Mi dichiaro libera ai tuoi occhi
ma questo suona come una bestemmia
per la tua anima ancora incatenata
alla porta del passato prossimo.
Io lo conosco l’odore ferruginoso
di quelle catene e la puzza acida che
resta sulla pelle.
Lo conosco il dolore del corpo,
spezzato nelle giunture degli arti.
Il buio mi ha trafitta molte volte
prima che io potessi avere tra le mani
una spada di luce per colpirlo a morte.
28/2/07
ed è forte quello che ho dentro distante dalla mediocrità, ho inseguito il rumore assordante per non sentirla...
mercoledì, febbraio 28, 2007
martedì, febbraio 27, 2007
sono molto irrequieta quando mi legano allo spazio (cit.)
I primi due mesi dell’anno non mi sono mai stati particolarmente simpatici, a differenza degli ultimi due che invece amo molto.
Stamattina mi sveglio girata sul fianco destro, quello che mi fa meno male e guardo il calendario come se guardassi un miracolo, una sorta di liberazione. Dopodomani inizia marzo e come mai nella mia vita, questa volta lo attendo come si attende uno di quegli angeli che ti riapre le ali o come una di quelle stelle danzanti di nietzchiana memoria. E giuro che non si tratta solo di cambi stagionali, almeno non solo nel senso climatico del termine. Voglio alzarmi da questo letto e dilatare la mia inquietudine, attaccarla con le migliori armi e tenerla a bada, quasi provandone piacere.
La memoria del mio cellulare è costantemente piena o quase cheia come recita la (mia) neolingua del telefono… e per questo non posso che ringraziarvi e mandare qualche parsimonioso abbraccio (non sono mai stata prodiga di oro).
E penso che tra quindici giorni tornerò dopo molti anni a Milano, una città che non mi è mai piaciuta, ma dove ho molti ricordi che non intendo andare a riprendere, al contrario, voglio aggiungerne di nuovi. E voglio andare sui navigli con un libro di Alda Merini tra le mani e vedere se è vero che ciò che dice. Se il Sud ha portato lì i suoi orari strambi e se ci si addormenta quando è ora di alzarsi. E naturalmente spero che sia vero, perché solo in quel caso non mi sentirò straniera. E prima di andarmene stringerò nelle mani il suo pensiero perché (anche) io sono novembrina, nel senso che amo le foglie sparse per terra, gli autunni celeri, quelli che incantano finalmente il sole e lo fermano nel suo girovagare quotidiano….
Stamattina mi sveglio girata sul fianco destro, quello che mi fa meno male e guardo il calendario come se guardassi un miracolo, una sorta di liberazione. Dopodomani inizia marzo e come mai nella mia vita, questa volta lo attendo come si attende uno di quegli angeli che ti riapre le ali o come una di quelle stelle danzanti di nietzchiana memoria. E giuro che non si tratta solo di cambi stagionali, almeno non solo nel senso climatico del termine. Voglio alzarmi da questo letto e dilatare la mia inquietudine, attaccarla con le migliori armi e tenerla a bada, quasi provandone piacere.
La memoria del mio cellulare è costantemente piena o quase cheia come recita la (mia) neolingua del telefono… e per questo non posso che ringraziarvi e mandare qualche parsimonioso abbraccio (non sono mai stata prodiga di oro).
E penso che tra quindici giorni tornerò dopo molti anni a Milano, una città che non mi è mai piaciuta, ma dove ho molti ricordi che non intendo andare a riprendere, al contrario, voglio aggiungerne di nuovi. E voglio andare sui navigli con un libro di Alda Merini tra le mani e vedere se è vero che ciò che dice. Se il Sud ha portato lì i suoi orari strambi e se ci si addormenta quando è ora di alzarsi. E naturalmente spero che sia vero, perché solo in quel caso non mi sentirò straniera. E prima di andarmene stringerò nelle mani il suo pensiero perché (anche) io sono novembrina, nel senso che amo le foglie sparse per terra, gli autunni celeri, quelli che incantano finalmente il sole e lo fermano nel suo girovagare quotidiano….
domenica, febbraio 25, 2007
martedì, febbraio 20, 2007
mercoledì, febbraio 14, 2007
der panther
Sein Blick ist vom Vorübergehn der Stäbe
so müd geworden,daß er nichts mehr hält.
Ihm ist, als ob es tausend Stäbe gäbe
und hinter tausend Stäben keine Welt.
Der weiche Gang geschmeidig starker Schritte,
der sich im allerkleinsten Kreise dreht,
ist wie ein Tanz von Kraft um eine Mitte,
in der betäubt ein großer Wille steht.
Nur manchmal schiebt der Vorhang der Pupille
sich lautlos auf -. Dann geht ein
Bild hinein, geht durch der Glieder angespannte Stille -
und hört im Herzen auf zu sein.
Rainer Maria Rilke
Im Jardin des Plantes, Paris
so müd geworden,daß er nichts mehr hält.
Ihm ist, als ob es tausend Stäbe gäbe
und hinter tausend Stäben keine Welt.
Der weiche Gang geschmeidig starker Schritte,
der sich im allerkleinsten Kreise dreht,
ist wie ein Tanz von Kraft um eine Mitte,
in der betäubt ein großer Wille steht.
Nur manchmal schiebt der Vorhang der Pupille
sich lautlos auf -. Dann geht ein
Bild hinein, geht durch der Glieder angespannte Stille -
und hört im Herzen auf zu sein.
