mercoledì, dicembre 31, 2008

pensiero per l'anno nuovo

Alcuni desideri hanno l'uncino. Si aggrappano alla meta e tirano, tirano, fino a quando non sono certi di avercela fatta. Succede, a volte, che l'uncino si ancori alle figure sbagliate, troppo pesanti, sproporzionate, e si spezzi. Si finisce a terra. Allora ci si rialza e si ricomincia da capo. L'importante è continuare a desiderare, con intensità, moderazione e sincerità.

Cristina Donà

venerdì, dicembre 19, 2008

citazione numero 2

21.2.1930

All’improvviso, come se un destino chirurgo mi avesse operato per una cecità antica ottenendo un grande successo immediato, alzo la testa della mia vita anonima verso la chiara conoscenza del come esisto. E vedo che tutto quanto ho fatto, tutto quanto ho pensato, tutto quanto sono stato, è una specie di inganno e di follia. Mi stupisco di quello che non sono riuscito a vedere. Mi sorprendo di quanto sono stato accorgendomi che in fin dei conti non sono. Guardo, come in una distesa al sole che rompe le nuvole, la mia vita passata; e mi accorgo, che con uno stupore metafisico, di come tutti i miei gesti più sicuri, le mie idee più chiare e i miei propositi più logici non siano stati altro che un’ebbrezza congenita, una pazzia naturale, una grande ignoranza. Non ho neppure recitato. Sono stato recitato. Non sono stato l’attore, ma i suoi gesti. Tutto quanto ho fatto, ho pensato e sono stato, è una somma di subordinazioni, sia a un ente falso che ho creduto mio perché ho agito partendo da lui, sia di un peso di circostanze che ho scambiato per l’aria che respiravo. In questo momento del vedere, sono un solitario immediato che si riconosce esiliato nel luogo in cui si è sempre creduto cittadino.
Nel più intimo di ciò che ho pensato non sono stato io.
Mi sopravviene allora un terrore sarcastico della vita, uno sconforto che va oltre i limiti della mia individualità cosciente. So che sono stato errore e traviamento, che non ho mai vissuto, che sono esistito soltanto perché ho riempito tempo con coscienza e pensiero. E la mia sensazione di me è quella di chi si sveglia dopo un sonno pieno di sogni reali, o quella di chi è liberato, grazie a un terremoto, dalla poca luce del carcere a cui si era abituato.
Mi pesa, mi pesa veramente, come una condanna a conoscere, questa nozione improvvisa della mia vera individualità, di quella che ha sempre viaggiato in modo sonnolento fra ciò che sente e ciò che vede. E’ cosi difficile descrivere ciò che si sente quando si sente che si esiste veramente, e che l’anima è un’entità reale, che non so quali sono le parole umane con cui si possa definirlo.
Non so se ho la febbre, come sento, se ho smesso di avere la febbre di essere dormitore della vita. Si, lo ripeto, sono come un viaggiatore che all’improvviso si trova in una città estranea senza sapere come vi è arrivato; e mi vengono in mente i casi di coloro che perdono la memoria, e sono altri per molto tempo. Sono stato un altro per molto tempo (dalla nascita e dalla coscienza), e mi sveglio ora in mezzo al ponte, affacciato sul fiume, sapendo che esisto più stabilmente di colui che sono stato finora. Ma la città mi è sconosciuta, le strade nuove, e la malattia senza rimedio. Aspetto dunque affacciato al ponte, che passi la verità, e che io mi ristabilisca nullo e fittizio, intelligente e naturale.
E’ stato un attimo, ed è già passato. Vedo ormai i mobili che mi circondano, il disegno della vecchia carta alle pareti, il sole attraverso i vetri polverosi. Ho visto la verità per un attimo. Sono stato per un attimo, coscientemente, ciò che i grandi uomini sono verso la vita. Ricordo i loro atti e le loro parole, e non so se non sono stati anche loro tentati vittoriosamente dal Demone della Realtà. Non sapere di sé vuol dire vivere. Sapere poco di sé vuol dire pensare. Sapere di sé, all’improvviso, come in questo momento lustrale, vuol dire avere subitamente la nozione della monade intima, della parola magica dell’anima. Ma una luce improvvisa brucia tutto, consuma tutto. Ci lascia nudi perfino di noi stessi.
E’ stato solo un attimo e mi sono visto. Poi, non so più dire ciò che sono stato. E, alla fine, ho sonno, perché non so perché, penso che il senso è dormire.

Fernando Pessoa
LI, 100 (199)

martedì, dicembre 16, 2008

citazione numero 1

7.4.1933

Sono passato come uno straniero in mezzo a loro, ma nessuno ha capito che lo ero.
Sono vissuto come una spia in mezzo a loro e nessuno, nemmeno io, ho sospettato che io lo fossi. Tutti mi credevano un parente: nessuno sapeva che ero stato scambiato alla nascita. Cosi sono stato uguale agli altri senza somigliare a loro, fratello di tutti senza appartenere alla famiglia. Venivo da terre prodigiose, da paesaggi più belli della vita, ma non ho mai parlato di quelle terre se non a me stesso. E di quei paesaggi visti in sogno non ho mai dato notizia a nessuno. I miei passi erano uguali ai passi altrui, sugli impiantiti o sui lastricati, ma il mio cuore era lontano, anche se batteva vicino, signore falso di un corpo esiliato ed estraneo. Nessuno mi ha riconosciuto sotto la maschera dell’identità con gli altri, né ha mai saputo che ero maschera, perché nessuno sapeva che a questo mondo esistono i mascherati. Nessuno ha supposto che a mio lato ci fosse sempre un altro che in fondo ero io. Mi hanno sempre creduto identico a me stesso. Nelle loro case ho trovato riparo, le loro mani hanno stretto la mia, mi hanno visto passare per la strada come se fossi io; ma colui che io sono non è mai stato in quelle stanze, colui che io vivo non ha mani che altri possano stringere, colui che conosco quale io non ha strade da percorrere, se non tutte le strade, non ha qualcuno che in esse lo veda, a meno che egli stesso non sia tutti gli altri. Tutti noi viviamo distanti e anonimi; dissimulati, soffriamo da sconosciuti. Ad alcuni, però, questa distanza fra loro stessi e un altro essere non si rivela mai; per altri è talvolta illuminata, di orrore o di pena, da un lampo senza limiti; ma per altri essa non è altro che la dolorosa costanza e quotidianità della vita.
Sapere esattamente che chi siamo non ci riguarda, che ciò che pensiamo o sentiamo è sempre una traduzione, che ciò che vogliamo e ciò che non vorremmo, né forse qualcuno ha voluto; sapere tutto questo a ogni minuto, sentire tutto questo in ogni sentimento, non significherà essere straniero nella propria anima, esiliato nelle proprie sensazioni?
Ma la maschera che finora ho fissato con inerzia, quella maschera che parlava all’angolo della strada con un uomo senza maschera in questa notte di fine carnevale, ha finalmente teso la mano e ha salutato ridendo. L’uomo naturale ha girato l’angolo e ha imboccato la traversa di sinistra. La maschera (un domino senz’allegria) è andata nell’altra direzione, allontanandosi fra ombre e luci fortuite, in un commiato definitivo ed estraneo a ciò che io stavo pensando. Solo allora mi sono accorto che oltre ai lampioni c’era qualcos’altro nella strada: un chiarore di luna che si andava offuscando, vago, occulto, muto, pieno di nulla come la vita….

