ed è forte quello che ho dentro distante dalla mediocrità, ho inseguito il rumore assordante per non sentirla...
martedì, dicembre 22, 2009
cielo, acqua, infinito
Mancano pochi giorni a Natale. Mi ripeto questa frase da giorni, cercando lo spirito di amore e armonia che dovrebbe caratterizzarlo, ma naturalmente è una ricerca che non porta da nessuna parte. Tra poco finirà anche questo maledetto 2009. Soprattutto questo mi ripeto, finalmente questo stramaledettissimo anno finirà e questo almeno è l'unico punto fermo che vedo intorno a me. Stamattina non c'è nemmeno il sole, nemmeno le nuvole leggere, solo un cielo bianco e qualche pettirosso che si riposa sui fili della luce. Odio la stupidità della gente, la superficialità, la mancanza di coraggio e l'egoismo. Odio tutte queste cose, soprattutto quando tutto questo marcio si manifesta in superficie e nasconde la luce che si ha dentro. Vorrei distruggere questo vortice di finta vita che scorre sulla pelle di chi sente quella stessa pelle come una prigione. Vorrei avere una pozione magica, una lampada di Aladino, un tappeto volante per trasportare altrove chi non ha il coraggio di alzarsi finalmente e camminare a testa alta. Mi distrugge il pensiero di un fiume che scorre inerme e sempre uguale a se stesso, senza mai essere in piena, senza mai reagire alle secche. Esistono nel mondo alcuni fiumi di acqua salata, so che ci sono ma non ricordo dove. Il mare è troppo grande e troppo salato per poter tenere gli occhi aperti sotto la sua superficie, il mare può girarsi ed entrarti dentro in verticale, può toglierti l'ossigeno se non sai nuotare. L'acqua serve a farci sentire più puliti dopo aver fatto qualcosa che ci fa sentire sporchi, l'acqua purifica, nell'acqua puoi annegare, ma puoi anche salvarti se la bocca è candida e fresca come dopo esserci lavati i denti. Ma anche la via Lattea è fatta di acqua. Basta solamente aprire gli occhi per guardare l'infinito ed accoglierlo senza paura, senza stupide confusioni, senza doversi pentire di essere finalmente se stessi.
giovedì, dicembre 17, 2009
parole d'amore
Le parole d’amore non dette, che spreco, ci vuole il coraggio di dirle e poi che non vale la pena di essere soli e delusi. Mai.
Ivano Fossati
Ivano Fossati
mercoledì, dicembre 16, 2009
coscienza di sè
Oggi a ottantuno anni, ho provato un vivo sentimento di me stesso, proprio come prendevo coscienza di me a cinque o sei anni. La coscienza è senza movimento. Ed è proprio per questa sua immobilità che noi possiamo percepire il moto di quello che chiamiamo tempo. Se il tempo passa, è necessario che vi sia qualcosa che resti stabile. Ed è la coscienza di sè ad essere stabile.
Lev Tolstoj
Lev Tolstoj
lunedì, dicembre 14, 2009
cecità
A volte mi prende una grande tristezza. Comincia già al mattino, quando mi giro nel letto e non riesco ad alzarmi. Certe frasi dette da chi mi è amico mi rivelano la verità, seppur io la conosca da sempre ma chissà perchè combatto testardamente per cercare di cambiarla. Ma la tristezza non è mia, si riflette dentro di me ma arriva da lontano. La mia sofferenza più grande non arriva mai da me stessa, ma sempre da ciò che amo. Non riesco ad accettare l'idea che ciò che di bello c'è in un'anima sia destinata a sprofondare nelle sabbie mobili. Ma che posso fare io di fronte all'immobilità? Io non ho la facoltà di cambiare le cose, se non le mie. E vorrei non soffrire più per tutto questo buio, non pensare più alla miseria che sta dietro a tutto questo. Ma mi chiedo se ne sarò mai capace, se davvero un giorno riuscirò a fare finta che tutto sia splendente e perfetto, come tanti prima di me hanno fatto. Probabilmente no, perchè se cosi fosse dovrei cambiare nome, sangue ed anima.
sabato, dicembre 12, 2009
Luce propria
Tutto questo vivere per
nascondersi dagli altri,
Che senso ha?
