescenza.... cazzo, sono dieci anni che Sergio sta in Piemonte a fare il carabiniere... mi guarda e mi dice "... mi sarei anche rotto le palle..." ..."e poi li fa troppo freddo..." ... mentre i ragazzi suonano e Anto canta, lo guardo, mentre seduto in poltrona si gode tutto questo.... quella sensazione di calore e di amicizia allo stato puro, quella meravigliosa sensazione di casa che, se non sei costretto a fare il maledetto emigrante, non puoi davvero capirla.... chissà da quanto tempo non la provava... e la sera, meglio dire la notte, va via cosi.... verso le tre oramai siamo sicuri che stanno per arrivare i carabinieri, chiamati dalla signora a fianco che probabilmente non riesce a dormire e c'ha pure ragione... ma ci diciamo che oggi è festa... domani finisce l'anno.... noi siamo tutti insieme e domani lo saremo ancora... ed è una sensazione che non va via, anche se poi ognuno di noi parte o riprende le proprie singole vite, perchè a casa si torna, sempre.

sabato, dicembre 30, 2006

voglio una pelle splendida

"Vorrei che fuori ci fosse la neve.Vorrei godere di uno spettacolo raro da queste parti e forse proprio per questo a volte desiderato come fossi una bambina di fronte una magia. Ma nonostante fuori la temperatura sia poco sopra lo zero non credo che nevichera'. Pero' la neve la posso immaginare, posso immaginare tutto quel bianco che ricopre di candore le cose e le pulisce e le rende nuove, pronte per ricominciare a scegliere i colori della vita e del mondo. Vorrei essere un fiocco di neve che si posa dolce sulle cose e ne afferra tutte le sfumature e lentamente si ricopre dei colori... ne vorrei scoprire di nuovi quest'anno e vorrei non dimenticare quelli che mi porto addosso. Domani comincera' un nuovo anno e questa tela bianca che i miei occhi dipingono mi mette di fronte tutta l'urgenza di quello che dovrebbe essere un nuovo capitolo, sebbene sia stupido lasciarsi guidare da una pagina di calendario che viene strappata per lasciare il posto ad una nuova........ eppure e' anche comodo avere una specie di scadenza, che arrivi un momento in cui si decida di comunicare a se stessi dei propositi e che si guardi con occhi nuovi a tutte le nostre paure e soprattutto alle nostre speranze…”

Ho voluto cominciare questo post con i miei pensieri di un anno fa, fermati in una mail che mandai in consolist . Per circa otto anni ho mandato una mail in consolist negli ultimi giorni dell’anno, una specie di mail resoconto, se cosi la posso chiamare. Quest’anno il testimone passa al blog, a qualcosa di solo mio e allo stesso tempo un po’ anche di chi mi legge. E’ bello tornare indietro di un anno e leggere i miei pensieri di allora, che cosa ho reputato importante e cosa continuo a reputare tale. Un anno fa, di questi tempi, portavo nel cuore molte cose, soprattutto i miei viaggi e il mio incontro con Lisbona. E avevo molte cose da mettere nello zaino e pochissime da buttare via. Quest’anno ho dovuto comprare uno zaino ancora più grande perché sono state veramente tante le cose che ho voluto conservare. E’ stato un anno bello e pieno di emozioni e naturalmente di qualche piccola delusione perché in fondo a quelle non si può sfuggire mai. E’ stato un anno pieno e quasi mai vuoto. Ricco di nuove persone e di nuovi viaggi. Ho fatto molte esperienze in questo duemilasei, ho capito qualche cosa in più e qualche cosa si è complicata, ma è il naturale scotto da pagare per chi non si accontenta di una pace senza voce. La pace… la pace quest’anno l’ho incontrata molte volte, forse la pace più bella l’ho conosciuta durante il mio luglio in giro per il nord est, quando finalmente dopo anni in cui lo desideravo, mi sono trovata di fronte al mare di Trieste. Anche il mese di settembre è stato una piccola oasi di pace, in quei pomeriggi di fine estate passati nelle insenature della costiera e in quelle notti dolcissime di un settembre che oramai non fa più male. E sono sicura che se mi fermassi a pensare ad ogni singolo giorno di quest’anno che sta per finire ne troverei tanti altri di momenti dolci e pieni di luce, da ricordare e da mettere nello zaino. Penso inevitabilmente alle persone che questo anno mi ha portato in dono.. comincio a correre in questa mia anima a forma di prato sorprendentemente fiorito e le vedo, sono tutte lì con i loro sorrisi e non posso fare a meno di fermarmi e di dare un bacio ad ognuno di loro. Luca, Francesco e Guido. Antonio. Giulia. Fernanda. Alexandra. Marco. Javier. E quasi alla fine del prato, trovo Antonella e il suo sorriso cosi candido. Ed ecco che ritorna il bianco, le sfumature che prendono vita appena mi ritrovo un pennarello tra le mani e a giudicare da quante emozioni mi ha portato quest’anno, devo essermi trovata molte volte di fronte ad una tela bianca da colorare, e probabilmente il più delle volte non me ne sono nemmeno resa conto. Non è un caso che pensi ad un prato quando penso alle mie emozioni…. ho sempre immaginato le persone come fossero rose di cui prendersi cura, a volte addirittura alberi, perché il coraggio in amore non mi è mai mancato e non ho mai temuto le spine, perché è grazie a loro che non dimentico quanto sia facile ferirsi. Ho guardato pochi tramonti quest’anno e quelli che ho guardato non mi hanno regalato bellezza consolatrice, no, mi hanno regalato bellezza per la bellezza. Come il tramonto che ho visto un po’ di tempo fa in Portogallo, dalla finestra della mia casa brasiliana di Coimbra, bellezza per la bellezza tutta raccolta nell’allegria a volte triste e a volte magica di Izaura e dei suoi occhi neri di luce.