Fernando Pessoa
LI, 132 (198)

venerdì, dicembre 05, 2008

venerdì, novembre 07, 2008

martedì, novembre 04, 2008

lunedì, novembre 03, 2008

venerdì, ottobre 31, 2008

mercoledì, ottobre 22, 2008

Verranno a chiederti del nostro amore

Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta

non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"

non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.

E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pensarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,

digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carezze dell'amore
era facile ormai

non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.

Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro

i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi

sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.

Ma senza che gli altri ne sappiano niente
dimmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito

farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,

andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori

o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,

continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.

Fabrizio De Andrè

mercoledì, ottobre 08, 2008

bacio della buonanotte

Perchè tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.

Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.

E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.

Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.

Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.

Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.

Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.

Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.

E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

Pablo Neruda

venerdì, ottobre 03, 2008

illuminazioni

A volte ho come delle illuminazioni, in negativo.
Spero di sbagliarmi, lo spero con tutto il mio cuore, perchè altrimenti in questa vita non ha più senso un cazzo.

venerdì, settembre 26, 2008

i'm waiting for

In accademia c'è una pace irreale stamattina. Sono passata a prendermi lo stipendio di agosto ed è strano vedere la scuola cosi vuota, con pochi alunni che neanche comosco... la nave della Grimaldi è sempre lì, la vedo dal balcone mentre scrivo.. pronta a salpare verso qualche meta impossibile per me. Oggi arrivano Cristina e Mirco ed è bello pensare che cammineranno con me in questa atmosfera di inizio autunno con un sole caldo e sincero, per una Salerno placida e delicata. E domani la mia seconda serata di reading, spero sia perfetta. Spero, si, io lo spero.

domenica, settembre 21, 2008

mercoledì, settembre 17, 2008

sono tre mesi che non piove

Quattro giorni fa ha piovuto per la prima volta dopo tre mesi.
La pioggia la si invoca quando non c’è e cosi finalmente è arrivata.
E’ durata solo un paio di ore, abbastanza però per far rinfrescare l’aria e se fino alla settimana scorsa sono andata al mare adesso il sole comincia a far la lotta con le nuvole.
Da qualche giorno ho ripreso a studiare per un altro odioso esame che devo dare il mese prossimo. Mi sembra un’offesa al piacere della mente dover leggere qualcosa per costrizioni che non mi dovrebbero più toccare oramai… ma cerco di trovare un minimo di gioia in quello che studio perché la materia è affascinantissima e non è giusto non renderle valore.
Settembre è un mese strano per me, a volte cosi leggero ed altre volte cosi terribilmente pesante. Non riesco a trovare gioia quasi in niente perché l’idea che arrivi il freddo mi attanaglia la mente ed il corpo… eppure l’autunno è la mia stagione, quella che sento più vicina e quella che mi appartiene di più… ma forse sapere di doverla vivere in un posto che non sia il mio e che dal mio è lontano anni luce, mi ferisce perché lì diventa inverno, diventa buio e gelo. Vorrei imparare a trovare luce dentro e intorno a me, in chi mi ama o in chi mi dovrebbe amare e in questo autunno e ancor più in quest’inverno, spero proprio di riuscirci. Rivoglio la mia spada di luce e la rivoglio solo per me stessa perché in certi momenti vorrei dilaniare il mondo intorno a me e non permettere più a nessuno di farmi del male.

Sono tre mesi che non piove
ho sabbia e sale nel letto
peccato e pentimento
ho l'anima falciata
da cui discende la mia razza intera
che ha cuore e pancia di ametista
senza regola di vita
senza luce di luna
oro negli occhi
e soprattutto senza difesa dal dolore

Vieni a trovarmi ancora
mistero che si muove
avrò riposo per gli occhi
intimo testimone
del mito ridicolo dell'amore
avrò l'orgoglio del sangue
tutto fuori dalle vene
e una maschera nera
livida come un sorriso
di questo cinema leggero

Amore mio
vieni a cercarmi ancora
vieni a parlarmi ancora
a imprigionarmi ancora
sono tre mesi che non piove

Vieni con l'acqua generosa
che gonfia il mare più sacro
che fa peccato e redenzione
quanto tempo
quanto tempo ancora
quanta disperazione
e quanti cristi alla deriva
sui sentimenti d'altura
senza approdo e senza nome
ma la tua casa e il tuo nome
potessi essere io amore mio


Sono tre mesi che non piove
IVANO FOSSATI

lunedì, settembre 08, 2008

impressioni di settembre

546

Per chiudere una falla
devi inserire ciò che la produsse -

Se vuoi richiuderla con qualcos'altro
ti si spalancherà sempre più grande -

Non puoi colmare un abisso
con l'aria.

