sabato, giugno 14, 2008

stati d'animo

La convalescenza, soprattutto se la trascorsa malattia riguardava il pensiero, è come un’allegria triste. C’è una specie di autunno nelle emozioni e nel pensiero; o meglio, qualcosa di certi principi di primavera che, anche se non cadono le foglie, somigliano, nell’aria e nel cielo, all’autunno.

La stanchezza è piacevole, e ciò fa un po’ male. Ci si sente leggermente appartati dalla vita, anche se dentro di essa, come sulla terrazza della casa del vivere. Si è contemplativi ma non si pensa, si provano sensazioni senza un’emozione definibile. La volontà riposa perché non ne abbiamo bisogno. E certi ricordi, certe speranze, certi indefiniti desideri salgono lentamente la china della coscienza come certi viandanti visti dall’alto del monte. Ricordi di cose futili, speranza di cose che non furono ( e che ci importa che non siano state), desideri che avevano la violenza della natura o di un’esplosione, o che non hanno mai potuto voler essere. Quando la giornata si sintonizza su queste sensazioni, come oggi, in questa giornata d’estate con nuvole e strisce d’azzurro con una lieve brezza perché non fa caldo, anzi fa quasi fresco, allora si accentua lo stato d’animo che ci fa pensare, sentire, vivere queste impressioni. Non che siano più chiari i ricordi, le speranze, i desideri che avevamo. Ma sentiamo di più, e la somma incerta di quelle cose pesa un po’, assurdamente sul nostro cuore.


C’è qualcosa di lontano in me, in questo momento. Sto sulla terrazza della vita ma non si tratta esattamente di questa vita. Mi trovo sopra la vita e dal mio punto di osservazione la osservo. Essa si estende sotto il mio sguardo, in terrazzi e declivi, come un paesaggio diverso, fino al fumo delle case bianche dei borghi della vallata. Chiudendo gli occhi continuo a vedere, proprio perché non guardo. Se li apro non vedo più niente, perché non vedevo.
Mi sento tutto una nostalgia vaga, non del passato o del futuro, ma una nostalgia del presente, anonima, prolissa e incompresa.

16.7.1932
Fernando Pessoa

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Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

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