lunedì, dicembre 31, 2007

L'amore ai tempi della scienza

Quasi le otto di sera.
Stasera è l’ultimo giorno dell’anno e me ne accorgo da una timida adrenalina che mi sento addosso e che mi fa essere insieme triste e allegra.. una specie di quadro con due facce come se due mani l’avessero dipinto insieme ascoltando musica differente. O qualcosa del genere. Oggi ho passato la giornata a mettere in ordine la mia stanza.. non ho più spazio per nulla e cosi ho buttato un bel po’ di cose che non mi servivano più, per lo più carte e vecchi giornali di musica, buste gialle attraverso le quali durante questi anni mi sono arrivati tanti regali da parte di amici lontani. E facendo pulizia ho riguardato inevitabilmente un po’ di foto ed è stato incredibile ritrovare un mondo che quasi non esiste più ma che è stato talmente bello, sfavillante, ricco ed emozionante che credo non potrà mai morire nei cuori di chi come me lo ha vissuto appieno, con tutta la forza e con tutto il cuore che aveva. Ma questo è passato e da stasera si guarda al futuro. Ho ascoltato per tutto il pomeriggio musica portoghese.. ma ora, prima di abbandonarmi agli odori del cenone che sento già da qualche ora riempire la casa, metto nel lettore un disco che ho amato molto e che non sentivo da tanto tantissimo tempo. Love in the time of science. Sarebbe un buon titolo per questo capitolo finale su questo duemilasette. Ho vissuto un sacco di emozioni durante quest’anno e mi sono successe un sacco di cose belle che non voglio dimenticare. Cancellerei solo l’inizio e la fine. Cancellerei la mia operazione e il mio mese e mezzo di sofferenza e cancellerei il giorno del mio compleanno e le grida di dolore e le lacrime che non si fermavano mai. Ma tutto il resto lo tengo. Prima di salutare questo anno metto in valigia le cose più importanti e adesso mi guardo indietro perché non voglio dimenticarne nemmeno una.
La primavera più bella della mia vita che mi ha liberato dall’immobilità e mi ha ridato le ali.
Gli incontri decisi dal destino. Il cuore che ha ripreso a battere senza paura. Il salento a fine aprile e i trent’anni di Fabiana. Patrizia Laquidara che riempiva di musica l’area. Il viaggio di maggio a Barcellona e a Porto. Lisbona rivista per qualche ora. La semplicità nelle cose che ami. L’estate. Il mare di Paestum. Il mio monolocale. Largo campo con le mie persone. Chi amo. Il matrimonio del ragazzo con cui ho passato cinque anni della mia vita. I concerti. Il sixdaysonic e i giorni a Guardia Sanframondi. Gli amici che mi sono venuti a trovare. Melissa a Salerno dopo quasi dieci anni e il bene che ci vogliamo. Il viaggetto a fine agosto in cilento e quel mare indimenticabile di Pioppi. Castellabate e il suo panorama. Velia e il respiro di Parmenide. Settembre con i suoi colori. Tutti i piccoli momenti di gioia che ho condiviso con chi mi è stato accanto. Il concerto di Patti Smith nella basilica di San Vittore a Milano. Il mio ritorno in Romagna, da Cristina e Mirco. E le persone che mi vivono dentro, come sempre, come ogni volta. La mia famiglia. Quo che dorme qui accanto a me in questo momento. Gli amici che mi vogliono bene da lontano e che mi fanno arrivare il loro amore. Chi non dimentico. Chi mi dimentica. Chi mi dona le sue mani, il suo cuore e i suoi occhi attraverso cui posso guardare me stessa. Questa notte e gli amici con cui la dividerò. Cate e quello che sento.

domenica, dicembre 23, 2007

la valigia sul letto è quella di un lungo viaggio...

Questa Milano non lo so
è vero strana ti dirò è immagine
sono straniero e ancor di più
se proprio a dirmelo sei tu
mi sento fragile
c'è un movimento che non ha
più così tanto senso ma
son strano io sono strano io
sono strano io

Questa piazza così piena
mi lascia un vuoto che fa pena
inno alla pubblicità
stuprare il cuore alle città
renderle solo vanità
mi fa confondere

ma per fortuna ci sei tu
ed è per questo che son qui
e allora ha un senso anche Milano
accarezzarti non è strano
dovunque sei dovunque sei
e tu lo sai si, tu lo sai
amore mio.