Emily D.

venerdì, settembre 05, 2008

il sole a settembre


Ieri, o avanti ieri, (i ricordi mi si fanno confusi quando la realtà si mischia al sogno) qualcuno mi ha lasciato un segno. Non ho la minima idea di chi possa essere stato, so solamente che passeggiando per la spiaggia non mi sarei mai aspettata di trovare sotto i piedi un pezzetto di carta con sopra una frase di Pessoa..... sono rimasta senza parole, incredula di felicità.
Magia del mare di settembre, magia del sud.

mercoledì, agosto 27, 2008

lunedì, agosto 11, 2008

onde sulle onde

Ieri ho fatto un bellissimo bagno a Trentova... quell'insenatura è un dono della natura e se tutta la gente che c'era ieri sarebbe potuta scomparire il bagno sarebbe stato ancora più bello. Ma la gente non può scomparire e quindi non mi resta che comprarmi una spiaggia privata appena avrò tanti soldi. Ho giocato con le onde ieri, onde piccole e dolci, ma a volte ingannatrici ed una di queste mi ha preso di spalle e mi ha dato una botta tremenda..mi fa ancora male la spina dorsale.. ma se ripenso a quelle sensazioni nel mare mi sento lo stesso felice.

Oggi arrivano Silvia e Diego. In questo momento sono a Capodichino ed un pò sono emozionata... sono anni che dovevano venire a trovarmi. In questi giorni vorrei avere una bacchetta magica per poter far vedere loro tutto quello che c'è di bello nella mia terra... ma è talmente tanta roba che penso dovrò scendere a dei compromessi.

Oggi è la mia ultima settimana di lavoro prima di settembre e se ci penso mi sento veramente meglio... ieri sera avrei voluto vedere le stelle...spero che ce ne saranno ancora nelle prossime settimane...

lunedì, agosto 04, 2008

il mese più freddo dell'anno

Prendersi la febbre d'estate non è proprio il massimo, soprattutto quando la tua malattia non è stipendiata. Ma stare in buona salute e venire a lavorare forse è ancora peggio, seppure il tuo lavoro ti piaccia e tutto sommato quando lo fai ti diverti anche un pò. Ma tra dieci giorni andrò anche io in vacanza e sto segnando i giorni sul calendario. Dal balcone della mia scuola, come sempre, vedo il mare, e la solita nave pronta a salpare, verso Tunisi o Palermo chissà, forse Malta. Quando ero piccola prendevo spesso la nave, con i miei genitori, verso la Sardegna soprattutto.. e mi è sempre piaciuto da matti viaggiare per mare... spero di poterlo rifare presto, perchè veramente mi emoziona..quando il mare non è agitato, naturalmente. Quest'anno luglio sembrava non passare mai ed invece poi è finito ed all'improvviso ecco agosto che quasi quasi mi sembra già alla fine... io quella canzone dei perturbazione la capisco troppo bene e forse mi fa troppo male proprio perchè la capisco cosi bene... in questi giorni ho cosi tante parole dentro di me che chiedono solo di uscire, le sento prendere a pugni la mi cassa toracica, letteralmente... eppure tutto dentro me è chiuso, terribilmente chiuso e muto. Ho forse paura di esplodere e cerco di rimanere sterile... ma non mi piaccio in questi momenti, se penso a quanto ero diversa in alcune cose un pò di tempo fa... un pò? forse tanto tempo fa.... eppure deve esserci stato un tempo in cui tutto dentro di me era limpido.. in cui la luce del mio cuore mi portava su quei precipizi di cui parlava Stendhal....
ma oggi voglio provare ad affacciarmi da quel precipizio, sperando che qualcuno mi tenga le gambe...

lunedì, luglio 14, 2008

indelebile..nel cuore, oggi.

Guardavo le sue mani che
stuzzicavano insolenti una rosa finta
ed era così dolce il modo in cui
nascondeva l'imbarazzo

mentre parlava e sorrideva ironicamente
delle proprie sventure teneva gli occhi bassi

Guardavo le sue mani che si intrecciavano
tra i ricami di una tovaglia
riuscivo a stento a trattenere la voglia
di afferrarle di aggredire il suo dolore

misto all'incenso il sapore di un pasto frugale
i ricordi storditi dal tempo
pur essendo simile a tante e tante altre persone
era speciale...speciale

Guardavo le sue mani che enfatizzavano
opinioni con eleganza
tra le improvvise somiglianze
simbiotiche intuizioni l'amichevole trasporto

misto all'incenso il sapore di un pasto frugale
i ricordi sbiaditi dal tempo
pur essendo simile a tante e tante altre persone
era speciale... mi lasciavo sedurre dalle sue manie
mi lasciavo sedurre dalle sue manie
mi lasciavo sedurre dalle sue manie....


dedicata a tutte le persone che sono state e che saranno per me "un 14 luglio" sempre e ancora..

martedì, luglio 01, 2008

dopo decenni di attesa..

AEROPORTO, FIRMATO L'ACCORDO PER I VOLI DI LINEA

Written by Gigi Caliulo
Tuesday, 01 July 2008 06:31

Firmato l’accordo tra Aeroporto di Salerno e Orion Air. Il vettore spagnolo effettuerà i voli di linea da e per l’aeroporto salernitano: l’accordo prevede due voli giornalieri Salerno-Malpensa dal lunedì al venerdì, un collegamento pomeridiano al sabato con l’hub milanese, un bisettimanale verso due “capitali” europee (Monaco di Baviera e forse Barcellona o Bucarest) e voli charter alla domenica. Primo decollo tra circa un mese.

che dire..la speranza è l'ultima a morire!
evvai! :)))))))))))))))))))))))))))))))))))))

sabato, giugno 21, 2008

sabato, giugno 14, 2008

stati d'animo

La convalescenza, soprattutto se la trascorsa malattia riguardava il pensiero, è come un’allegria triste. C’è una specie di autunno nelle emozioni e nel pensiero; o meglio, qualcosa di certi principi di primavera che, anche se non cadono le foglie, somigliano, nell’aria e nel cielo, all’autunno.

La stanchezza è piacevole, e ciò fa un po’ male. Ci si sente leggermente appartati dalla vita, anche se dentro di essa, come sulla terrazza della casa del vivere. Si è contemplativi ma non si pensa, si provano sensazioni senza un’emozione definibile. La volontà riposa perché non ne abbiamo bisogno. E certi ricordi, certe speranze, certi indefiniti desideri salgono lentamente la china della coscienza come certi viandanti visti dall’alto del monte. Ricordi di cose futili, speranza di cose che non furono ( e che ci importa che non siano state), desideri che avevano la violenza della natura o di un’esplosione, o che non hanno mai potuto voler essere. Quando la giornata si sintonizza su queste sensazioni, come oggi, in questa giornata d’estate con nuvole e strisce d’azzurro con una lieve brezza perché non fa caldo, anzi fa quasi fresco, allora si accentua lo stato d’animo che ci fa pensare, sentire, vivere queste impressioni. Non che siano più chiari i ricordi, le speranze, i desideri che avevamo. Ma sentiamo di più, e la somma incerta di quelle cose pesa un po’, assurdamente sul nostro cuore.