Penso a quanto tutto questo sia meraviglioso e mi sento fortunata. E sono felice di non dimenticare che i silenzi e le parole non dette allontanano le persone e che la vera distanza è solamente nella mente. Per questo anche quest’anno cercherò di essere vicina alle persone che amo, almeno ci proverò. E mi auguro che le persone che amo facciano lo stesso con me. Cose semplici e banali cantavano gli afterhours qualche anno fa…. non ho dimenticato certi messaggi, anche se oggi ascolto altra musica e tutto ciò che mi ha formato è da molto tempo in fondo ad un cassetto. Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo? No, ho tutto in testa e cerco sempre di dargli voce…anche se è difficile, anche se il mondo dentro è immenso e noi arriviamo solo fin dove arriva il nostro braccio e vediamo solo fin dove vede il nostro sguardo… l’altra sera Guido mi diceva che se avesse potuto mettere in musica tutto quello che aveva nella testa, allora si che mi avrebbe regalato le sue canzoni… quanto lo capisco… so benissimo quanto sia difficile esprimere tutto quello che si ha dentro, attraverso una canzone o una poesia… ma sarebbe ancora più terribile non provare nemmeno ad esprimerlo tutto quel mondo…
Provo grande tristezza e grande rabbia per tutte quelle persone che non ci provano nemmeno… soprattutto se quel loro mondo è stato un po’ anche il mio o potrebbe esserlo, ancora, nonostante tutto. E per questo odio il silenzio, quello colpevole e quello codardo, anche quello che si nutre di pigrizia a volte. Il silenzio non è assenza di voce, ma è assenza di sensazioni da condividere, perché si nutre di paura e non ha speranza. Due mani possono essere vicine anche da due capi opposti del mondo. E anche in mezzo a un miliardo di altri mani che si incrociano. E’ questo ciò che non voglio dimenticare, come sempre, come mi ha insegnato una delle amiche che più amo, il coraggio e la speranza, da portare addosso come una seconda e splendida pelle. Ed è questo che auguro a me stessa per questo nuovo anno ed è cosi che voglio continuare a camminare nel mio prato e nella mia anima.

giovedì, dicembre 28, 2006

martedì, dicembre 26, 2006

locos

Papa Noel ha muerto... pero nosotros seguimos vivos y haciendo el FREAK...