Rainer Maria Rilke
Im Jardin des Plantes, Paris
domenica, febbraio 04, 2007
ospital(e)
L'ultima volta che sono stata in ospedale per un'operazione avevo sei anni e di quell'esperienza ricordo che sapevo già scrivere perchè usavo la scrittura al posto della parola che per qualche giorno mi fu tolta. Ricordo che scrivevo biglietti a mia madre in cui chiedevo del mio fratellino. E l'enorme quantità di gelati che mangiaii a seguito dell'operazione. Oggi, di anni ne ho molti di più e stasera tornerò in ospedale per starci qualche giorno. Anche se questa volta la voce non mi sarà tolta, probabilmente userò ancora la scrittura, per esprimere altri pensieri, attraverso nuove forme. Spero solo che l'anestesia sia quel "viaggio" che dice mia cugina! Un abbraccio a chi mi pensa e a chi mi penserà.
sabato, febbraio 03, 2007
venerdì, febbraio 02, 2007
che cosa sono le nuvole?
C'è un bel sole oggi e guardando dalla finestra della mia aula vedo come sempre le barche ferme al vento ed il mare sconfinato che si prepara ad accogliere il tramonto.
Ho da poco finito la lezione del pomeriggio e ascolto che cosa sono le nuvole cantata da Modugno e non posso fare a meno di ritornare con la mente alla meravigliosa scena finale dell'omonimo film di Pasolini... certe volte mi sento proprio come in quella scena.. ah, meravigliosa e struggente bellezza del creato.... mi sento cosi triste oggi, non so nemmeno io il perchè, credo sia semplicemente quel senso di vuoto che a volte ci prende e ci tormenta. A quest'ora a scuola si respira un'aria di pace, i ragazzi sono nella sala computer e chiaccherano, sento le loro risate arrivare da lì... io sono in tre stanze dopo la loro, nella mia aula. Stasera uscirò con Raik ed Alexandr e pensavo al fatto che è da molto tempo che non uscivo con i miei alunni, forse perchè da quando c'era Marco non ho più incontrato nessuno che mi ha particolarmente entusiasmato, davvero. Nessuno più mi ha detto che il cielo oggi piange, nessuno più mi ha regalato musica, nessuno più mi ha cercato in giro per la città chiedendo di me alle persone. Stasera Alexandr parte per Firenze e mi ha chiesto notizie sulla città. E non ho potuto fare a meno di pensare alla Toscana, una terra con cui sono sempre stata legata a doppio filo, da quando ero piccola, per motivi diversi. Da un pò di tempo quel filo si è reciso e chissà se mai avrò la forza di ricucirlo. A volte penso alla mia infanzia e a certi modi di parlare che mi sono entrati dentro e poi penso ad un tempo molto più vicino e a tante immagini fisse dentro di me.
Penso a molte persone in questo momento, quelle che più amo, soprattutto.
Penso alla mia cuginetta in preda al caos di Manatthan davanti a vecchie pellicole di film logorate... a una delle persone che voglio più bene al mondo e che ora sta soffrendo per amore.. a chi è preoccupato per me perchè vorrei dirgli che non deve essere triste per il mio viaggio e che prossimamente tutto andrà bene, per me e per quello che vorremmo costruire insieme.
... che bello quel rosa tra il mare e la costiera amalfitana... vado a perdermi nei colori del tramonto e a raccoglierne un pò per riempire i miei pacchetti via sms.
Ho da poco finito la lezione del pomeriggio e ascolto che cosa sono le nuvole cantata da Modugno e non posso fare a meno di ritornare con la mente alla meravigliosa scena finale dell'omonimo film di Pasolini... certe volte mi sento proprio come in quella scena.. ah, meravigliosa e struggente bellezza del creato.... mi sento cosi triste oggi, non so nemmeno io il perchè, credo sia semplicemente quel senso di vuoto che a volte ci prende e ci tormenta. A quest'ora a scuola si respira un'aria di pace, i ragazzi sono nella sala computer e chiaccherano, sento le loro risate arrivare da lì... io sono in tre stanze dopo la loro, nella mia aula. Stasera uscirò con Raik ed Alexandr e pensavo al fatto che è da molto tempo che non uscivo con i miei alunni, forse perchè da quando c'era Marco non ho più incontrato nessuno che mi ha particolarmente entusiasmato, davvero. Nessuno più mi ha detto che il cielo oggi piange, nessuno più mi ha regalato musica, nessuno più mi ha cercato in giro per la città chiedendo di me alle persone. Stasera Alexandr parte per Firenze e mi ha chiesto notizie sulla città. E non ho potuto fare a meno di pensare alla Toscana, una terra con cui sono sempre stata legata a doppio filo, da quando ero piccola, per motivi diversi. Da un pò di tempo quel filo si è reciso e chissà se mai avrò la forza di ricucirlo. A volte penso alla mia infanzia e a certi modi di parlare che mi sono entrati dentro e poi penso ad un tempo molto più vicino e a tante immagini fisse dentro di me.
Penso a molte persone in questo momento, quelle che più amo, soprattutto.
Penso alla mia cuginetta in preda al caos di Manatthan davanti a vecchie pellicole di film logorate... a una delle persone che voglio più bene al mondo e che ora sta soffrendo per amore.. a chi è preoccupato per me perchè vorrei dirgli che non deve essere triste per il mio viaggio e che prossimamente tutto andrà bene, per me e per quello che vorremmo costruire insieme.
... che bello quel rosa tra il mare e la costiera amalfitana... vado a perdermi nei colori del tramonto e a raccoglierne un pò per riempire i miei pacchetti via sms.
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- Salerno, Italy
- Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]
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