C’è qualcosa di lontano in me, in questo momento. Sto sulla terrazza della vita ma non si tratta esattamente di questa vita. Mi trovo sopra la vita e dal mio punto di osservazione la osservo. Essa si estende sotto il mio sguardo, in terrazzi e declivi, come un paesaggio diverso, fino al fumo delle case bianche dei borghi della vallata. Chiudendo gli occhi continuo a vedere, proprio perché non guardo. Se li apro non vedo più niente, perché non vedevo.
Mi sento tutto una nostalgia vaga, non del passato o del futuro, ma una nostalgia del presente, anonima, prolissa e incompresa.

16.7.1932
Fernando Pessoa

venerdì, giugno 13, 2008

HAI PAURA DEL BUIO?

Io si. Ne ho sempre avuto paura. Di notte dormo con la luce accesa e riesco a spegnerla solo alle prime luci dell’alba.. ma solo quando dormo da sola. Quando qualcuno divide il sonno con me non ho paura. E’ una di quelle vecchie paure che mi porto dietro, insieme alla paura del gas e a quella di non saper mettere il rullino alla macchina fotografica.

Stasera dopo tanto tempo ho riascoltato un po’ di musica e mi è sembrato strano rimettere nel lettore gli afterhours.. come un vecchio gesto ancestrale, oserei dire. Ho saputo che quest’estate suoneranno al GiffoniFilmFestival e devo dire che la notizia mi ha dato una piccola scossa di felicità come non mi succedeva da tempo riguardo ai concerti (fatta eccezione per il concerto della divina - alias PjHarvey- a Roma durante questa primavera). Andrò a vederli certamente e sono contenta di poterli condividere per la prima volta con chi non li ha mai ascoltati… intanto le tracce scorrono… Pelle è sempre bellissima, riesce ancora a farmi tremare il cuore e voglio una pelle splendida mi dà ancora quel senso di pace e di vittoria interiore che provavo tanto tempo fa e non posso fare a meno di pensare anche al fatto che qualcuno ogni tanto mi dice ancora che io somiglio a quella canzone... quanti ricordi…. mi potrebbe scoppiare la testa se volessi farli scorrere tutti insieme….

Fuori è una placida serata di metà giugno.
E’ l’onomastico di mio fratello e della mia cuginetta.
Scrivo nella penombra, mentre aspetto una telefonata che non arriva. Al centro della stanza una valigia mezza aperta e mezza fatta. Lunedì vado a Milano per una settimana. E’ stato bello leggere la delusione sulle facce dei miei alunni quando stamattina gli ho comunicato che la settimana prossima non avrebbero fatto lezione con me. A certi alunni mi ci affeziono quasi, a volte…proprio come con le persone della mia vita. Una manciata e forse ancor di meno, invece, le amo.

Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto. Dà angoscia

il vivere di un consumato
amore. L’anima non cresce più.

Pasolini

lunedì, giugno 09, 2008

piccole felicita'

Stamattina ero un po' preoccupata perche' c'erano i nuovi arrivi... ed invece ho scoperto una classe che mi piace, ragazzine irlandesi scetatelle e simpatiche.. un messicano che ha girato mezzo mondo, una tedesca fidanzata a Salerno e che legge l'italiano con l'accento spagnolo e il solito israeliano con cui mi diletto a dire quelle 4 parole di arabo che so e lo faccio felice come un bambino! Ma la mia piu' grande gioia oggi e' stata la lezione individuale con la ragazza svedese di madre svedese e padre portoghese, ergo bilingue... inutile dire che la lezione e' casualmente slittata sul portoghese... speriamo che non mi scoprino :)

vado a casa, a mangiare... sono le 4.. che vitaccia...
ma a Dicembre forse riusciro' con questi soldi ad andare in Argentina e tutto questo mi fa felice...
un beijo a chi mi pensa.

giovedì, giugno 05, 2008

cambiamenti climatici

Da due giorni c'è un tempo cosi stupido..come diceva mia zia, non è sincero.
Il tempo non è sincero... questa espressione mi è sempre piaciuta tantissima e anche io a volte la uso. Da due giorni il tempo non è sincero... pioggia mista a sole fortissimo e nuvole nere stagliate su un cielo azzurro. Io ho da poco finito di lavorare e devo tornare qui alle cinque per il corso pomeridiano agli erasmus turchi. Martedi scorso, tra una preposizione e l'altra abbiamo parlato di Instabul.. e della costa dell'antica Grecia... chissà, prima o poi i miei occhi riusciranno ad afferrare tutta quella bellezza.

Ma oggi il tempo non è sincero.. ho bisogno di un pò di luce e di qualche risata, magari di un'altra cena a casa di Nico (con un libro di Pablo Neruda in mezzo ai piatti da poter sfogliare) o su qualunque terrazza che dia sulla notte stellata.


Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.

Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.

A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l'anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.

Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perchè mi investirà tutto l'amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?

E' caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.
Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.

[Pablo neruda]

domenica, giugno 01, 2008

questa notte una lucciola illumina la mia finestra....

Ci sono giorni in cui la mia voglia di scrivere è più forte di ogni cosa. Negli anni passati provavo spesso questa sensazione e molto spesso non riuscivo a non assecondarla ed allora scrivevo, scrivevo, scrivevo… scrivevo lettere, quaderni, scrivevo in consolist, scrivevo a me stessa, scrivevo poesie.. negli ultimi anni la mia voglia ed il mio bisogno di scrivere hanno fatto a pugni con le mie ferite e con il mio cuore stanco, con la delusione delle parole dimenticate.. è questa la spiegazione che do alla mia attuale inadeguatezza alla scrittura eppure nel momento stesso in cui lo dico o semplicemente lo penso, dentro di me so benissimo che non potrò mai sentirmi inadeguata di fronte alla scrittura..