Natale a Milano/La Crus

venerdì, dicembre 21, 2007

e allora ha un senso anche Milano

Natale a Milano.. sarebbe la canzone che si adatterebbe meglio a questi giorni, ma per fortuna il mio natale non lo passerò qui, domenica mattina un treno mi riporterà finalmente a casa. Sono le undici di sera, guardo distrattamente Zelig su canale 5, dopo una giornata passata a prendere un sacco di freddo per la strada. E ora ho mail di gola, bevo un tè verde mentre Cate si è addormentata sul divano..naturalmente vestita e con le scarpe ai piedi, distrutta dall'ennesima giornata in milano style. Da domani pomeriggio anche per lei comincia un pò di tranquillità e di riposo, da domani anche per lei si torna a casa.

Ieri sera sono stata al musicdrome a sentire per la seconda volta in quindici giorni il concerto di Cristina Donà. Mi era talmente piaciuto quello al Velvet (a proposito di Velvet, ci sono ritornata dopo nientedimeno che nove anni...) che ho deciso di tornare a sentirla e non sono stata tradita. A volte penso che davvero il successo di un cantante o di uno scrittore dipendano da qualcosa di sconosciuto a loro stessi, perchè forse è tutta questione di casualità e per quanto sia terribile pensare questo penso che sia una regola abbastanza valida. Cristina Donà è bravissima, tremendamente poetica e la sua musica è tremendamente bella. E ieri addirittura ci ha fatto il regalo di donarci L'aridità dell'aria, in mezzo ad un'infinita serie di bellissimi pezzi e se dovessi ricapitare dalle parti di qualche suo concerto penso che ritornerò a sentirla anche solo per perdermi in quei tot minuti di Invisibile e Dove sei tu.. emozioni a piene mani, minuti in cui senza pensare a nulla chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da quel crescendo meraviglioso di musica e parole.

Mercoledi sera ho vissuto un'ora di misticismo puro, in una bella chiesa che sembrava fuori dal tempo e dallo spazio. La sacerdotessa era naturalmente Patti Smith.. intorno a me qualcuno piangeva.. se io non l'ho fatto è stato solo perchè la sua musica mi aveva portato altrove, in un luogo che non sembrava nemmeno più terreno e quindi immateriale. E la mia felicità più grande è stata poter dividere quel concerto con una persona che provava le mie stesse emozioni, con la quale in un certo senso avevo già assistito ad un concerto di Patti Smith, qualche anno fa o qualche vita fa..

E ieri pomeriggio è arrivata la notizia che aspettavo da tanto tempo..
Il 9 marzo del 2008 voi che fate? Io vado al concerto di Pj Harvey a Roma..

ergo...

oggi è iniziato ufficialmente l'inverno e quindi non è più la mia stagione.. passerò attraverso questi mesi come se il mondo non mi appartenesse, aspettando come un fiore la primavera.

Oggi 21 dicembre...

..io ti verrò a cercare quando il buio tenta
di far risaltare la tua assenza..
qualunque sia la distanza..
accorcerò la distanza..

giovedì, dicembre 20, 2007

mercoledì, dicembre 19, 2007

una giornata manzoniana



Non so se tra i Manzoni preferisco quello vero ma ieri una personcina speciale mi ha portato a fare una gita sul lago di Como. Non so se me lo immaginavo cosi grande e con tanti paesini arroccati sulle sponde ma è stata una visione piacevole e rilassante e contrariamente a quanto mi succede con i laghi questo non mi ha fatto tristezza... forse perchè ero cosi tanto assetata di acqua che ho accolto quella grande distesa come un toccasana per i miei occhi e la mia anima. Essere poi gli unici passeggeri del battello è stato quasi avventuroso e mi ha riportato un pò di umanità. Ed anche le persone mi sono piaciute.. gentili, semplici e disponibili. Soprattutto con il dono della parola.. ed un pò mi è sembrato di essere a casa. Però giusto per chiarire le cose, niente a che vedere col mare; su certe cose non si scherza. Ora mi ributto nell'alienazione, ma solo per altri quattro giorni che cercherò di trafiggere inseguendo Patti Smith per le vie di Milano.

domenica, dicembre 16, 2007

Torino

Mi piace ascoltare Torino di notte, dalla strada come sempre arrivano i rumori delle macchine e qualche rara voce. E il freddo stanotte ha come compagnia solo le luci di un natale troppo lontano. E come sempre quando sono qui ritorno a lui.


Che diremo stanotte all'amico che dorme?
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.

La notte avrà il volto
dell'antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un'anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.

Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,
che verrà d'improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio. L'inutile luce
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso.