E tutte le paure
riposte sotto al letto le hai viste mai?
A tutte le promesse che non hai mantenuto
Ci pensi mai?
Anche perchè in questo modo
con un mondo che ti esplode dentro
Qualcosa non va..
Tutto questo perdersi
Per poi ritrovarti
Che senso ha?
I demoni privati
Scolpiti infondo al petto
Li hai visti mai?
E a tutti i grossi errori
Che poi hai ripetuto
Ci pensi mai?
Perchè chiudendo forte gli occhi
Su un mondo che ti esplode dentro,
Qualcosa non fai...
Come dirti cos'è..
Cose che non sai di te...
EPO
nascondersi dagli altri,
Che senso ha?
E tutte le paure
riposte sotto al letto le hai viste mai?
A tutte le promesse che non hai mantenuto
Ci pensi mai?
Anche perchè in questo modo
con un mondo che ti esplode dentro
Qualcosa non va..
Tutto questo perdersi
Per poi ritrovarti
Che senso ha?
I demoni privati
Scolpiti infondo al petto
Li hai visti mai?
E a tutti i grossi errori
Che poi hai ripetuto
Ci pensi mai?
Perchè chiudendo forte gli occhi
Su un mondo che ti esplode dentro,
Qualcosa non fai...
Come dirti cos'è..
Cose che non sai di te...
EPO
mercoledì, dicembre 09, 2009
La parola amore esiste
Per me la parola amore fa rima con la parola libertà. Ho sempre riconosciuto l'amore nella mia vita perchè quello che ho provato ha sempre coinciso con grandi cieli azzurri in cui librarsi, prati verdi in cui correre a piedi nudi, sentendo la rugiada che ti si attacca ai piedi e poi asciugare quegli stessi piedi al sole che riscalda ed illumina il cuore. Non esiste il buio quando esiste l'amore, non esiste la paura, non esiste la confusione. Esiste solo una sensazione di libertà e di coraggio ed attraverso questi due motori si può combattere il mondo, sia quello dentro di noi che quello di fuori. Ed è solo quando si perde l'amore che nascono catene pesantissime che ti incatenano l'anima ed è allora che qualunque tentativo di (finto) volo rivela la miseria dell'animo umano. L'amore non cantarlo, è un canto di per sè, più lo si invoca meno ce n'è. Mai frase fu più vera. Io so amare, io so cosa è la libertà e ne sono immensamente fiera e di questa forza faccio la mia spada per difendermi da ciò che non mi rappresenta e che non mi appartiene.
lunedì, dicembre 07, 2009
mercoledì, dicembre 02, 2009
l'odore di un novembre che muore
E' stato un novembre bellissimo, cielo azzurro e sole caldo prodigo di baci. Dicembre porterà l'inverno, ma come sempre la memoria del sole resterà dentro perchè fa parte di me, perchè mi appartiene e non solo perchè ho avuto l'immensa fortuna di nascere in questo angolo di mondo. Il freddo arriverà e servirà come sempre a desiderare più ardentemente la primavera, il freddo sarà lo specchio in cui mi guarderò per riconoscere la mia luce e prepararmi ad accoglierla ancora con tutta la consapevolezza e la forza di cui sono capace e di cui non farò mai a meno perchè sarebbe come smettere di vivere e sopravvivere non mi è mai interessato.
sabato, novembre 28, 2009
voglia di musica
Stasera mi sarebbe piaciuto essere al MEI di Faenza. Tra tutti i festival di ogni tipo e in ogni dove che ho visto in tutti questi anni di musica in giro per l'Italia è veramente uno dei pochi non ho visto e che mi sarebbe sempre piaciuto vivere.
Ma quest'anno non mi ha voluto molto bene e forse l'unico ricordo piacevole che ho di quest'anno legato alla musica è il concerto di PJ Harvey ed in fondo non mi sembra poco. Sono appena tornata dall'ospedale dove sono stata a farmi un nuovo prelievo, poi sono stata al supermercato e con la spesa tra le mani mi sono detta che forse a volte è più importante prendersi cura di se stessi e stare con le persone che ti amano veramente.