Oggi ho visto il mare.. niente di particolare…da quando sono tornata a casa non passa giorno senza che io lo veda o lo senta….. ma oggi non sono stata la sola a poterlo guardare… e questo mi ha dato una piccola gioia… Genova, quanti ricordi e quanta musica, quante risate e quanti sogni. Devo ritornarci uno di questi anni e camminare in via del campo raccogliendo tutti i fiori della mia mente, sentirne l’odore e credere ancora che la bellezza non nasce dai diamanti….

Il 31 maggio di ogni anno strappo un giorno prima la pagina del calendario, cosi che giugno possa arrivare qualche ora prima. Ed è cosi che ieri sera ho fatto.. ma sono stata contenta di uscire fuori e di vedere ancora qualche lucciola nel buio… a me le lucciole fanno commuovere ed anche questo anno la prima lucciola mi ha fatto battere il cuore. C’è una persona a cui penso sempre quando vedo le lucciole, forse perché mi ricordo sempre di quanto gli piacciano o forse perché quelle lucine che danzano nel buio mi fanno pensare alla malinconia che ho di lui. Perché io Peppe non lo vedo da troppo tempo e non so neanche perché. Ed oggi giugno è qui. E’ un mese che ha un posto speciale nel mio cuore, perché mi ha sempre regalato emozioni, alcune tra le più belle della mia vita a cui ogni tanto ripenso, anche se quelle emozioni ora non esistono più da parecchio tempo ma fanno parte di me perché attraverso loro sono diventata quel che sono. Parlavo delle lucciole e delle emozioni…. se ci penso mi viene da piangere… le immagini raccolte nello scontrino di non so che… lo facevo tante volte anche io… fermare un pensiero estemporaneo in uno scontrino raccolto da una tasca… quella canzone mi faceva piangere, era meravigliosa...ogni sua frase mi entrava dentro come sangue nelle vene e mi apriva il cuore come un soffio di vento caldo.

Quando penso a quegli anni passati a sognare e a vivere attraverso le sue canzoni mi vengono i brividi… pensare a quella immensa forza che mi dava da prendere tutta l’Italia in una mano e girarmela come volevo… inseguendo volti, voci, cuori, sogni, paure…. Un sogno meravigliosamente folle che mi ha dato molto di più di quel che mi ha levato…. io e tanti altri siamo rimasti con la stessa pelle che portavamo addosso ma che pena pensare a chi quella pelle se l’è cambiata….

Ma il tempo ora non si è fermato ed io non sto aspettando nulla… una lucciola illumina ancora la mia finestra stanotte… ancor di più.. è entrata nella mia stanza ed è bellissimo godere di questo spettacolo al buio, nella mia stanza illuminata solo da quella piccola lucina e dallo schermo di questo computer… o forse si, sto aspettando.. ma più che qualcosa, sto aspettando qualcuno…un pezzo del mio cuore che vive troppo lontano da me… i’m waiting for an asteroid

Mi dà sollievo sapere che domani non dovrò andare al lavoro. E’ stata una settimana difficile che si è conclusa in modo terribile perché non può che dirsi terribile trovarsi da sola con un’amica a cui telefonano per dire che la mamma è morta…. sto ancora tremando e non ci dormo la notte, ma stasera cerco di trovare un po’ di pace, mi lascio trasportare dalla magia di giugno e dalle sue promesse, mi aggrappo a questa piccola luce sperando che mi porti verso una nuova alba…

e verso un cielo in bottiglia vorrei non guardare mai...


Ad altri toccherà avere
quanto ci toccherà perdere.
Altri potranno trovare
ciò che noi cercando
trovammo o non trovammo,
secondo la sorte che ci fu data.

Ma ciò che ad essi non tocca
è la magia che evoca
la Lontananza e ne fa storia.
E per questo la loro gloria
è la giusta aureola data
da una luce imprestata.

I colombi

[Fernando Pessoa]

mercoledì, maggio 28, 2008

guten morgen tausend volt!!!

La mattina vado sempre di corsa e arrivo in accademia ancora con la voglia di dormire. Stamattina però Martha, la mia alunna austriaca sulla sessantina, mi ha bloccato nel corridoio esclamando "guten morgen tausend volt" !!! La mia conoscenza del tedesco si limita a poche parole, come blume, eusturzende neubaten, ich bin e appunto guten morgen che vuol dire buongiorno; tausend era simile all'inglese e quindi ho dedotto fosse mille e volt l'ho interpretato appunto nel senso di elettricità... e quindi ho chiesto se la frase fosse riferita ai miei capelli (per chi non lo sapesse da qualche settimana sono tornata la sorella di Sid Vicious come a volte mi chiamava Alfonso), ma con mia grande sorpresa ho scoperto che la frase non era riferita ai miei capelli ma bensì, parole di Martha, al mio temperamento!!!! E una frase del genere, sentirsela dire a prima mattina, mette davvero di buon umore... soprattutto perchè probabilmente esprimo ancora una certa vitalità e questo, soprattutto in giorni come gli ultimi che ho passato, mi fa veramente un bell'effetto.
Grande Martha!!!

(firmato)

tausendvolt

lunedì, maggio 26, 2008

compleanno di saudade...

Segui la tua sorte,
annaffia le tue piante,
ama le tue rose.

Il resto e' l'ombra
di alberi stranieri.

La realta' e' sempre di piu'
o di meno di quello che vogliamo.

Solo noi siamo sempre
uguali a noi stessi.

Dolce e' vivere solo.
Grande e nobile e' sempre
vivere con semplicita'.

Lascia il dolore sulle are
come offerta agli dei.

Guarda la vita da lontano,
senza mai interrogarla.

Nulla essa puo' dirti.
La risposta sta al di la' degli dei.

Ma serenamente imita l'Olimpo
nel segreto del tuo cuore.

Gli dei sono dei
perche' non si pensano.