L'amico che dorme, Cesare Pavese

martedì, dicembre 11, 2007

mercoledì, dicembre 05, 2007

citazione

"Qualcuno te le deve pur spiegare queste cose, dal momento che ti presenti da me come un punto interrogativo ambulante. Scrivi tutti questi racconti che non sono altro che domande camuffate, richieste disperate di lumi. Qualcuno deve pur cominciare a sbrogliare tutti questi nodi. Il consiglio che ti do io è di imparare. Devi imparare a impiegare più tempo a voler bene a più persone, e in tante maniere diverse. Voler bene a qualcuno significa aiutarlo, non significa solo..scaricargli in grembo il tuo fardello di emozioni. Quello che tu scambi per amore è autogratificazione. Disimparala, Robin, prima che sia troppo tardi."

(L'amore non guasta, Jonathan Coe)

martedì, dicembre 04, 2007

dedicata

Mi sono innamorata
delle mie stesse ali d'angelo,
delle mie nari che succhiano la notte,
mi sono innamorata di me
e dei miei tormenti.

Un erpice che scava dentro le cose,
o forse fatta donzella
ho perso le mie sembianze.

Come sei nudo, amore,
nudo e senza difesa:
io sono la vera cetra
che ti colpisce nel petto
e ti dà larga resa.

Alda Merini

martedì, novembre 13, 2007

la morte nel cuore

morire. questo a un gatto non si fa.
perché cosa può fare il gatto
in un appartamento vuoto?
arrampicarsi sulle pareti
strofinarsi contro i mobili? qui niente sembra cambiato
eppure tutto è mutato niente sembra spostato
eppure tutto è fuori posto
la sera la lampada non è più accesa
si sentono passi sulle scale ma non sono quelli
anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima. qualcosa non comincia
alla sua solita ora
qualcosa non accade come dovrebbe
qui c'era sempre qualcuno. sempre.
e poi d'un tratto è scomparso e si ostina a non esserci
in ogni armadio si è guardato
si è cercato sulle mensole e infilati sotto il tappeto
ma non ha portato a nientesi è persino infranto il divieto
di entrare nell'ufficio
e si sono sparse carte dappertutto.
cos'altro si può fare aspettare e dormire

che provi solo a tornare che si faccia vedere se osa!
deve imparare che questo non si fa a un gatto.
gli si andrà incontro
con aria distaccata
un po' altezzosi come se non lo si vedesse
camminando lentamente sulle zampe molto offese

e soprattutto non un salto nè un miagolio.
almeno non subito.


wislawa szymborska

martedì, ottobre 30, 2007

tornando a casa

Scendere alla stazione di una città che senti tua fino a dentro la stomaco non è un’emozione da poco. E non solo perché ci sei nato e non solo perché per la strada incontri casualmente persone che ti salutano e con cui ti fermi a chiacchierare. La senti tua anche perché ti somiglia e ti sa parlare.. anche ascoltare a volte.
Ti somiglia l’aria che si respira per le strade e sui volti della gente che passeggia sul lungomare o che sta seduta su una panchina a leggere un libro o che porta a spasso un cane. Ti somiglia la pace e la tranquillità che incontri in un vicolo del centro storico poco battuto o in uno scorcio di cielo all’imbrunire che riesci a scorgere tra i palazzi addossati uno all’altro. Ti somiglia la semplicità nei gesti delle persone e ti somigliano i sorrisi e i baci degli amici che ti rivedono e ti chiedono come stai, indipendentemente da quanti giorni sono trascorsi dall’ultima volta che ti hanno visto. Ti somiglia l’aria di casa che ritrovi in una determinata piazza e in un determinato locale. Ti somiglia tutta la tua famiglia che ti bacia e ti abbraccia anche se non ti vede da soli quindici giorni. Mi somiglia mia madre che rientra da scuola e mi dice che quando ci sono io la casa è più bella perché c’è la musica.

E ieri c’era anche una persona speciale che mi aspettava sul binario e che mi ha accolto col suo grande sorriso bianco e puro. I piccoli principi a volte ritornano e ti accompagnano per un pò…senza più paura delle spine.

venerdì, ottobre 26, 2007

autunno al nord

Da quasi quindici giorni vago tra la Lombardia e il Piemonte. E ora ho solo voglia di tornare a casa, al mio mare, alla mia gente e alla mia lingua.
E di azzerare le delusioni, i pensieri, anche le speranze forse. O forse ho solo voglia di incontrarmi davvero con le persone, non solamente di sfiorarle da lontano o qualcosa di ancora peggio.
E la pioggia di Torino stasera mi riporta a Pavese, come sempre mi succede quando sono qui e fuori piove.