Ma quest'anno non mi ha voluto molto bene e forse l'unico ricordo piacevole che ho di quest'anno legato alla musica è il concerto di PJ Harvey ed in fondo non mi sembra poco. Sono appena tornata dall'ospedale dove sono stata a farmi un nuovo prelievo, poi sono stata al supermercato e con la spesa tra le mani mi sono detta che forse a volte è più importante prendersi cura di se stessi e stare con le persone che ti amano veramente.
lunedì, novembre 23, 2009
richieste impossibili
Dopo giorni giorni e giorni di cielo azzurro, stamattina il cielo di novembre sembra volgere verso l'inverno o almeno guardando da dietro i vetri cosi mi sembra. Mi chiedo perchè la gente non sappia prendersi le proprie responsabilità.. ripenso ad una pubblicità letta ieri per strada. Penso a quanto mi fanno incazzare certe cose e a quanto vorrei distruggerle come se fossero fatte di vetro e lanciarle contro un muro di cemento alto dieci metri. Vado alla posta, anche io a volte scappo dal silenzio, ma in modo completamente diverso da come lo farebbe qualcun'altro.
domenica, novembre 22, 2009
ti coprirò le spalle scordando il tuo nome
Sulla sponda del fiume siamo circondati da sirene ci esortano ad uscire con le mani alzate bene in vista Ma tu non c'entri tu non ne hai colpa Amore ora ascoltami bene ti copriro' le spalle scordando il tuo nome ma ora vai sulla sponda del fiume Vai sulla sponda del fiume... ... e lascia che sia la corrente a portarti via lascia che sia la corrente a portarti via... Improvvisamente una raffica di colpi mi stende sto perdento sangue Dio mio non sento piu' le gambe Amore ora ascoltami bene sta per finire ma non voglio aspettare trascinami sulla sponda del fiume Trascinami sulla sponda del fiume... E lascia che sia la corrente a portarmi via Lascia che sia la corrente a portarmi via Tra la nebbia lei perde una lacrima Dice "no non ti lascero' qua... abbiamo cominciato insieme questa storia
e insieme finira'..." Fino alla fine del giorno Finche' avro' sangue nel corpo Restero' al tuo fianco E gli spareremo contro... Fino alla fine del giorno Finche' avro' sangue nel corpo Restero' al tuo fianco E non ci prenderanno non ci prenderanno mai...
Roberto Angelini
e insieme finira'..." Fino alla fine del giorno Finche' avro' sangue nel corpo Restero' al tuo fianco E gli spareremo contro... Fino alla fine del giorno Finche' avro' sangue nel corpo Restero' al tuo fianco E non ci prenderanno non ci prenderanno mai...
Roberto Angelini
sabato, ottobre 10, 2009
attesa e inaspettata
Attesa e inaspettata arriva la seconda vita in quell'istante in cui si taglia il velo e sei dell'altra parte non sei preparato mai abbastanza ma sei pronto da sempre la naturale conseguenza all'essere nato la naturale conseguenza dell'amore
un pensiero che rende liquida la mente che ti fa sentire tutto che ti fa sentire niente come andare dritti al centro della terra o a ritrovare sulla luna un senno nuovo come cambia il peso delle cose il valore del denaro della forza delle braccia
del sonno e del risveglio del pianto del sorriso dell'aria che respiri di ritornare a casa ora il mio posto e' qui che bellezza abbagliante la tua a volte manca il fiato da qui non si torna indietro hai paura che il tempo non stia più al tuo guinzaglio hai paura che il gioco adesso sia finito così ti trovi a quell'incrocio tra l'impegno e il disimpegno e devi toglierti dal centro devi farti spazio dentro e poi dividere l'inutile da ciò che è necessario non c'e piu un giorno da perdere nel tuo calendario e poi serenamente a ciò che non ti rappresenta dire no finalmente perché chi viene alla luce illumina
Niccolò Fabi
un pensiero che rende liquida la mente che ti fa sentire tutto che ti fa sentire niente come andare dritti al centro della terra o a ritrovare sulla luna un senno nuovo come cambia il peso delle cose il valore del denaro della forza delle braccia