http://www.youtube.com/watch?v=ETHOeEoZ048

sabato, dicembre 23, 2006

nel potere del legno

Ieri sera, in bel localino del centro, ho visto il mio quarto o quinto concerto di Moltheni. Nuovo look o forse a me sembrava nuovo e non da solo, nè in versione acustica come l’avevo visto l’ultima volta a Napoli, due o un anno fa, nel tour di splendore terrore. Non conoscevo le canzoni del nuovo album e forse per questo non mi ha entusiasmato fino in fondo la scelta delle canzoni in scaletta… ma qualche gioiellino non è mancato. E anche una lacrima, dentro di me. Ed è stato bello avere vicino a me il sorriso più candido che ho incontrato negli ultimi tempi, dopo molto tempo.

venerdì, dicembre 22, 2006

Scrivi ancora?

La domanda di Betta mi prende in contropiede e non so che rispondere. Abbozzo un timido si, ma non tanto, non più come quando ero ragazzina...cioè... più piccola... ma che dico? Ho scritto fino a qualche anno fa e non ero ragazzina. Non vedevo Betta da un bel pò e ieri sera la incrocio dieci secondi dopo aver salutato Antonella. La fiera del commercio equo e solidale nella piazzetta di Torrione è una specie di ritrovo e naturalmente anche Betta sta andando li. Che strano... ricordo benissimo la sua festa di laurea, credo fosse il 2001, verso giugno. Ci incontravamo nei corridoi dell'università, al bar centrale e nei luoghi destinati a noi letterati. Il suo accento con qualche influsso milanese mi inquieta non poco, ma non trovo il coraggio di dirglielo. A Milano è oramai da quattro anni e tuttosommato si trova bene perchè ha un bell'appartamento e dei coinquilini carini e simpatici. Ma sta mandando una caterva di curricula a Roma perchè un pò si è stancata del clima e della distanza. Naturalmente il cielo è grigio e non c'è verso di cambiarlo, quando arrivo a Roma e vedo la luce che illumina l'acquedotto romano che sta vicino Termini mi sento decisamente in un altro modo, è tutta un'altra storia.
La trovo bene, più rilassata forse ed è strano ritrovarsi dopo cosi tanto tempo, sapendo tante cose l'una dell'altra ma senza essere mai state in fondo amiche. Il tuo numero è sempre lo stesso? Certo, il suo numero è sempre lo stesso. Ci salutiamo con la promessa di rivederci in queste feste. In fondo, da queste parti, il Natale è cosi bello perchè tutti possono tornare finalmente a casa, quella vera. Quando oramai sono quasi le nove e mezza, mi ricordo che ho invitato Luca, Francesco e Alessio a cena, saluto Betta e prendo il primo pullman che mi riporta verso il centro e verso una nuova notte.

por la noche

Normalmente por la noche me voy juntos a los amigos a tomar copas.
Esta noche tambien fuimos todos juntos en el mismo bar.
Bueno... todos no, claro, siempre falta alguien, siempre falta algo.

Ahora en mi cama, siliencio en mi alrededor, pero una gaviota dice algo fuera de mi balcon. Vuelve al mar, quizàs ha venido aqui para dejarme un mensaje. Si solo no tuviera frio me levantaria de la cama y me iria fuera, para escuchar mejor. Pero tengo frio y tengo miedo de entender el mensaje que me llevò la gaviota.

Es tu mensaje?
Yo estoy esperando, que tu lo sepas.
Que no lo olvides, yo estoy esperando.
Y no quiero y no puedo esperar mucho tiempo, no mas.

martedì, dicembre 19, 2006

giorno di pioggia

Sono in accademia e scrivo mail, mentre fuori piove.
Oggi c'è stato il pranzo di fine anno con i miei colleghi e i pochi alunni di questo periodo. Milena mi ha anche fatto un regalino troppo carino.

Devo scendere ma piove e fa freddo, due condizioni che mi bloccano totalmente. Oggi l'inverno si sente nell'aria... devo ricaricare il cellulare, devo chiamare Anto, devo chiamare Fabi che è in ospedale, devo chiamare Nico per chiederle com'è andato l'esame di avvocato. E devo passare in agenzia da Massimo a farmi il biglietto per Buenos Aires. E magari andare da Pietro a portargli i libri per l'esame del Toefl.