Torneremo per strada a fissare i passanti
e saremo passanti anche noi. Studieremo
come alzarci al mattino deponendo il disgusto
della notte e uscir fuori col passo di un tempo.
Piegheremo la testa al lavoro di un tempo.
Torneremo laggiù, contro il vetro, a fumare
intontiti. Ma gli occhi saranno gli stessi
e anche i gesti e anche il viso. Quel vano segreto
che c'indugia nel corpo e ci sperde lo sguardo
morirà lentamente nel ritmo del sangue
dove tutto scompare.
Usciremo un mattino,
non avremo più casa, usciremo per via;
il disgusto notturno ci avrà abbandonati;
tremeremo a star soli. Ma vorremo star soli.
Fisseremo i passanti col morto sorriso
di chi è stato battuto, ma non odia e non grida
perché sa che da tempo remoto la sorte
- tutto quanto è già stato o sarà - è dentro il sangue,
nel sussurro del sangue. Piegheremo la fronte
soli, in mezzo alla strada, in ascolto di un'eco
dentro il sangue. E quest'eco non vibrerà più.
Leveremo lo sguardo, fissando la strada.

sabato, ottobre 13, 2007

rivelazioni

Resta, al sommo di tutto, questa capacità di tenerezza
questa perfetta intimità con il silenzio
resta questa voce intima che chiede perdono di tutto:- Pietà!
perché essi non hanno colpa d'esser nati...
resta quest'antico rispetto per la notte, questo parlar fioco
questa mano che tasta prima di stringere, questo timore
di ferire toccando, questa forte mano d'uomo
piena di dolcezza verso tutto ciò che esiste.
resta quest'immobilità, questa economia di gesti
quest'inerzia ogni volta maggiore di fronte all'infinito
questa balbuzie infantile di chi vuol esprimere l'inesprimibile
questa irriducibile ricusa della poesia non vissuta.
resta questa comunione con i suoni, questo sentimento
di materia in riposo, questa angustia della simultaneità
del tempo, questa lenta decomposizione poetica
in cerca d'una sola vita, una sola morte, un solo Vinícius.
resta questo cuore che brucia come un cero
in una cattedrale in rovina, questa tristezza
davanti al quotidiano; o quest'improvvisa allegria
di sentir passi nella notte che si perdono senza memoria...
resta questa voglia di piangere davanti alla bellezza
questa collera di fronte all'ingiustizia e all'equivoco
questa immensa pena di se stesso, questa immensa
pena di se stesso e della sua forza inutile.
resta questo sentimento dell'infanzia sventrato
di piccole assurdità, questa sciocca capacità
di rider per niente, questo ridicolo desiderio d'esser utile
e questo coraggio di compromettersi senza necessità.ù
resta questa distrazione, questa disponibilità, questa vaghezza
di chi sa che tutto è già stato come è nel tornar ad essere
e allo stesso tempo questa volontà di servire, questa contemporaneità
con il domani di quelli che non ebbero ieri né oggi.
resta questa incoercibile facoltà di sognare
ri trasformare la realtà, dentro questa incapacità
di non accettarla se non come è, e quest'ampia visione
degli avvenimenti, e questa impressionante
e non necessaria prescienza, e questa memoria anteriore
di mondi inesistenti, e questo eroismo
statico, e questa piccolissima luce indecifrabile
cui i poeti a volte danno il nome di speranza.
resta questo desiderio di sentirsi uguale a tutti

di riflettersi in sguardi senza curiosità e senza storia
resta questa povertà intrinseca, questa vanità
di non voler essere principe se non del proprio regno.
resta questo dialogo quotidiano con la morte, questa curiosità
di fronte al momento a venire, quando, di fretta
ella verrà a socchiudermi la porta come una vecchia amante
senza sapere che è la mia ultima innamorata.

L'avere
Vinicius de Moraes

giovedì, ottobre 11, 2007

prima di partire per un lungo viaggio

Metto in valigia i pensieri e vado. Quando la disfarrò spero tutto sarà più leggero. E più reale.

risvegli

Ho anche cercato di ballare, in quella stanza minuscola, rimpicciolita da un mobilio sproporzionato. E lì che il mio corpo, a furia di adattarsi alla mancanza di spazio, ha modellato un ballo tutto suo, fatto di perdita di equilibrio.