[F.Pessoa]

che tu possa accogliere questa poesia come un regalo da portare con te in ogni momento...auguri mio piccolo e splendente gioiellino :*

venerdì, maggio 23, 2008

voglia di leggerezza

A quest'ora sono ancora in accademia. Fuori c'e' un bel sole ma mi sento cosi apatica.. forse semplicemente stanca di fare o forse semplicemente vorrei fare quello che scelgo io...
Oggi Tellervo, la mia alunna giornalista finlandese, mi ha invitata fuori a pranzo ed è stato bello sentirla ringraziarmi per queste due settimane insieme... e anche io avrei voluto ringraziarla, ma non l'ho fatto e chissà perchè.. forse perchè a volte sono cosi stanca anche solo per dire un grazie e questo non mi fa certo sentire una persona migliore. Vorrei che la vita non lasciasse ferite o che semplicemente queste ad un certo punto smettessero di bruciare.. perchè sentirmi prigioniera delle paure non mi fa sentire in pace con me stessa... anche in situazioni cosi semplici e questo è davvero ingiusto per la mia anima sempre cosi piena di luce... ma allora perchè troppo spesso non trovo più la voglia e il coraggio di lasciarla libera?

venerdì, maggio 16, 2008

a proposito di amore

Dicesti : “Ti amo”. Com’è che la cosa meno originale che sappiamo dirci è tuttavia la sola cosa che desideriamo sentire? “Ti amo” è sempre una citazione. Non sei stata tu a dirlo per la prima volta e nemmeno io, eppure quando lo dici tu e quando lo dico io, siamo come due selvaggi che hanno scoperto due parole e le venerano. Io le ho venerate ma adesso mi ritrovo nella solitudine di una roccia scavata dal mio stesso corpo.

LE COSE SONO CAMBIATE, che frase del cazzo, io ho cambiato le cose. Le cose non cambiano, non sono come le stagioni che passano, giorno dopo giorno. La gente cambia le cose. Si è vittime del cambiamento, non vittime delle cose. Perchè mi faccio complice di questo uso scorretto del linguaggio?

Adoro i primi sei mesi. Le telefonate a mezzanotte, le esplosioni di energia, l’amante che diventa una batteria di ricarica per tutte le cellule esaurite.

L’appagamento sarebbe un sentimento? Siete sicuri che non sia l’assenza di sentimento? Lo paragono al tipo di stordimento che si ha dopo una visita dal dentista. Non un dolore né l’assenza di dolore, ma quella leggera sensazione di essere sotto l’effetto di una droga. L’appagamento è la versione in positivo della rassegnazione. Ha le sue attrattive ma non è giusto portare il cappotto, babbucce con il pelo e i guanti quando quello che il corpo vuole davvero è starsene nudo.

Me ne vado da lui perché il mio amore per te fa di ogni altra vita una menzogna.

Chiuse come un ventaglio, nessuno sospetta le ali delle tue scapole. Mentre stavi sdraiata sul ventre, modellavo le dure lamine del tuo volo. Sei un angelo caduto ma pur sempre fatta come gli angeli; il corpo leggero come una libellula, grandi ali dorate stagliate contro il sole. Non temo che tu mi ferisca. Se faccio scivolare la mano con troppa disinvoltura lungo la lama affilata della tua scapola, ritrarrò la palma sanguinante. Conosco bene le stigmate della presunzione. La ferita che non si rimarginerà se ti do per scontata.

Qualche volta mi getto fra le braccia del tramonto, spalancate come quelle di uno spaventapasseri, pensando di poter saltare dal confine del mondo nella fornace ardente e bruciare in te. Vorrei avvolgere il mio corpo nelle lingue fiammeggianti del cielo insanguinato. Tutti gli altri colori vengono assorbiti. Le sfumature opache del giorno non penetrano mai nel mio cranio annerito. Vivo tra quattro mura bianche come un anacoreta. Eri una stanza piena di luce vivida e io ho chiuso la porta. Eri un cappotto variopinto trascinato nella polvere. Mi vedi nel mio mondo intriso di sangue?

La scelta della solitudine era come il piacere di camminare sotto la neve con un cappotto cado. Chi vorrebbe camminare nudo sotto la neve?

La felicità è un specifico. La sofferenza è una generalizzazione. Normalmente le persone sanno con esattezza perchè sono felici. Raramente sanno perchè soffrono. La sofferenza è il vuoto. Uno spazio senza aria, un soffocante luogo di morte, la dimora del sofferente. La sofferenza è un palazzo-alveare, stanze come gabbie dall'allevamento, ci si siede sui propri escrementi, ci si sdraia sulla propria sporcizia. La sofferenza è una strada dove non è possibile invertire il senso di marcia, dove non ci si puè fermare. La si percorre spinti da quelli che stanno dietro, intralciati da quelli che stanno avanti. La si percorre a una velocità folle anche se i giorni sono mummificati, di piombo. Succede tutto così rapidamente, una volta che si è preso il via, non esiste alcuna àncora del mondo reale che ci faccia rallentare, niente a cui aggrapparsi. La sofferenza strappa i freni della vita, d'improvviso si è abbandonati in caduta libera. Quale che sia il nostro inferno personale, ne troveremo altri mille uguali a quello, nella sofferenza. E' la città dove gli incubi di tutti diventano realtà.

Grandi quantità d’acqua non possono dissetare l’amore, né possono sommergerlo le inondazioni. Allora cos’è che uccide l’amore? Soltanto la disattenzione. Non vederti quando mi stai davanti. Non pensare a te nelle piccole cose. Non spianarti la strada, non prepararti la tavola. Sceglierti per abitudine e non per desiderio, passare davanti al fioraio senza accorgermene. Lasciare i piatti da lavare, il letto da rifare, ignorarti al mattino, usarti la notte. Desiderare un’altra persona mentre ti bacio sulla guancia. Dire il tuo nome senza ascoltarlo, dare per scontato che sia mio diritto pronunciarlo.

Oltre la porta c’è il fiume, ci sono le strade; lì saremo noi, e prenderemo il sole sottobraccio. Ora sbrigati, si sta facendo tardi. Non so se questo è un lieto fine, ma eccoci nella piena libertà dei campi.


scritto sul corpo
Jeanette Winterson

lunedì, maggio 12, 2008

preferisco il rumore del mare

Non solo un verso di Dino Campana, non solo il titolo di un film... ma il mio pensiero degli ultimi dodici giorni. Ed ora guardando dal balcone dell'accademia la solita nave della Tirrenia pronta a partire me ne rendo sempre più conto...

mercoledì, aprile 16, 2008

(povera patria 2) INNO VERDANO!!!

C'E' PURE BISOGNO DI DIRE QUALCOSAAAAAAA??!?

martedì, aprile 15, 2008

povera patria..................... (la primavera intanto tarda ad arrivare....)

'Imbraccia il fucil, prepara il cannòn, difendi il verdano dai riccioli d'or / Espelli il negròn, inforca il terròn, e servi il tuo popolo con fulgido amor.’