del sonno e del risveglio del pianto del sorriso dell'aria che respiri di ritornare a casa ora il mio posto e' qui che bellezza abbagliante la tua a volte manca il fiato da qui non si torna indietro hai paura che il tempo non stia più al tuo guinzaglio hai paura che il gioco adesso sia finito così ti trovi a quell'incrocio tra l'impegno e il disimpegno e devi toglierti dal centro devi farti spazio dentro e poi dividere l'inutile da ciò che è necessario non c'e piu un giorno da perdere nel tuo calendario e poi serenamente a ciò che non ti rappresenta dire no finalmente perché chi viene alla luce illumina
Niccolò Fabi
giovedì, settembre 17, 2009
metà settembre
Che voglia di scrivere e quanta difficoltà nel farlo. Più le parole si agitano dentro e più finiscono alla rinfusa dentro la mia pancia. Guardo il mare dal balcone della mia scuola. Che ora meravigliosa è questa. L'acqua che luccica contro il cielo, il bagliore del sole riscalda con gentilezza. Su questo tavolo, dal balcone aperto a far entrare aria, arriva uno dei suoi raggi che attraversa la tenda bianca. Se anche la mia anima avesse pace non conoscerei al mondo paradiso più bello dello spettacolo che ora è davanti ai miei occhi. E' qui davanti a me ma qual è la strada per raggiungerlo?
lunedì, giugno 22, 2009
21 Giugno
9.6.1934
Il sopraggiungere dell’estate mi rattrista. Si potrebbe credere che la luminosità, anche se acre, delle ore estive conforti colui che non sa chi è. Ma non è cosi: io non ne sono confortato. C’è un contrasto troppo grande fra l’esuberante vita esterna e ciò che sento e penso, senza saper sentire né pensare: il cadavere perennemente insepolto delle mie sensazioni. Ho l’impressione di vivere in questa patria informe chiamata l’universo, sotto una tirannia politica che, anche se non mi opprime direttamente, tuttavia offende un qualche principio occulto della mia anima. E allora scende in me, sordamente, lentamente anticipata, nostalgia dell’esilio impossibile.
Ho soprattutto sonno. Non un sonno che ha in sé latente (come ogni sonno, anche quello malato) il privilegio fisico della quiete. E neppure un sonno che, per essere dimentico della vita e probabile latore di sogni, offre sul vassoio con il quale ci tocca l’anima i placidi doni di una grande abdicazione. No: questo è un sonno che non riesce a dormire, che pesa sulle palpebre senza chiuderle, che riunisce in un gesto che sappiamo stupido e ripulsivo, l’attaccatura delle labbra incredule. Questo è il sonno che pesa inutilmente sul corpo durante le grandi insonnie dell’anima.
Soltanto quando arriva la notte provo in qualche modo non un’allegria, ma un riposo che è soddisfatto con analogia dei sensi e per il fatto che altri riposi sono soddisfatti. Allora il sonno passa, la confusione dell’imbrunire mentale che quel sonno aveva portato sfuma, si schiarisce, quasi si illumina. Per un attimo, vive la speranza di altre cose. Ma quella speranza è breve. Ciò che sopravviene è un tedio senza sonno e senza speranza, il cattivo risveglio di chi non è riuscito a dormire. E dalla finestra della mia stanza guardo, povera anima col corpo stanco, molte stelle; molte stelle, nulla, il nulla, ma molte stelle….
68 (148) LI
Fernando Pessoa
Il sopraggiungere dell’estate mi rattrista. Si potrebbe credere che la luminosità, anche se acre, delle ore estive conforti colui che non sa chi è. Ma non è cosi: io non ne sono confortato. C’è un contrasto troppo grande fra l’esuberante vita esterna e ciò che sento e penso, senza saper sentire né pensare: il cadavere perennemente insepolto delle mie sensazioni. Ho l’impressione di vivere in questa patria informe chiamata l’universo, sotto una tirannia politica che, anche se non mi opprime direttamente, tuttavia offende un qualche principio occulto della mia anima. E allora scende in me, sordamente, lentamente anticipata, nostalgia dell’esilio impossibile.