C. Donà

domenica, ottobre 07, 2007

before departure o il silenzio

Questa è stata la prima vera giornata di autunno. L’ho accolta come si accoglie un amico che non si vede da molto tempo e sono entrata in sintonia con quest’aria con naturalezza e gioia, quella stessa gioia malinconica che provo quando tendo la mano a qualcuno che non vedo da tanto, troppo tempo. La colonna sonora di questa giornata è stata naturalmente lei, un angelo vestito di bianco che canta meravigliose favole che possono sembrare paurose e buie ma se poi continui a poggiare l’orecchio su di loro scopri che sono favole piene di luce e felicità. Proprio come quello che c’è dentro di me, dal di fuori. I don’t have a gun, già.. io non ho un fucile. Solo gesso bianco nelle mani e fogli leggeri da riempire di colori.
E una spada di luce.

Mi vedi?


Farewell my friends
Farewell my dear ones
Farewell this world
Forgive my weakness
Goodbye my friends
Goodbye to evening parties
Remember me In the spring
To work for your bread
Soon you must leave
Remember your family
Work for your children
I don't need much
And the older I become
I realize
My friendships
Lord carry me over
Any course of distance
Any cause of sorrow
My friends that last
Will dance one more time
With me
I don't need much
This I need

before departure
pjharvey

la mia settimana di felicità :-)

sabato, ottobre 06, 2007

niente di particolare a parte il fatto che mi manchi(2)

A volte vorrei avere uno schermo nero dove poter tracciare linee bianche. Linee da seguire cosi come si segue la scia di un odore conosciuto o come quando si percorre una strada familiare o come quando si sta seduti al bancone di un bar che frequenti da sempre. In questi giorni l’aria è cosi dolce che spesso faccio un giro in bicicletta, soprattutto al tramonto. E mi piace, girare in bici e starmene sola con i miei pensieri; mi piace perché era da tanto che avevo perso quest’abitudine…forse perché negli ultimi mesi ho scelto di vivere meno la mia solitudine o meglio dovrei dire che ho scelto di viverla in maniera diversa, dedicandomi più alle persone che mi vogliono bene e il cui bene naturalmente io ricambio. Questo soprattutto mi succede durante l’estate, come credo sia naturale che sia.. ma poi con la fine di settembre, in fondo all’anima si fa largo una grande voglia di me, immergermi nell’atmosfera autunnale che tanto amo e il ritornare a me è una di quelle linee bianche che amo seguire di più. Volare leggero, pensare leggero come un foglio leggero (e intanto mi cucio addosso migrazioni). Ma succede che tornando a me, torno anche alla malinconia e a volte addirittura torno a riaprire il mio cuore perché quei festini rimbaudiani a cui ero abituata tanti anni fa, in alcuni momenti mi ritornano dentro con tutta la loro bellezza ed è allora che io sento che rinasce una parte di me a cui guardo con gli occhi lucidi e lucenti, quegli stessi occhi che avevo tanto tempo fa e che non cambiano perché appartengono a quella parte di me che non smetto mai di ascoltare. Tu mi dici che molte persone vivono la propria vita non ascoltando il proprio cuore, ma io non riesco a capacitarmi di questa mostruosa verità e la rifiuto con tutta la forza che ho dentro.


E’ l’alba. La giornata che si annuncia
sarà per me come uno strazio. Pure
io la vivrò, ritroverò la fresca
sera, la pace coi nemici vinti
anche in me stesso. La mia vita è tutta
così; così me la dipingo, e lieto
per l’aperta finestra guardo l’ora
- come dentro una bolla di sapone –
ricreare gli alberi le case.

Umberto Saba

mercoledì, ottobre 03, 2007

message in a bottle

Cosa sono quei fiori stretti nella mano fredda, fredda come questa sera che ci scruta nella stanza, nella stanza dei ricordi dove tu sei ritornato per portarmi le tue scuse e un inchino riverente.

Quanti sono quei fiori stretti nella mano fredda, trentasette margherite che mi frugano nel petto. Nella foto di un'estate c'era il vento che soffiava,mi ricordo che bastava l'equilibrio su una gamba.

E nel tempo che ci rimane,e nel tempo che ci rimane, potremmo riparlarne senza tanta presunzione. E nel tempo che ci rimane, poco tempo che ci rimane, dovremmo ripensareall'ultima conversazioneper capire chi si è fatto più male.

Cosa sono quei fiori stretti nella mano fredda, fredda che non sai contare quanti giorni son passati dal momento i cui parlavi e guardavi solo a terra per paura che vedessi tutta quella lontananza.

