Tu conti le ossa e mischi le ossa...
petali di rosa dura spiccano in volo sfrontati senza voltarsi...
mi lasciano nell'estasi del declino..
ed è forte quello che ho dentro distante dalla mediocrità, ho inseguito il rumore assordante per non sentirla...
domenica, novembre 21, 2010
giovedì, novembre 18, 2010
sabato, novembre 13, 2010
l a b i r i n t o
- e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi a sinistra
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque,
verso ovunque fino al crocevia,
dove convergono
per poi disperdersi le tue speranze,
errori, dolori, sforzi, propositi
e nuove speranze.
Una via dopo l'altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te
e laggiù, a mo' di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.
Puoi decidere dove essere o non essere,
saltare, saltare pur di non farsi sfuggire.
Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni, in fretta,
perchè nel tempo hai poco tempo,
da luogo a luogo fino a molti
ancora aperti, dove c'è gioia,
benchè il dolore sia pressochè
lì accanto e altrove, qua e là,
in un altro luogo
e ovunque felicità nell'infelicità
come parentesi dentro parentesi, e cosi sia
e d'improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
ma solo quello, perchè un altro non c'è.
Deve pur esserci un'uscita,
è più certo.
Ma tu non la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall'inizio
che ti insegue,
e il labirinto altro non è
se non la tua, finchè è possibile,
la tua, finchè è tua,
fuga, fuga.
W. Szymborska
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi a sinistra
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque,
verso ovunque fino al crocevia,
dove convergono
per poi disperdersi le tue speranze,
errori, dolori, sforzi, propositi
e nuove speranze.
Una via dopo l'altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te
e laggiù, a mo' di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.
Puoi decidere dove essere o non essere,
saltare, saltare pur di non farsi sfuggire.
Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni, in fretta,
perchè nel tempo hai poco tempo,
da luogo a luogo fino a molti
ancora aperti, dove c'è gioia,
benchè il dolore sia pressochè
lì accanto e altrove, qua e là,
in un altro luogo
e ovunque felicità nell'infelicità
come parentesi dentro parentesi, e cosi sia
e d'improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
ma solo quello, perchè un altro non c'è.
Deve pur esserci un'uscita,
è più certo.
Ma tu non la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall'inizio
che ti insegue,
e il labirinto altro non è
se non la tua, finchè è possibile,
la tua, finchè è tua,
fuga, fuga.
W. Szymborska
mercoledì, novembre 10, 2010
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