Ho soprattutto sonno. Non un sonno che ha in sé latente (come ogni sonno, anche quello malato) il privilegio fisico della quiete. E neppure un sonno che, per essere dimentico della vita e probabile latore di sogni, offre sul vassoio con il quale ci tocca l’anima i placidi doni di una grande abdicazione. No: questo è un sonno che non riesce a dormire, che pesa sulle palpebre senza chiuderle, che riunisce in un gesto che sappiamo stupido e ripulsivo, l’attaccatura delle labbra incredule. Questo è il sonno che pesa inutilmente sul corpo durante le grandi insonnie dell’anima.
Soltanto quando arriva la notte provo in qualche modo non un’allegria, ma un riposo che è soddisfatto con analogia dei sensi e per il fatto che altri riposi sono soddisfatti. Allora il sonno passa, la confusione dell’imbrunire mentale che quel sonno aveva portato sfuma, si schiarisce, quasi si illumina. Per un attimo, vive la speranza di altre cose. Ma quella speranza è breve. Ciò che sopravviene è un tedio senza sonno e senza speranza, il cattivo risveglio di chi non è riuscito a dormire. E dalla finestra della mia stanza guardo, povera anima col corpo stanco, molte stelle; molte stelle, nulla, il nulla, ma molte stelle….
68 (148) LI
Fernando Pessoa
sabato, giugno 13, 2009
sulla sponda del fiume
Stasera ho tanta voglia di scrivere. Come facevo tanti anni fa. Voglia di vomitare nelle parole tutta la rabbia, la tristezza e la speranza che sento dentro di me. Ma non so se ci riuscirò.
martedì, maggio 26, 2009
26 Maggio 2009
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Nazim Hikmet
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Nazim Hikmet
domenica, maggio 24, 2009
la notte
Di nuovo sera, di nuovo un'altra settimana che se n'è andata. Mi aggrappo al tempo o lo fuggo, c'è sempre qualcosa da allontanare e qualcosa da avvicinare.
La finestra è aperta come oramai da molti giorni, sento il profumo del glicine salirmi fin dentro le narici e guardo lo spettacolo delle lucciole che danzano nell'aria e vorrei condividerlo con chi non è accanto a me. Dovrei studiare, ma ho esaurito tutte le mie forze per oggi. Adesso c'è solo spazio per la nostalgia e poi, per la gioia che dopo questa nostalgia arriverà.
buonanotte amore, la notte è sempre il momento più difficile... ma io mi aggrappo alle stelle e non cado giù.
La finestra è aperta come oramai da molti giorni, sento il profumo del glicine salirmi fin dentro le narici e guardo lo spettacolo delle lucciole che danzano nell'aria e vorrei condividerlo con chi non è accanto a me. Dovrei studiare, ma ho esaurito tutte le mie forze per oggi. Adesso c'è solo spazio per la nostalgia e poi, per la gioia che dopo questa nostalgia arriverà.
buonanotte amore, la notte è sempre il momento più difficile... ma io mi aggrappo alle stelle e non cado giù.
lunedì, maggio 18, 2009
il colore giallo
Il giallo è uno di quei colori che non sempre mi piace. Mi piace il giallo del sole certo, mi piace il giallo dei fiori, mi piace il giallo delle maglie a volte, soprattutto quello che sta cosi bene sui visi con gli occhi scuri. Però anche a mio padre piacciono le maglie gialle, anche se lui gli occhi ce li ha verdi. Ogni pomeriggio mi si fissa in testa il colore giallo. La verità è che in questo periodo c'è un giallo che mi emoziona ed è il giallo delle ginestre, la pianta dai bellissimi fiori che Leopardi cantò cosi poeticamente e che anche io adoro, anche se qui non nasce sui vulcani, ma nasce spontanea, a iosa lungo l'autostrada che ogni pomeriggio prendo per andare al lavoro. Mentre guido, quel giallo mi arriva agli occhi e mi riempie di luce. Ma quel giallo nasce anche qui, in campagna, vedo i cespugli dalla finestra e questa è l'ora in cui preferisco ammirarla perchè cosi sento l'estate che sta per arrivare con tutta la sua dolcezza e intensità.