Quanti sono i miei errori cancellati con la fretta, fretta di chi ha rinunciato a guardare verso il cielo, stesso cielo che ci ha visti duellanti fino al sangue e camminare con le scarpe appesantite dal sospetto. E nel tempo che ci rimane,e nel tempo che ci rimane, potremmo riparlarne senza tanta presunzione.

E nel tempo che ci rimane,poco tempo che ci rimane, dovremmo ripensareall'ultima conversazione per capire chi si è fatto più male. E nel tempo che ci rimane,questo tempo che ci rimane non vorrei sprecarlo per l'ennesimo duello, tanto poi nessuno ha mai vinto, tanto sai che nessuno ha mai perso.

i duellanti

C. Donà

martedì, ottobre 02, 2007

verso sud, finchè potrò

Settembre è stato meraviglioso. L'estate ha continuato a baciare le teste e sebbene per un paio di settimane abbia sofferto la mancanza del mare, posso dire che questo per me è stato un mese buono. L'ultima notte di settembre io l'ho passata a Lecce e da lì ho salutato l'ultima notte di un'estate bellissima, perchè da ottobre per me è cominciato il vero autunno. E non solo perchè ho passato l'intera giornata chiusa nell'aula magna dell'università, ma anche perchè da ieri ho iniziato a pensare al mio piano di sopravvivenza per questo nuovo anno lavorativo, perchè realisticamente penso che le 110 domande a risposta multipla a cui ieri mi sono sottoposta potranno essere usate come spada con cui combattere e non certo come piuma con cui carezzare il mio ego. E non perchè questo non possa essere, ma solo perchè viviamo in un paese dove le leggi e le riforme che ne seguono sono peggio che una parigi dakar con un bicicletta senza fanali.
Lecce ad inizio ottobre era come sembre bella, ma quell'aria di inizio autunno conferiva al suo oro ancora più luce. Voglio continuare a girare la prua della mia barchetta verso il sud del mondo e se non potrò farlo aspetterò il momento migliore per ritornarci. Comunque.

venerdì, settembre 28, 2007

per creare basta esistere?

Me lo chiedo da giorni, essendo io ferma da parecchio tempo con la creazione. O forse avviluppata dentro di me da tanto tempo cerca solo uno spiraglio per esplodere? In mezzo a questi pensieri in queste ultime sere me ne vado in una chiesa del centro storico che prende vita con musica, reading, proiezioni e teatro ed il risultato non è niente male, anzi. Mi sveglio e mi trastullo un pò guardando chi megli di me riesce a creare di questi tempi.
Il programma lo potete leggere qui.

martedì, settembre 25, 2007

promemoria (Salerno on air)

Ottobre:
Après La Classe 12-10-2007 Università

Jennifer Gentle 13-10-2007 Iroko Content club

Disco Drive 20-10-2007 Iroko Content Club

Novembre:
Banshee + Moltheni 03-11-2007 Iroko Content club

Amari 10-11-2007 Iroko Content club

controtempo

Piove.
Cerco di barcamenarmi con i miei libri in questa tempesta di acqua, ma ho paura di aver dimenticato come si fa a nuotare. Che la vita sia solo questione di coincidenze? Non voglio crederci, non posso farlo.. non devo.

lunedì, settembre 24, 2007

quest'anno l'autunno inizia con un'emozione

Sono finiti i tempi in cui pensavo in bianco e nero, preferisco i toni di grigio. Mi piace vivere ritirata, contemplare il paesaggio, non avere frenesia. Io consiglio di ascoltarlo prima di andare a letto. Come quelle favole della buona notte che si ascoltano da bambini. Nemmeno così spaventose, poi.

pjharvey

mercoledì, settembre 19, 2007

il sole a settembre..



a volte anche a Milano.
L'unica emozione che questa città è riuscita a darmi in questi giorni e proprio per questo la conservo gelosamente. Carmen che canta in piazza duomo con una mollettina rossa intermittente nei capelli, quella no, quell'immagine non la conservo come un momento da ricordare.. o dovrei comunque? Forse solo la mia voce che non riusciva a non cantare una per niente stanca seppur violentata nella sua anima più profonda, questo ho il dovere di non dimenticarlo. Intanto la quinta stagione gira nel lettore...