Vorrei essere già a stasera nella sala buia dove scorrono le immagini del mio cineforum. Odio l'inverno. Potrei amarlo solo se ora potessi dividere una tazza di tè caldo con chi mi manca... e potergli dire che a volte potrai avermi con un fiore a volte un fiore non ti basterà....

lunedì, dicembre 18, 2006

le paure

In preda ad una sensazione ancora da definire e dopo tantissimo tempo, stamattina ho rimesso nel lettore i nonvogliocheclara. Ora, a parte che voglio ancora chiedere a Fabio De Min di sposarmi, pensavo che sarebbe bello ascoltare insieme qualcosa che probabilmente abbiamo già ascoltato chissà quante volte in solitudine pensando a come sarebbe stato bello condividere insieme quell'ascolto... e non solo in un mondo ipotetico.
Un consiglio preso a prestito: quest'anno scegli un bel posto e porta via con te lo stretto indispensabile. E soprattutto metti da parte tutte le paure che hai.

sabato, dicembre 16, 2006

sem aviso

Mentre questo pomeriggio di metà dicembre sta finendo, ascolto una canzone di Amalia Grè che mi piace un sacco. Non posso fare a meno di pensare a quando l’ascoltavo in macchina insieme ad Anna durante i pomeriggi d’estate che ci portavamo al mare, a noi stesse e alle nostre parole piene di passato e di futuro. Natale finalmente mi riporterà le persone che amo e che vivono lontane da me. Una piccola grande gioia si posa dentro di me e fa festa.
No, io non ho un cuore pallido.

Oggi è il compleanno del mio clone ufficiale. Lu, ma tu lo sai chi te lo ha messo quel nome? Non so se te l’ho mai raccontato…. comunque sia, resti il (mio) clone più originale di sempre…

Ieri sera, mentre al laboratorio diana guardavano lo spettacolo teatrale, in quella chiesa gelida, pensavo a quante parole inespresse la gente si porta dentro. In brasiliano, l’espressione la gente non si riferisce agli altri o comunque non solo agli altri. Posso dire ad un amico che mi è di fronte che la gente deve parlare. Che la gente non dovrebbe perdere tempo, perché sprecare il tempo è un peccato capitale. Che la gente dovrebbe avere più coraggio. Che la gente dovrebbe cercare di perdonare e ricominciare da capo se è ancora rimasto l’amore. Che la gente ha un potere immenso. Che la gente dovrebbe spostare le montagne, invece di muovere un po’ di sabbia con una paletta per costruire un castello ipotetico. La gente sarei io e saresti tu. Se dico ad un amico che la gente dovrebbe parlare invece di tacere quando è necessario parlare, non mi sto riferendo agli altri, ma a me e a lui.

Il pacco che ho fatto un paio di settimane fa per Coimbra , ieri è arrivato a destinazione…. L’immagine di Izaura e Reges che in preda ad una sensazione totale di sorpresa lo aprono, non può che farmi nascere un sorriso sulla bocca e farmi pensare che agire è sempre il modo migliore per vivere la propria vita.

E intanto la musica riempie la stanza…. e mi ritrovo in una canzone che vorrei dedicare.

giovedì, dicembre 14, 2006

la veglia

[..] La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.

[..]Per i sogni ci sono le chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia chiudere.

[..]Non sono i sogni folli,
folle è la veglia,
non fosse che per l'ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.

...citazioni libere da Wislawa Szymborska,
in una mattina di pioggia che vorrei
raccogliere nelle mie mani per pulire
tutto lo sporco e ritrovare il bianco dei sogni.