sabato, maggio 16, 2009
nuvole
Oggi non andrò al lavoro, resterò a casa ad ammazzarmi di studio o almeno tenterò. Il cielo è stranamente bianco, c'è molta afa, ma dopo giorni e giorni di meraviglioso azzurro il sole ha deciso di nascondersi. Un pò come vorrebbe fare stamattina la mia anima, stanca appena sveglia e forse anche un po' delusa. O forse no, forse è solo suggestione e come sempre basterà una parola o un gesto d'amore per ridarle la sua luce. Eppure qualcosa stamattina mi fa male, era davvero tanto che non sentivo questo buco allo stomaco, ma forse è solo paura di tutto questo lavoro che mi aspetta, di tutto il futuro prossimo che mi sta per cadere addosso. Ma io sono qui, con le mani aperte pronte ad accoglierlo, perchè lo aspettavo veramente da tantissimo tempo. Spero che anche lui sarà altrettanto felice di rincontrarmi.
lunedì, maggio 11, 2009
le otto di sera
Eccola qui la dolcezza delle sere d'estate. Io chiusa in casa tra quattro mura posso solo aggrapparmi all'odore del glicine che sale dalla mia finestra. Quando mi verrà dato quello che mi spetta? Quando potrò finalmente avere tra le mani ciò che merito?
Vorrei uscire e passeggiare con chi amo per qualche borgo di pescatori, Acciaroli magari o Cetara. Vivo in mezzo a due paradisi e posso scegliere. Ma adesso no, adesso ci sono solo doveri per me e un mare di malinconia per chi non posso stringere tra le braccia proprio quando ne avrei più bisogno.
Vorrei uscire e passeggiare con chi amo per qualche borgo di pescatori, Acciaroli magari o Cetara. Vivo in mezzo a due paradisi e posso scegliere. Ma adesso no, adesso ci sono solo doveri per me e un mare di malinconia per chi non posso stringere tra le braccia proprio quando ne avrei più bisogno.
giovedì, maggio 07, 2009
lucciole
Ieri sera, tornando a casa, ho visto le prime lucciole che illuminavano il buio.
E come mi capita ad ogni maggio, mi riviene alla mente quella meravigliosa canzone di Carmen. E poi penso alla primavera che torna sempre, puntuale e bellissima.. e tu vorresti accoglierla al meglio, ma non sempre ce la fai, non sempre sei pronto. Il tempo non si è fermato, però forse davvero io sto aspettando, non solo me stessa.
E come mi capita ad ogni maggio, mi riviene alla mente quella meravigliosa canzone di Carmen. E poi penso alla primavera che torna sempre, puntuale e bellissima.. e tu vorresti accoglierla al meglio, ma non sempre ce la fai, non sempre sei pronto. Il tempo non si è fermato, però forse davvero io sto aspettando, non solo me stessa.
mercoledì, aprile 15, 2009
sabato, aprile 04, 2009
citazione numero 2
La gente non ha mai avuto problemi a cancellare il passato quando dava troppo fastidio. La carne brucia, le foto bruciano e la memoria, cos'è? Nient'altro che il vaneggiamento imperfetto di stolti che non vogliono convincersi della necessità di dimenticare. Quello poi che non si può distruggere si può alterare. I morti non urlano. C'è una certa attrattiva in ciò che è morto. Preserva infatti tutte le qualità migliori della vita senza nessuna di quelle noiose complicazioni consuete fra gli esseri viventi. Stronzate, lamentele, bisogno d'affetto. Si può vendere all'asta, esporre, collezionare. E' molto più comodo fare il collezionista di oggetti curiosi perchè se sei curioso, devi avere moltissima pazienza, stare lì ore e ore e vedere cosa succede. Devi aspettare sulla spiaggia finchè non comincia a fare freddo, o sei costretto a investire i tuoi risparmi in una barca col fondo di vetro, che è molto più cara di una canna da pesca, ma ti mette in contatto con gli elementi. Chi è curioso è sempre in pericolo. Se sei curioso rischi di non far più ritorno a casa, come quegli uomini che vivono adesso con le sirene sul fondo del mare. O coloro che scoprirono Atlandide. [....] Perciò, essendo ragionevole, il collezionista si circonderà piuttosto di cose morte e ripenserà a quando il passato viveva, si muoveva ed era popolato. Il collezionista vive ina una stazione ferroviaria abbandonata e guarda vecchi filmati di treni in movimento. E' il morto vivente primordiale. Per questo il passato, proprio perchè è passato, si rivela malleabile solo là dove una volta era flessibile. Una volta poteva cambiare idea, ora può solo subire un cambiamento. Le lenti possono essere tinte, deformate, spaccate. Quello che importa è che l'ordine alla fine prevalga... e se si è un gentiluomo del Settecento, che abbassa le tendine mentre la carrozza sobbalza sui sassi di un valico alpino, bisogna sapere quello che si sta facendo, fingendo un ordine che non esiste solo per darci una sicurezza che può esistere. C'è ordine ed equilibrio nelle storie.