Il sole a settembre mi lascia vestire ancora leggera,
il fiume riposa negli argini aperti di questa distesa

Tu mi dicevi che la verità e la bellezza non fanno rumore
Basta solo lasciarle salire, basta solo lasciarle entrare

E' tempo di imparare a guardare
E' tempo di ripulire il pensiero
E' tempo di dominare il fuoco
E' tempo di ascoltare davvero

c. donà

venerdì, settembre 07, 2007

consiglio

Cingi di grandi muri chi ti sogni.
Quindi, dove è visibile il giardino
attraverso il portone della grata cortese,
poni tutti i fiori più allegri,
perché ti conoscano soltanto cosi.
Ove nessuno lo vede non porre nulla.
Traccia aiuole come quelle degli altri,
dove gli sguardi possano intravedere
il tuo giardino come glielo mostri.
Ma dove è tuo, e mai nessuno lo vede,
lascia crescere i fiori che spuntano da terra
e lascia sorgere le erbe naturalmente.
Fa' di te un doppio essere custodito;
e che nessuno, che veda e fissi, possa
conoscere più di un giardino di quel che sei –
un giardino estensivo e riservato,
dietro il quale il fiore spontaneo carezza
l’erba cosi povera che neppure tu la vedi…

Dicono?
Dimenticano.

Non dicono?
Han detto.

Fanno?
Destino.

Non fanno?
Lo stesso.

Perché sperare?
- Tutto è sognare.

Pessoa

mercoledì, settembre 05, 2007

strategie di sopravvivenza

buone nuove in questo settembre.
E ora che ho trovato anche una risposta ho capito perchè seguire la medicina tradizionale cinese.

martedì, settembre 04, 2007

fuochi di fine millennio

Quasi quasi raccolgo baracca e burattini e me ne vado a Mantova.
Solo per Diamanda Galas, Virgilio e Jonathan Coe.
E per me.

regalami una piccola percentuale di presunta intimità...

Questa è la prima sera d’estate che passo con me stessa, si, ci ho pensato bene. Stasera è la prima sera che passo in compagnia di me stessa, luce bassa nella stanza, le luci della città dietro la finestra spalancata a far entrare il fresco e questo piccolo gioiello nell’aria. Dovrei studiare o forse dovrei lanciarmi nella fase del matto e disperatissimo, ma non ho sette anni di tempo, ho solo qualche settimana ed allora lascio stare, allora leggo distrattamente i miei libri dei test e dedico il tempo a me stessa, senza patemi d’animo.

Adoro il rumore di porte che sbattono alla fine o all’inizio di una canzone, mi dà un senso di realtà maggiore, anche se lo so che è solo una finzione… ma che cosa posso chiamare veramente realtà di quello che mi sta intorno? Posso definire realtà l’intersecarsi di pensieri astratti senza il contatto degli occhi e delle mani? Non sento niente di reale in ciò che non ha corpo, in ciò che non ha dimensione. Io il silenzio non lo sento, è inutile guardare il cielo se qualcuno ha spento le stelle. Bisognerebbe riaccenderle se si sogna la luce, io sono miope e non vedo da lontano.

lunedì, settembre 03, 2007

un segno di vita

Ho sempre lo stesso problema durante l’estate. La borsa piena di sabbia e le bustine di plastica che custodiscono i cd ripiene di piccoli granelli. Un omaggio alla Szymborska , se la vedo dal lato poetico, un attentato alla mia musica se la guardo dal lato pratico. Pulisco religiosamente l’ultima dose sotto forma di dvd passatami dal mio spacc-ino di fiducia e metto sul piatto la lettera b: babalot

Dov’è finito il rancore che avevo immaginato?
Dov’è finito l’amore che mi portava ad odiare?
Io questo cuore malato, lo devo fare mangiare
…..

domenica, settembre 02, 2007

già settembre (quasi speravo che non arrivassi più)

Ci sono due momenti dell’estate che mi mettono tristezza. L’inizio e la fine. Tutto il tempo che c’è nel mezzo è per me una benedizione, giorni che vorrei non finissero mai. Eppure finiscono e arriva la fine, arriva settembre e tutto ciò che porta con sé. Mi è impossibile dire qual è il momento preciso che io percepisco come fine, forse il mare quasi deserto e meraviglioso in cui mi sono bagnata in questi giorni o forse la freschezza della sera o forse i miei amici che ripartono per i posti in cui vivono adesso e da cui spero torneranno prima possibile. Eppure è un attimo, questa tristezza mi si cuce addosso e poi via, all’improvviso sparisce e lascia il testimone alla mia stagione preferita. E’ stata una bella estate questa, piena di semplicità e di calore, di luce e di musica. Qualche giorno fa ho fatto una lunga passeggiata lungo la spiaggia e ho ripensato a tutti i momenti che meritavano di essere ricordati.. ne ho conteggiati parecchi, anche molto diversi tra loro e forse proprio per questo ancora più belli.

