Fuori continua a piovere, oramai da ore.
Ho lasciato il balcone aperto per poter sentire meglio il rumore della pioggia. E il silenzio che nasconde in sé e che si rivela solo a chi sa ascoltarlo. La pioggia mi procura malinconia e allo stesso tempo la voglia di andare oltre le mie sensazioni. Oggi ho letto tutto il pomeriggio ed era tanto che non mi succedeva. Certe volte torno a dei libri come si torna ad un amico perché considero mie, con maggiore consanguineità e intimità, talune figure che sono scritte nei libri, più di molte persone che sono considerate reali, che sono fatte di quell’inutilità metafisica chiamata carne ed ossa.
C’è una pace irreale in questo cortile che non vedo ma dove sento battere la pioggia. Qualcuno sta usando un martello, ma lo fa con delicatezza, come quando si ha paura di piegare il chiodo ed allora i colpi sono piccoli e secchi. A pensarci ora questa potrebbe essere una bella metafora per la vita di certe persone, maldestre con le proprie mani, quando colpiscono i sentimenti degli altri come se fossero chiodi che possono essere spezzati.
Tra due giorni parto per andare in quei posti dove ho lasciato una parte di me (o dove certe parti di me sono nate prima ancora che io nascessi), dove è caduto un mio sguardo, dove è vibrata una mia sensazione, dove ho messo al sicuro qualche piccolo dolore e qualche piccola gioia. Ma non vado per riprendermeli perché ogni cosa ha il suo posto stabilito nello spazio. E del resto le sensazioni, gli sguardi, i dolori e le gioie che senso avrebbero se non continuassero a vivere nei luoghi dove sono nate?
Vado a trovarmi e ad ascoltarmi.
Vado a cercare la chiave del vecchio festino, dove forse mi potrebbe tornare l’appetito.
E richiedere alla Bellezza di sedersi sulle mie ginocchia perché io non l’ho mai insultata. Mai.
ed è forte quello che ho dentro distante dalla mediocrità, ho inseguito il rumore assordante per non sentirla...
domenica, ottobre 22, 2006
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1 commento:
Perche non:)
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