Jeanette Winterson "Non ci sono solo le arance"
Jeanette Winterson "Non ci sono solo le arance"
mercoledì, aprile 01, 2009
citazione
Ci sono tante forme di passione e di affetto; ci sono persone che vivono insieme tutta la vita senza neppure conoscere i loro nomi. Nominare è un processo lungo e difficile; tocca l'essenza stessa delle cose e implica potere. Ma in una notte selvaggia chi può ricondurti a casa? Solo chi conosce il tuo nome.
Jeanette Winterson, Non ci sono solo le arance
domenica, marzo 15, 2009
malinconia
Tutto il giorno
ho letto poesie d'amore,
ma la mia voce è muta
e non trova il sonoro.
La distanza è un mostro
che fagocita il corpo
e non bastano i ponti
che dentro me,
l'anima silenziosamente
costruisce.
Ma intorno, gli occhi
disegnano le linee conosciute
che le mie mani intrecciano
con i tuoi capelli
ed in quel nero candido
mi perdo.
ho letto poesie d'amore,
ma la mia voce è muta
e non trova il sonoro.
La distanza è un mostro
che fagocita il corpo
e non bastano i ponti
che dentro me,
l'anima silenziosamente
costruisce.
Ma intorno, gli occhi
disegnano le linee conosciute
che le mie mani intrecciano
con i tuoi capelli
ed in quel nero candido
mi perdo.
martedì, marzo 10, 2009
sincerità
Guardo questo cielo infinitamente azzurro e quasi mi ferisce perchè non posso condividerlo con chi amo. Mi chiedo se è a volte la sincerità può avere diversi punti di vista. Io so che amare significa essere di qualcun'altro stringendo in mano il proprio cuore per non dimenticarsi mai di se stessi. Non conosco altra verità e non ne voglio conoscere.
sabato, marzo 07, 2009
marzo
Le palme del lungomare in preda alla furia del vento mi spaventano. Mi angosciano a tratti. Ma poi, come ogni marzo che si rispetti, all'improvviso esce il sole che spazza via la pioggia ed allora il mio cuore ritorna sereno.
martedì, febbraio 17, 2009
martedì, gennaio 27, 2009
venerdì, gennaio 23, 2009
Aria di primavera, in lontananza.
Oggi e' stata una bellissima giornata di sole. Ho lavato le conchiglie e le pietre del mio bagno e le ho messe tutte sparse in giardino ad asciugare. Sembrava un mare verde. Ho quasi respirato un principio di primavera e ho pensato a quel sole di febbraio che fa capolino tra una nuvola e l'altra e ti annuncia che la primavera e' ancora lontana, ma non cosi tanto come temi. E oggi in questo bel sole, e' tornata a casa anche il mio papa' dopo quasi 15 giorni di ospedale. Ho quindi due motivi per festeggiare. E a pensarci bene anche un terzo. Emily Dickinson diceva che le lettere sono doni divini non concessi agli dei. Lo pensi anche tu? Si, e' bello quello che abbiamo. Spero non lo dimenticherai piu'.
domenica, gennaio 04, 2009
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