Ora devo affrontare una montagna di cose e di persone, dentro e fuori di me. Comunque andrà so che non tradirò me stessa e quello in cui credo e non mi sembra poco.

Fin qui tutto bene.

venerdì, agosto 31, 2007

fa caldo...

troppo caldo...
anche dentro la mia testa...

martedì, agosto 21, 2007

il mese più freddo dell'anno

Ultimi giorni di agosto, anche se con ancora un progetto di sole, di mare e di libertà.
Un' estate piena di luce e colori, di musica e di occhi e di tantissimi attimi da custodire.
Ma ad agosto, si sa, si trema anche e si ha paura ed io ora devo decidere in pochi giorni i prossimi due anni della mia vita e non è facile. Perchè ho paura di non fare la cosa giusta per me stessa e non potrei mai perdonarmelo. Ma un rito è un rito e allora metto nel lettore il pensiero perturbante, ma poi ritorno ai sogni in technicolor....tanto lo so, il freddo ad agosto si sente solo per un attimo ed io ho ancora molti giorni da riempire con sogni e colori.

giovedì, luglio 26, 2007

una musica può fare..

Oggi, come ogni pomeriggio, sono restata in accademia per fare lezione a Klemens, ragazzo altoatesino di 27 anni che studia economia a Vienna. All'una è venuto in gran segreto da me e mi ha chiesto se potevamo annullare la lezione, poichè questi sono i suoi ultimi giorni qui e aveva voglia di andare al mare. Abbiamo parlato in spagnolo, in uno spagnolo molto divertente, in quanto lui lo italianizzava tutto. Tra pochi giorni andrà a Malaga a fare un corso di lingua e abbiamo deciso di usare lo spagnolo per riempire i nostri intermezzi di conversazione. Mi piace molto Klemens, era quasi un anno che non trovavo un alunno come lui.

Qui in accademia il caldo non si soffre e forse per questo molti alunni restano qui, molti altri se ne vanno in spiaggia. Qualcuno sta facendo il corso di cucina nella sala Giotto, qualcun'altro qualche corso individuale nelle altre aule. Domani sarà per me l'ultimo giorno di lavoro e poi riprenderò a settembre. Non ce la faccio a lavorare ad agosto, davvero non ce la posso fare... devo studiare, voglio andare al mare e voglio vivermi le serate estive come vere serate estive.. e ho deciso, non me ne frega niente di avere qualche centinaia di euro in meno in tasca...

Ho voglia di musica, voglia di sensazioni forti.... vivere la notte come facevo un pò di anni fa. Girare senza meta con la macchina, passare le notti in spiaggia, parlare parlare parlare e ascoltare... vivermi i silenzi, gli abbracci, ritrovare qualche amico che torna a casa dopo tanto tempo.

Quella passata è stata una settimana importante, da ricordare.
Ho rivisto dopo circa tre anni Carmen. Al Giffonifilmfestival, in un'esibizione con i Lautari. E' stata una bella emozione, rincontrarla intendo. Leggere sul suo viso un'espressione di felicità nel trovarmi lì inaspettatamente, nel riconoscermi e nel vederla allontanarsi dai suoi scagnozzi per venire a salutarmi e darmi un bacio e chiedermi con occhi lucenti come stai? Che tradotto voleva dire come stai veramente? Domanda che ho rigirato a lei e a cui lei ha risposto con uno sguardo che ancora non riesco a dimenticare... mi ha fatto molta tenerezza, in un attimo nella mia mente sono scorsi fiumi di immagini, com'è naturale che sia... e sono stata felice nel ritrovare una sensazione di casa nei suoi occhi che guardavano i miei e viceversa. Ma tutte queste sono cose che non si possono spiegare a chi non sa di cosa parlo.
E poi finalmente un concerto degli Epo. Rock, quello puro e emozioni, quelle vere.E' stato veramente bello vederli dal vivo.

E stasera ancora Carmen, rivedrò un suo concerto dopo tantissimo tempo. Spero di ritrovare i suoi occhi e ritrovarmi anche un pò io.
Ritrovare un pò la sua musica, quella che era anche un pò la mia.

lunedì, luglio 23, 2007

tu chiamale se vuoi....



e m o z i o n i ...........................................................

martedì, luglio 10, 2007

Informazioni personali

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Salerno, Italy
Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

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