Anche se sono del Gargano sogno di diventare verdano, mamma, asciugati le lacrime porto le mie natiche in fabbriche che non abbiamo. Mollami la mano, dico, mollami la mano, che da quando sono nato bramo lo stato verdano, no, non amo ciò che è sotto il mio meridiano, da piccolo odiavo l’inquilino del primo piano. Sul banco tracciavo linee di confine, di Raykard e Gullit niente figurine, bambini e bambine in cortile, io verde di bile col Monopoli mettevo in prigione le mie pedine. Bene, sto bene nel mio ruolo, volo, non sono solo, siamo uno stuolo. La Verdania chiama “All’armi!”, mi arruolo, con la mia divisa cetriolo io:

VOGLIO UNA VERDANIA SECESSIONISTA, CON UNA BANDIERA SECESSIONISTA / UNA FIDANZATA SECESSIONISTA CON CUI FARE L’AMORE SECESSIONISTA / UN APPARTEMENTO SECESSIONISTA CON ARREDAMENTO SECESSIONISTA / RACCOLTA DI RIFIUTI SECESSIONISTA, MA CHE COSA STA SECCEDENDO?

‘Noi marcerem verso Roma ladrona perché chi va a Roma prende la poltrona.’ All’inizio quel tizio che s’attizza al comizio pare un alcolista alla festa di San Patrizio, parla da un orifizio sporco di pregiudizio, pubblico in prestito dal museo egizio. Ora capisco quanto aveva ragione, ora che sono soldato di stato senza meridione, ora che è finita la carta del cesso, ma fa lo stesso, tanto ci ho messo la costituzione. Ora che la mia ambizione è fare la pulizia, primaverile o etnica che sia, la farò, il manico ce l’ho duro perciò scoperò dove si può per il potere dell’ampolla nel Po. Il popolo verdano smania per la separazione dall’Italia che dilania. E se cade il muro in Germania chi se ne frega io lo innalzo in Verdania dato che…

VOGLIO UNA VERDANIA SECESSIONISTA, CON UN QUOTIDIANO SECESSIONISTA / UN TELEGIORNALE CON UN GIORNALISTA SECESSIONISTA / UNA PASSERELLA SECESSIONISTA CON UNA MODELLA SECESSIONISTA / SOGNO DI QUALUNQUE SECESSIONISTA, MA CHE COSA STA SECCEDENDO

‘Conquisteremo la Rai lottizzata per sistemare i nostri direttori di testata.’ Io voglio diventare un verdano avvinazzato, sputare parlando un italiano stentato. Io, servitore di uno stato dove chi non è come me viene discriminato. Voglio sbandierare commosso un tricolore senza bianco, né rosso. Voglio lodare il deputato esaltato, che vuole l’immigrato umiliato e percosso . Voglio denigrare le prostitute, disinfettando i treni dove sono sedute. Questione di cute su cui non si discute sono puro come l’aria, tutta salute. Voglio giurare fedeltà al senatùr, voglio vendicare la mia Pearl Harbour. Roba da fare rivoltare nella tomba Gaetano Salvemini ed il conte di Cavour. Allora fate come me: Tutti in Verdania. Italiani: Tutti in Verdania. Ottomani: Tutti in Verdania. Venusiani: Tutti in Verdania. Andini e Atzechi: Tutti in Verdania. Kazachi ed Uzbechi: Tutti in Verdania. Arditi e Galati: Tutti in Verdania, dove si lavora si guadagna e si magna!

VOGLIO UNA VERDANIA SECESSIONISTA, CON UNA BANDIERA SECESSIONISTA / UNA FIDANZATA SECESSIONISTA CON CUI FARE L’AMORE SECESSIONISTA / UN APPARTEMENTO SECESSIONISTA CON ARREDAMENTO SECESSIONISTA / RACCOLTA DI RIFIUTI SECESSIONISTA, MA CHE COSA STA SECCEDENDO?

'Imbraccia il fucil, prepara il cannòn, difendi il verdano dai riccioli d'or / Espelli il negròn, inforca il terròn / inforca il terròn / inforca il terròn / inforca....

caparezza

martedì, aprile 08, 2008

combattere per la bellezza

Chi non c'è mai stato non può capire che grande magia sia il sixdaysonicmadness... ma la bellezza ha vita dura al giorno d'oggi... firmate e fate firmare... per favore.. non sapete quanto sia importante per loro, per me e per tutti coloro che lo hanno vissuto o che hanno solo sfiorato questo piccolo grande e coraggioso folle sogno.. http://www.firmiamo.it/sdsm

lunedì, aprile 07, 2008

incomprensioni

Non esiterò a donarti la mia voce dimenticata,
anche se mi tremeranno le mani,
anche se la paura bloccherà le parole.

Ci sono luoghi dove io non tornerò mai più
e dove neanche tu, suppongo, ritornerai.

La strada la tracciammo insieme e i suoi percorsi
sono inaccessibili senza una memoria comune.

I nostri innumerevoli mondi
esistono perché sono stati creati ma
nessuno potrà ancora abitarli o immaginarli
se non in quadri perfetti e immobili.

martedì, marzo 11, 2008

sogno o realtà?


Hit her with a hammer
Teeth smashed in
Red tongue twitching
Look inside her skeleton
My fingers sting
Where I feel your fingers have been
Ghostly fingers
Moving my limbs

Oh God I miss you
Oh God I miss you
Oh God I miss you
Oh God I miss you
Oh God I miss you

Daddy's in the corner
Rattling his keys
Mommy's in the doorway
Trying to leave

Nobody's listening
Nobody's listening
Nobody's listening
Nobody's listening
Nobody's listening
Nobody's listening
Nobody's listening
Nobody's listening

Oh God I miss you
Oh God I miss you
Oh God I miss you
Oh God I miss you
Oh God I miss you
Oh God I miss you

the pian0 PJ HARVEY

martedì, marzo 04, 2008

ode ad Alfonso Gatto

"…perché è bello nascere in questa terra, ma delle volte occorre anche partire, ed è molto difficile, dal sole alle nebbie, da un posto quale che sia, anche piccolo, anche piccolo, anche misero, in questo sole, per cercare un altro posto che ancora non c’è. …"


"Salerno, rima d’inverno,
o dolcissimo inverno.
Salerno, rima d’eterno."


venerdì, febbraio 29, 2008

(ascoltando) come fiori in mare..

