"Vorrei che fuori ci fosse la neve.Vorrei godere di uno spettacolo raro da queste parti e forse proprio per questo a volte desiderato come fossi una bambina di fronte una magia. Ma nonostante fuori la temperatura sia poco sopra lo zero non credo che nevichera'. Pero' la neve la posso immaginare, posso immaginare tutto quel bianco che ricopre di candore le cose e le pulisce e le rende nuove, pronte per ricominciare a scegliere i colori della vita e del mondo. Vorrei essere un fiocco di neve che si posa dolce sulle cose e ne afferra tutte le sfumature e lentamente si ricopre dei colori... ne vorrei scoprire di nuovi quest'anno e vorrei non dimenticare quelli che mi porto addosso. Domani comincera' un nuovo anno e questa tela bianca che i miei occhi dipingono mi mette di fronte tutta l'urgenza di quello che dovrebbe essere un nuovo capitolo, sebbene sia stupido lasciarsi guidare da una pagina di calendario che viene strappata per lasciare il posto ad una nuova........ eppure e' anche comodo avere una specie di scadenza, che arrivi un momento in cui si decida di comunicare a se stessi dei propositi e che si guardi con occhi nuovi a tutte le nostre paure e soprattutto alle nostre speranze…”
Ho voluto cominciare questo post con i miei pensieri di un anno fa, fermati in una mail che mandai in consolist . Per circa otto anni ho mandato una mail in consolist negli ultimi giorni dell’anno, una specie di mail resoconto, se cosi la posso chiamare. Quest’anno il testimone passa al blog, a qualcosa di solo mio e allo stesso tempo un po’ anche di chi mi legge. E’ bello tornare indietro di un anno e leggere i miei pensieri di allora, che cosa ho reputato importante e cosa continuo a reputare tale. Un anno fa, di questi tempi, portavo nel cuore molte cose, soprattutto i miei viaggi e il mio incontro con Lisbona. E avevo molte cose da mettere nello zaino e pochissime da buttare via. Quest’anno ho dovuto comprare uno zaino ancora più grande perché sono state veramente tante le cose che ho voluto conservare. E’ stato un anno bello e pieno di emozioni e naturalmente di qualche piccola delusione perché in fondo a quelle non si può sfuggire mai. E’ stato un anno pieno e quasi mai vuoto. Ricco di nuove persone e di nuovi viaggi. Ho fatto molte esperienze in questo duemilasei, ho capito qualche cosa in più e qualche cosa si è complicata, ma è il naturale scotto da pagare per chi non si accontenta di una pace senza voce. La pace… la pace quest’anno l’ho incontrata molte volte, forse la pace più bella l’ho conosciuta durante il mio luglio in giro per il nord est, quando finalmente dopo anni in cui lo desideravo, mi sono trovata di fronte al mare di Trieste. Anche il mese di settembre è stato una piccola oasi di pace, in quei pomeriggi di fine estate passati nelle insenature della costiera e in quelle notti dolcissime di un settembre che oramai non fa più male. E sono sicura che se mi fermassi a pensare ad ogni singolo giorno di quest’anno che sta per finire ne troverei tanti altri di momenti dolci e pieni di luce, da ricordare e da mettere nello zaino. Penso inevitabilmente alle persone che questo anno mi ha portato in dono.. comincio a correre in questa mia anima a forma di prato sorprendentemente fiorito e le vedo, sono tutte lì con i loro sorrisi e non posso fare a meno di fermarmi e di dare un bacio ad ognuno di loro. Luca, Francesco e Guido. Antonio. Giulia. Fernanda. Alexandra. Marco. Javier. E quasi alla fine del prato, trovo Antonella e il suo sorriso cosi candido. Ed ecco che ritorna il bianco, le sfumature che prendono vita appena mi ritrovo un pennarello tra le mani e a giudicare da quante emozioni mi ha portato quest’anno, devo essermi trovata molte volte di fronte ad una tela bianca da colorare, e probabilmente il più delle volte non me ne sono nemmeno resa conto. Non è un caso che pensi ad un prato quando penso alle mie emozioni…. ho sempre immaginato le persone come fossero rose di cui prendersi cura, a volte addirittura alberi, perché il coraggio in amore non mi è mai mancato e non ho mai temuto le spine, perché è grazie a loro che non dimentico quanto sia facile ferirsi. Ho guardato pochi tramonti quest’anno e quelli che ho guardato non mi hanno regalato bellezza consolatrice, no, mi hanno regalato bellezza per la bellezza. Come il tramonto che ho visto un po’ di tempo fa in Portogallo, dalla finestra della mia casa brasiliana di Coimbra, bellezza per la bellezza tutta raccolta nell’allegria a volte triste e a volte magica di Izaura e dei suoi occhi neri di luce.
Penso a quanto tutto questo sia meraviglioso e mi sento fortunata. E sono felice di non dimenticare che i silenzi e le parole non dette allontanano le persone e che la vera distanza è solamente nella mente. Per questo anche quest’anno cercherò di essere vicina alle persone che amo, almeno ci proverò. E mi auguro che le persone che amo facciano lo stesso con me. Cose semplici e banali cantavano gli afterhours qualche anno fa…. non ho dimenticato certi messaggi, anche se oggi ascolto altra musica e tutto ciò che mi ha formato è da molto tempo in fondo ad un cassetto. Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo? No, ho tutto in testa e cerco sempre di dargli voce…anche se è difficile, anche se il mondo dentro è immenso e noi arriviamo solo fin dove arriva il nostro braccio e vediamo solo fin dove vede il nostro sguardo… l’altra sera Guido mi diceva che se avesse potuto mettere in musica tutto quello che aveva nella testa, allora si che mi avrebbe regalato le sue canzoni… quanto lo capisco… so benissimo quanto sia difficile esprimere tutto quello che si ha dentro, attraverso una canzone o una poesia… ma sarebbe ancora più terribile non provare nemmeno ad esprimerlo tutto quel mondo…
Provo grande tristezza e grande rabbia per tutte quelle persone che non ci provano nemmeno… soprattutto se quel loro mondo è stato un po’ anche il mio o potrebbe esserlo, ancora, nonostante tutto. E per questo odio il silenzio, quello colpevole e quello codardo, anche quello che si nutre di pigrizia a volte. Il silenzio non è assenza di voce, ma è assenza di sensazioni da condividere, perché si nutre di paura e non ha speranza. Due mani possono essere vicine anche da due capi opposti del mondo. E anche in mezzo a un miliardo di altri mani che si incrociano. E’ questo ciò che non voglio dimenticare, come sempre, come mi ha insegnato una delle amiche che più amo, il coraggio e la speranza, da portare addosso come una seconda e splendida pelle. Ed è questo che auguro a me stessa per questo nuovo anno ed è cosi che voglio continuare a camminare nel mio prato e nella mia anima.
ed è forte quello che ho dentro distante dalla mediocrità, ho inseguito il rumore assordante per non sentirla...
sabato, dicembre 30, 2006
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