una citazione

Non ho sognato nulla questa notte appena passata e per fortuna non ho letto nessuna vecchia lettera prima di addormentarmi. Non ho provato nessuna sensazione di particolare tristezza o di particolare allegria e ho dormito un sonno tranquillo, talmente tranquillo che stamattina all’università ho fatto tardissimo. Appena arrivata ho incontrato Raffa e il suo sorriso di sempre. Ho mandato un sms a Marco per sapere dov’era. E poi ho incontrato anche Sara che era lì per la scuola di giornalismo. Abbiamo preso un caffé insieme e chiacchierato del più e del meno. Poi ho fatto un bel giro alla libreria universitaria. Prima di entrare ho letto un manifesto davanti la porta, scoprendo con mio grande rammarico che a fine novembre Patrizia Laquidara ha tenuto un concerto all’auditorium della mia università. Perché non so mai le cose che mi interessano? Per riprendermi dalla tristezza del concerto mancato ho fatto un giro di un’ora in libreria comprando un libro in spagnolo per me e Miti d’oggi di Roland Barthes da regalare ad un amico. Poi, sono andata al centro linguistico di ateneo a ritirare il mio diploma de espanol come lengua extranjera meglio conosciuto come dele. Ho lavorato un pò e alle sei sono scesa per andare allo spettacolo di danze itineranti a cui Raffa mi aveva invitato questa mattina. Ho seguito lo spettacolo per il centro storico respirando una bella aria di festa e di energia, incontrando amici o semplicemente pensandoli. Un incontro casuale con Luca, un paio d’ore in bottega a chiacchierare, un mezzo appuntamento per un film. Poi a casa a spedire qualche mail al di là dell’oceano e ricevendone una. Ora un pò di nostalgia mi assale, la notte è fatta per i pensieri, a volte anche per quelli che vorremmo scacciare, perchè ci hanno fatto del male... e vorremmo che mai più, mai e poi mai, ce ne facessero ancora.... e una frase di Rilke mi passa per la mente…. cercano ancora i sommersi la terra

mercoledì, dicembre 13, 2006

prima di dormire

Stasera al cinema ho visto Tank you for smoking e non mi è piaciuto. Bevo una camomilla, mentre penso a Javi che ora è in un aereo sopra l'oceano. Probabilmente tra due mesi sarò anche io su quello stesso oceano. Stasera sono stata alla Feltrinelli a comprare la guida Routard sull Argentina. Il mio viaggio prende contorni sempre più definiti nella mia testa e fuori dalla mia testa. Con l'Argentina in borsa sono passata dalla bottega a salutare Antonella. Certe volte resto sbalordita da quanta bellezza riescano a trasmettermi i sorrisi di persone che conosco da pochi mesi o addirittura da pochi giorni. Il sorriso di Antonella è uno di quei sorrisi e ciò che regala bellezza è quel modo inconsapevole di regalarlo. Credo che i doni più belli mi siano stati fatti sempre da persone che non sapevano di donarmi qualcosa mentre lo facevano e probabilmente anche i miei doni migliori sono nati cosi, spontaneamente.

Domani mi aspetta un convegno all'università, meglio andare a dormire e magari sognare chi mi manca. Quando domattina mi sveglierò forse riuscirò a rispondere alla domanda che Javi mi ha fatto qualche giorno fa: perchè quando raccontiamo un sogno usiamo l'imperfetto?
Se racconterò il mio sogno a qualcuno, proverò a usare almeno il passato prossimo, cosi probabilmente il sogno sarà un pò più reale, fino a farlo diventare presente.

martedì, dicembre 12, 2006

Javier















Ter saudade até que é bom melhor que caminhar vazio..

domenica, dicembre 10, 2006

domenica pomeriggio

Davanti al computer a fare cose, mentre Javier dorme sul divano accanto a me. Mi piace guardarlo cosi indifeso, con quei suoi tratti libanesi, il sangue metà italiano e la sua memoria argentina.
Fuori, intanto, piove.
Una musica brasiliana piena di saudade riempie la mia casetta.
E so, ad un tratto, che la pace esiste.

sabato, dicembre 09, 2006

la morte del principe

E se tutti noi (uomini, Dei e mondo) fossimo sogni che qualcuno sogna, pensieri che qualcuno pensa, collocati sempre fuori da ciò che esiste? E se quel qualcuno che sogna o pensa un qualcuno che non sogna e non pensa, fosse a sua volta un suddito dell'abisso e della finzione? Se tutto fosse un'altra cosa, e nessuna cosa, e ciò che non è fosse l'unica cosa che esiste? Da quale parte mi trovo, io che vedo questo in quanto cosa che può esserci? Su quale ponte passo, io che mi trovo cosi in alto che sotto di me stanno le luci di tutte le città di questo mondo e dell'altro mondo, e le nuvole della verità sfatte che sono sospese lassù e che cercano come se cercassero un qualcosa che è possibile abbracciare?
LI, 166