Stamattina, in preda ad un’impazienza che da tanto non provavo, ho strappato la pagina del calendario con un giorno di anticipo… quanta forza ha la primavera.. ogni anno mi fa sempre lo stesso effetto. Ogni anno riesce a trasmettermi una grande speranza e un grande entusiasmo verso la mia vita e verso quella delle persone a cui voglio bene. In questi giorni vissuti nuovamente nella mia stanza e con la mia famiglia non ho potuto fare a meno di andare con il pensiero ad un anno fa, a quando immobile nel letto vedevo cosi lontana anche la semplice possibilità di fare una passeggiata senza soffrire. Ed invece di passeggiate ne ho fatte tante in questo anno passato e l’arrivo di una nuova primavera mi porta a pensarne altre… le prossime sicuramente per i vicoli del centro storico che tanto mi sono mancati.. quella pace, quella tranquillità e quel silenzio squarciato dal suono improvviso di un saluto, da un viso familiare che ti sorride e ti bacia e ti chiede come stai. E il fine settimana prossimo potrò passeggiare per Roma, meravigliosa ed eterna come direbbe mia nonna. Non vedo l’ora di essere lì e che poi arrivi la sera del concerto di P j Harvey. Si, ne farò tante di passeggiate anche durante questa primavera…. e l’arrivo della stagione più bella lo accoglierò per le strade di Lisbona, le sue strade antiche che porto nel cuore e che percorrerò nello stesso modo già vissuto e insieme nuovo.

Dalla mia finestra vedo un mare azzurro di cielo e per chi come me questo cielo non l’ha visto per tanto tempo questa visione è un dono inestimabile e solamente il guardarlo mi riempie di speranza e di gioia. Ed è strano pensare che è proprio in questi momenti cosi pieni di vita e di futuro che mi viene in mente anche la morte… la morte di chi mi manca tantissimo e non potrò più baciare e la morte di chi ho allontanato dal mio cuore solamente per una grande stupidità che qualcuno ci ha scaraventato addosso e che per quanto marcio veda in questa cosa non riesco ad accettare che ciò che ho creduto e vissuto come una giornata di sole debba diventare nei miei ricordi qualcosa di diverso.

Ma domani è marzo, domani inizia il mese che saluta l’inverno e ci porta meravigliosi paesaggi fuori e dentro di noi. Fiori dappertutto e mari pacifici. Ed è verso questi due elementi che tenderà la mia anima, cercando la dolcezza del sole e la purezza del mare in ogni gesto o pensiero… verso me stessa e verso chi amo…. e mi sentirò così, come un fiore in mare, senza radici ad incatenarlo alla terra e libero di esplorare tutti i mari del mondo come se fossero praterie dove si è liberi di correre, ma invece che di terra io cercherò aria e cielo.


Marzo ci piace.
Ha calzari di porpora –
è giovane ed altero –
fa il fango al cane e l’ambulante –
asciuga la foresta –
La lingua delle vipera s’accorge del suo arrivo
e prepara le macchie –
il suo sole è cosi vicino e forte –
che t’incendia la mente.
E’ il messaggero d’ogni novità –
sarebbe un’audacia morire
mentre gli uccelli azzurri fanno preda
nel suo britannico cielo –

Emily Dickinson

venerdì, febbraio 22, 2008

ad esempio a me piace il sud..

Vuelvo al Sur,
como se vuelve
siempre al amor,
vuelvo a vos,
con mi deseo,
con mi temor.

Llevo el Sur,
como un destino del corazon,
soy del Sur,
como los aires del bandoneon.

Sueño el Sur,
inmensa luna, cielo al reves,
busco el Sur,
el tiempo abierto, y su despues.

Quiero al Sur,
su buena gente,
su dignidad,
siento el Sur,
como tu cuerpo en la intimidad.

Te quiero Sur,
Sur, te quiero.

Vuelvo al Sur,
como se vuelve siempre al amor,
vuelvo a vos,
con mi deseo,
con mi temor.

Quiero al Sur,
su buena gente,
su dignidad,
siento el Sur,
como tu cuerpo en la intimidad.

Vuelvo al Sur,
llevo el Sur,
te quiero Sur,
te quiero Sur...

panorama milanese




mercoledì, febbraio 13, 2008

venerdì, febbraio 08, 2008

città

Ci sono molti motivi per cui preferisco Torino a Milano ed uno è sicuramente il cielo. Basta alzare gli occhi per capire quanto azzurro in più regali Torino e con quanta eleganza e bellezza, silenziosamente, si mostra quasi a voler essere paragonata..sicura del fatto che il confronto non sussiste neanche lontanamente. Ma oggi anche a Milano c'è un bel cielo.. ma è come un bella vetrina che si può solo guardare e che nel giro di breve tempo un commesso frenetico andrà a cambiare.....

......... ma oggi io lascio tutto questo e torno al mare.
Trieste mi aspetta ed io aspetto il suo ritorno fuori e dentro i miei occhi.

sabato, gennaio 19, 2008

venerdì, gennaio 11, 2008

in partenza

Piove da due giorni.. che schifo.
Anche qui in accademia l'atmosfera sa di inverno e di grigio.
Non c'è giorno che passi senza che pensi alla mia zia che non c'è più e non ho trovato ancora il coraggio di passare avanti casa sua.. a volte mi viene voglia di passarla a trovare, di sentire la sua risata e di farmi due chiacchiere come facevo prima, come ho fatto con lei fin da quando ero bambina.. vorrei ancora ridere insieme a lei...

Oggi vorrei poter volare, andare nel posto più a sud del mondo che esiste...lontana da questa pioggia, da questa tristezza, dalle incomprensioni e dalla paura... ma vorrei andarci con un trolley rosso e fare due biglietti con un solo bagaglio da stiva. Ed invece domani parto per Milano.. chissà, magari troveremo una porta rosa nascosta da qualche parte anche lì, che apparirà all'improvviso e che ci aprirà una terza via, lasciandoci senza fiato....

Informazioni personali

La mia foto
Salerno, Italy
Não sou nada. Nunca serei nada. Não posso querer ser nada. à parte isso, tenho em mim todos os sonhos do mundo/ Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler d'esser niente.a parte questo,ho in me tutti i sogni del mondo. [Fernando Pessoa]

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