lunedì, dicembre 04, 2006

sabato, dicembre 02, 2006

pomeriggio d'inverno

Mi piace, nei pomeriggi d’inverno, il miscuglio di persone che si incontra sul lungomare. Osservo questa varietà di esseri umani pedalando lentamente sulla mia bicicletta, seguendo gli stessi percorsi del sole. Non ascolto le loro voci. Ho nelle orecchie la musica, fedele compagna dei pomeriggi malinconici o splendenti. Oggi per me è stato decisamente un pomeriggio malinconico, quasi a sfiorare la tristezza. Ma le ore passate a chiacchierare ieri sera su un marciapiede, mi danno quel po’ di gioia sufficiente a sperare che stasera i miei occhi sapranno ancora trovare bellezza.

Immersa nel mio mondo inaccessibile osservo la gente. Vecchi che giocano a carte, bambini che corrono sulla spiaggia o che seguono su biciclette minuscole i loro papà. Gruppetti di ragazzini che giocano a fare i grandi con ragazzine che provano a fare lo stesso. Qualcuno che corre, donne dell’est in libera uscita, barboni che dormono stesi al sole sulle panchine, pensionati che leggono il giornale, qualcuno che legge un libro, amici che passeggiano, qualche innamorato che si bacia, qualcun altro che chiacchiera. Nessuno litiga. Potrebbe sembrare solo uno stupido quadro romantico, ma non ho mai visto nessuno nella mia vita litigare di fronte al mare.

Io stessa non ho mai litigato, ho fatto molte cose ma non ho mai nemmeno discusso con qualcuno. Di fronte al mare ho corso quando ero bambina, ho giocato infinite ore, ho fatto i castelli di sabbia, i buchi dove poi immergerci qualcuno e farne uscire solo la testa, ho preso il sole, ho raccolto pietre e conchiglie, ho passeggiato, ho scritto sulla sabbia, ho visto albe e tramonti, ho scritto, ho letto, ho cantato, ho bevuto, ho mangiato, ho dormito, sono stata in silenzio, ho parlato, ho ascoltato, ho baciato, ho anche fatto l’amore. Ho fatto progetti impossibili, ho registrato il suono delle onde, ho sognato. Si, ho sognato molto. E dopo tutto questo tempo non ho ancora smesso di farlo.

venerdì, dicembre 01, 2006

giovedi sera

Stasera ho mangiato una pizza con i miei genitori. Gli ho detto che sto seriamente pensando di farmi un biglietto per il sudamerica e di restarci per un pò di mesi. Credo che la notizia non li abbia resi molto felici... o forse si, ma non hanno potuto dirmi che secondo loro era una cosa bellissima perchè sono obbligati a fare la parte dei genitori e a dirmi che devo trovarmi un lavoro che mi dia una sicurezza e che devo imparare a separare la realtà dalle mie ideologie. Mio padre in realtà ha tentato di farmi intendere la sua approvazione ma mia madre lo ha tacitamente fermato. Non faccio che guardare biglietti aerei per Argentina e Brasile e non faccio che pensare che non avrò mai tanti soldi per andare e allo stesso tempo penso che se aspettassi di avere tutti quei soldi non ci andrò mai. Ma io ci andrò, ora so solamente questo. Intanto Silvia mi manda un messaggio da Barcellona... è appena uscita dal concerto dei Taranta Power e dal tuo sud un pò anche mio. Lo so dove hanno suonato, vicino alla mia vecchia casa, in quell'auditorium vicino alla fermata di Alfons X, sulla linea gialla. Luca mi sta chiamando. Gli ho detto che scendevo e poi alla fine mi sono persa nei miei pensieri. Ci rifacciamo domani. Domani porto e amaro del capo a go a go. E magari con tutto quell'alcool in corpo mi viene pure il coraggio per fare una telefonata. O per decidere di non farla mai più. Eu nao quiero nada pra mi. O quiero tudo, nao seu.

Informazioni personali

La mia foto
Salerno, Italy
Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

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